Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2009
MISSIONI CONSOLATA sando le bidonvilles . Inmigliaia si so- no riciclati come lavoratori informali: venditori ambulanti di caramelle, si- garette e cianfrusaglie varie, che ora vagano per le strade delle capitali centroamericane,portandosi dietro un capitale umano di conoscenze ge- nerazionali di agricoltura e alleva- mento, che si perde in città senza bi- glietto di ritorno. Quanto alle donne contadine, in città erano attese dallemultinaziona- li straniere del subappalto, le fabbri- che di assemblaggio tessile, lasma- quilas , che si sono diffuse con l’inter- nazionalizzazione della produzione industriale.Questa altro non è che la delocalizzazione dei cicli di produ- zione , avente l’obiettivo di ridurre fi- no al 90% i costi di lavorazionema- nualemanifatturiera, con un salario che si aggira intorno ai 30 centesimi di euro all’ora.Previo all’arrivo delle maquilas però, nel Centroamerica si è compiuto unometodico smantella- mento dei sindacati locali e la crea- zione di sindicatos blancos agli ordini dei proprietari. L’emigrazione internazionale è in- vece riservata di più agli uomini,po- chissimi dei quali giungono a desti- nazione: uno per ogni cento fra gli e- migranti honduregni.A coloro che non sono in grado di emigrare è ri- servato il sottoimpiego, in cui si con- centra il 41%della popolazione attiva della regione. Le classi proletarie e il «triangolo 80-100-10» Due decenni di questa globalizza- zione hanno provocato una meta- morfosi nell’architettura dell’accu- mulazione nel Centroamerica.Da 3 si è passati ad avere 5 classi sociali di cui una all’estero, los expatriados : in cima un’élite di 10 famiglie (secondo un quotidiano del Guatemala, El Pe- riodico ) che controllano la regione; sotto di loro una classe di 80 milio- nari (secondo la rivista del Costa Rica, Estrategia &Negocios ), queste due classi fanno affari con le 100 transna- zionali presenti nella regione (secon- do la rivista del Nicaragua, Envio ). Sotto ancora, una classe media ogni volta più povera formata da profes- sionisti, commercianti e impiegati statali.Al di sotto ancora, il 70% dei MC LUGLIO-AGOSTO 2009 53 cen- troame- ricani che vivono con meno di tre euro al gior- no e in casi come il Nicaragua l’80% che vive conmeno di due. All’estero poi ci sono gli espatriati, circa 4,5 milioni di centroamericani su i 37 milioni, di cui il 75% negli Stati Uniti. Questomodello in Centroamerica a grandi linee funziona così. Le rimes- se entrano alla regione e rappresen- tano circa il 15%del Pil totale (nel ca- so di El Salvador il 20%, con un incre- mento del 10% annuo, anche se la tendenza è a diminuire per via della crisi globale). Esse vengono quasi in- teramente spese dagli impoveriti per acquistare beni e servizi (mentre solo il 10% va in investimento e studio). Tali merci e servizi sono venduti al dettaglio dai commercianti e dalle 100 transnazionali, che si riforniscono dai grandi importatori, gli 80miliona- ri tra cui ci sono anche gli esportatori a loro volta legati alle 100 transnazio- nali, prevalentemente nordamerica- ne ed europee.Queste, a loro volta, si
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