Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2009

DOSSIER 36 MC LUGLIO-AGOSTO 2009 R afah, 28 gennaio 2009. Dopo un viaggio di diverse ore lun- go la costa settentrionale del Sinai, arriviamo al valico egiziano. La guerra israeliana contro la po- polatissima Striscia è terminata il 18 e l’Egittoha riaperto, con il con- tagocce, il passaggio. Ne approfit- tiamo per presentarci alle autorità egiziane di confine, che, da quasi tre anni, contribuiscono all’assedio di Gaza. Ci disponiamo ad attendere di- verse ore, in coda all’ufficio passa- porti, in compagnia di decine di al- tre persone: un simpatico e creati- vo gruppo di ingegneri egiziani con tanto di elmetto giallo, due parlamentari marocchini, attivisti greci e feriti palestinesi di ritorno dagli ospedali del Cairo. Mentre aspettiamo più o meno pazientemente, osserviamo alcuni ragazzi con arti ingessati o ampu- tati. Sono stati feriti dalle bombe lanciate da Israele, poche settima- ne prima, durante l’operazione «Piombo fuso»: dal 27 dicembre al 18 gennaio. Storie di umanità ferita Hamid ha 30 anni, ma ne dimo- stra molti di meno. Ha passato di- versi giorni in un ospedale del Cai- ro, dove è stato sottoposto a quat- tro interventi. Ci indica le ferite: so- no sparse in tutto il corpo. È un giovane padre di famiglia, resi- dente a Beit Lahiya, nel nord della Striscia: è uno delle centinaia e centinaia di «terroristi» che Israele ha fatto a pezzi. La sua colpa, in- fatti, è stata quella di uscire in stra- da, una mattina - il primo giorno di invasione di terra israeliana - per comprare un po’ di dolci ai figlio- letti terrorizzati dai bombarda- menti notturni. Mentre era al su- permercato, un missile dell’avia- zione si è abbattuto su di lui e su altri cittadini, uccidendone sei. Lui si è salvato, ma è rimasto grave- mente ferito. Gaza: 10 giorni dopo il cessate il fuoco Una campagna militare, presentata all’opinione mondiale come operazione di «legittima difesa», in 22 giorni di bombardamenti aerei e incursioni di carri armati ha ridotto la Striscia di Gaza a un cumulo di macerie, distruggendo case, scuole, alberghi, ospedali e altre infrastrutture, provocando soprattutto morti, feriti e profughi, riducendo la popolazione palestinese alla miseria più nera, senza tuttavia cancellarne la dignità e la voglia di ricostruire il proprio futuro, in attesa della pace. di Angela Lano PRIGIONE A CIELO APERTO

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