Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2009

MISSIONI CONSOLATA MC LUGLIO-AGOSTO 2009 35 Da parte d’Israele l’attacco militare è presenta- to come operazione di legittima difesa, cioè per neutralizzare i razzi Qassam lanciati da Hamas contro obiettivi civili del sud di Israele; tale lan- cio si sarebbe intensificato appena scaduta la tregua di sei mesi, stipulata il 19 giugno 2008 grazie alla mediazione egiziana. Da parte palestinese, invece, la ripresa del lan- cio di razzi è statomotivato dalle violazioni del- la tregua di parte israeliana il 4 novembre 2008, con l’assassinio di 6 suoi militanti, con il bloc- co dei convogli umanitari e l’uccisione di 19 pa- lestinesi in attacchi aerei. O ra, la nozione di legittima difesa pre- suppone una proporzionalità dei mezzi impiegati, ma non è il caso dell’opera- zione «Piombo fuso»: Tsahal ha attivato una sessantina di bombardieri e almeno 20 mila uomini super equipaggiati di fronte a resisten- ti armati di razzi rudimentali e di adolescenti armati di pietre. Scopi ufficiali dell’operazione erano: distrugge- re i supporti logistici di Hamas, eliminare il maggior numero possibile di leader, rallentare o addirittura prevenire il riarmo, distruggendo i tunnel sotterranei tra Gaza ed Egitto, attraver- so i quali si riforniscono di armi Hamas e altre fazioni paramilitari. Di fatto l’operazione «Piombo fuso» ha seminato morte tra i civili e ridotto Gaza in un cumulo di rovine. L’uso sproporzionato della forza è confermato anche da un rapporto interno delle Nazioni Uni- te, pubblicato all’inizio del mese di maggio, in cui vengono ricostruiti i fatti di «nove incidenti più gravi» accaduti durante l’operazione «Piom- bo fuso». Il giudizio degli esperti Onu è duro: essi accusano Israele di uso eccessivo e indi- scriminato della forza contro i civili, e di aver aperto il fuoco e bombardato deliberatamente le sedi Onu pur sapendo che si trattava di edi- fici delle Nazioni Unite, a partire dal bombarda- mento della scuola femminile Unrwa (agenzia dell’Onu per i profughi palestinesi) di Khan You- nis, a quello della scuola elementare di Gaza City, alla scuola di Jabalya, fino ai mezzi e alle ambulanze Onu e ai morti provocati dai proiet- tili contro la scuola elementare di Beit Lahia. P oche settimane dopo il cessate il fuoco, in Israele si sono tenute le elezioni anticipate (10 febbraio). Secondo molti commentato- ri la campagna elettorale è strettamente legata allamessa in opera dell’attaccomilitare, della sua escalation e dell’appoggio unanime delle princi- pali forze politiche israeliane. Il risultato delle vo- tazioni ha premiato i politici che hanno mag- giormente appoggiato la campagna militare. Ciò non significa che tutta la società israeliana sia guerrafondaia. Da alcuni anni cresce il nu- mero degli obiettori di coscienza, chiamati «re- fusnik»: sono i giovani che rifiutano di arruo- larsi e numerosi soldati, ufficiali e sottufficiali che abbandonano l’esercito, per sottrarsi al do- ver prestare servizio nei Territori Occupati pa- lestinesi e dovere obbedire a ordini di natura re- pressiva e aggressiva contro civili. E poiché Israele non riconosce il diritto all’obie- zione di coscienza né prevede servizio civile al- ternativo, coloro che rifiutano di arruolarsi ven- gono sottoposti a processi e umiliati, fino a es- sere riformati in quanto «mentalmente disabili»; mentre quei militari, arruolati o riservisti, che scoprono di non potere, in coscienza, obbedi- re agli ordini dei loro superiori, vengono incar- cerati e scontano la loro pena in un carcere vi- cino a Haifa. B.B.

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