Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2009

MISSIONI CONSOLATA MC LUGLIO-AGOSTO 2009 39 ostello per scampati ai bombarda- menti. Ecco, questo sforzo di «nor- malità» e dignità nell’accoglienza ci commuove. Questa fierezza, questa forza d’animo la noteremo continua- mente, sia negli adulti sia nei bam- bini. «Andremo avanti - ci dicono - con l’aiutodi Dio». Forse proprio la determinazione e uno spirito in- domito hanno permesso al popo- lo palestinese di sopravviver e a 60 anni di pulizia etnica. Nella cittadina visitiamo un cen- tro caritativo islamico, dove ogni giorno tantissime persone si reca- no a chiedere aiuto in denaro e in viveri. Sono circa 800 gli orfani as- sistiti e tantissime le famiglie indi- genti che vengono sostenute. I re- sponsabili dell’associazione, fi- nanziata da organizzazioni arabe e occidentali, tra cui l’Associazione benefica di solidarietà con il popo- lo palestinese (Abspp) di Genova, ci mostrano le foto dei bimbi ri- masti orfani e poi quelle dei loro genitori - papà o mamma - uccisi durante i quotidiani bombarda- menti di Israele. La Striscia di Gaza sopravvive grazie alla carità che giunge dall’e- stero. Qui, infatti, manca tutto: ci- bo, acqua, vestiario, medicine, li- bri, quaderni, combustibile, mate- riale sanitario e per l’igiene e la pulizia. L’embargo israelo-interna- zionale e la chiusura di tutti i vali- chi di entrata e uscita l’hanno resa un immenso carcere a cielo aperto. A ciò si sono sommati gli «effetti collaterali» di «Piombo fuso», con i 1.366 morti e gli oltre 5.000 feriti, le migliaia e migliaia di edifici di- strutti e i danni alla salute e all’am- biente provocati dalle armi di di- struzione di massa usate dall’avia- zione e dall’artiglieria di Israele. Scelta «sbagliata» dei palestinesi Ora la maggior parte dei palesti- nesi di Gaza è costretta a vivere di aiuti umanitari, ma prima non era così. In questa striscia di terra c’eranoindustrie alimentari e di ab- bigliamento, cementifici, aziende per la lavorazione del ferro, ditte di edilizia, distese di serre per le pro- duzioni agricole, allevamento di bestiame. Non era certo la Svizze- ra, ma non c’erano la fame e la mi- seria attuali. La popolazione della Striscia, e del resto della Palestina, infatti, sta subendo una punizione collettiva, come è stata definita da inviati dell’Onue personaggi inter- nazionali come Desmond Tutu e Jimmy Carter, per aver compiuto la scelta elettorale «sbagliata», du- rante le votazioni del 25 gennaio del 2006, le prime veramente de- mocratiche e monitorate da osser- vatori internazionali. I palestinesi, in quell’occasione, diedero in massa il voto a Hamas, snobbando Fatah, ritenuta da mol- ti corrotta e collaborazionista. Da lì, dall’esitodi quella decisione pre- sa dalla maggioranza assoluta di un popolo, è scaturito un disuma- no embargo e la chiusura di tutta la Striscia, e poi bombardamenti e morte. Paradossalmente, quelle elezio- ni furono incoraggiate e sostenute proprio dall’Europa e dagli Stati Uniti, certi del fatto che avrebbe vinto il partito dell’amico Abu Ma- zen, il presidente dell’Autorità na- zionale palestinese, e non il movi- mento di resistenza islamica. Que- sto è ciò che i palestinesi di Gaza rinfacciano a chiunque rivolga lo- ro domande «politiche». È difficile riuscire a dimostrare il contrario, vista la storia degli ultimi tre anni. Distruggere il futuro Ciò che balza subito agli occhi, in qualsiasi cittadina o villaggio ga- zese, è la presenza di moltissimi bimbi, di tutte le età. Affollano le strade, i vicoli, i campi. I loro pie- dini nudi affondano nella sabbia e le manine sono protese a salutare. Si avvicinano fiduciosi e sorriden- ti. Si presentano. Vogliono cono- scere i nostri nomi e poi, prima di tornare a giocare, con l’indice e il medio fanno il segno della vittoria. Sono vivi, loro, ma hanno visto i loro cari, i vicini, gli amici dilaniati dalle bombe «intelligenti» di Israe- le. A livello psicologico, spiegano medici e psichiatri, il trauma li se- gnerà per sempre. Da grandi, la rabbia e il dolore impotente, che ora hanno il sopravvento, potran- no trasformarli in violenti. Nonostante si sforzino di dichia- rare il contrario, i generali e mini- stri israeliani lo sanno benissimo: colpire la Striscia significa fare ma- celleria di questi piccoli. Semplice- mente, ogni qual volta un missile dell’aviazione o dell’artiglieria si abbatte sulla Striscia densamente popolata, fa strage di bambini. È impossibile non centrarli. Sono in ogni luogo, tantissimi. Certo, per giustificarsi agli occhi ciechi del mondo, lo stato israelia- no ci ha raccontato che Hamas ha usato scudi umani, ma questa ver- sione deve ancora essere provata dalle indagini che condurranno le Nazioni Unite. Documentate oltre ogni ragionevole dubbio e denun- ciate da diverse organizzazioni in- ternazionali, dall’Onu,dal Phr ( Phy- sicians for Human Rights , Medici per i diritti umani), da testimoni oculari e dalle testimonianze degli stessi soldati 1 , sono invece le stra- gi compiute dall’esercito. Gaza City: paesaggi lunari Attraversiamo interi quartieri ra- si al suolo o con palazzi trasforma- ti in tanti scheletri. Sembra di es- sere atterrati su Marte o su una ter- ra del futuro post-guerra nucleare. Il compound dei ministeri (Fi- nanze, Esteri e Interno) e il Parla- mento ci appaiono in tutta la loro imponente distruzione. Proviamo a pensare alle sedi delle nostre isti- tuzioni, a Roma, e a un qualche At- tila che le bombardi, senza rispet- I NUMERI DEL DISASTRO - 1.366 palestinesi uccisi (430 bam- bini e 111 donne, 6 giornalisti, 6 medici, 2 operatori Onu); - 5.360 feriti (1.870 bambini e 800 donne); - 16 strutture ospedaliere colpite (tra cui l’ospedale al-Quds distrutto); - 3 scuole dell’Unrwa in macerie; - 18 scuole danneggiate; - 19 moschee; - 215 cliniche; - 28 ambulanze; - 20 mila edifici bombardati; - distruzione totale dei campi colti- vati, serre, alberi e industrie; - 5.000 famiglie senza tetto; - 90 mila persone fuggite da casa; - 1 milione di kg di bombe (di cui il 5% ancora inesplose) lanciate da aviazione, marina e artiglieria israe- liane; - molti bambini sono morti di infar- to nei primi giorni di bombarda- mento; - 13 morti sul fronte israeliano: 3 ci- vili e 10 militari o uccisi da «fuoco amico». Israele ha fatto uso di Adm, armi di distruzione di massa: uranio impo- verito, Dime, fosforo bianco. A.L.

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