Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2009
MISSIONI CONSOLATA hanno dato molto,ma hanno con- ferito credibilità al progetto. Da lì ho ottenuto altri finanziamenti: fondi d’autore, fondi francesi per ci- nema africano, ecc. Occorreva però avere un pre-acquirente, un canale televisivo che si impegnasse a diffonderlo, per accedere a quei fi- nanziamenti. Non è stato facile, poi ci sono riuscita con France 5». UNA SOCIETÀADDORMENTATA Il film si chiude con interviste lam- po sul marciapiede.Alla domanda: «Vorrebbe di nuovo il Commande- ment opérationnel ?», la maggior par- te della gente risponde di sì, che c’è bisogno di maggiore sicurezza. Possibile che la gente abbia già di- menticato? «No, non hanno dimenticato.Ma siamo in un paese dove la coscienza cittadina è quasi inesistente,mentre la delinquenza è un vero problema. La questione che pone il mio film non è se combattere l’insicurezza, ma come combatterla.Occorre fare un’analisi per capire l’origine di que- sto stato di cose: la gente non è i- struita, è povera,ma perché?». «Ho volutomostrare queste ri- sposte a freddo per spiegare che malgrado tutto quello che è succes- so la gente vuole sicurezza, la recla- ma». Nessuno pensa che possa suc- cedere a lui di essere arrestato arbi- trariamente, torturato e ucciso. «È anche il segno di una società che è addormentata. Inmolti paesi l’accento è statomesso sulla que- stione sicurezza: anche in Francia e I- talia. Sono le grandi questioni di og- gi, e le soluzioni sono di tipo populi- sta. La gente è contenta se ha l’impressione che ci sonomisure molto forti, dure, repressive, per por- tare la sicurezza.Ma non si rendono conto che quando si fa un’unità spe- ciale per combattere il grande ban- ditismo, alla fine, tutti noi abbiamo perso». «La gente, nonostante abbia visto quello che è successo, non è nean- che cosciente che la risposta non è il Co, non è la repressione». Il Commandement opérationnel era una risposta puntuale per com- battere il gran banditismo, un pro- blema reale che si poneva.Quando cominciarono le derive, le prove di corruzione e di abusi, questa unità speciale è comunque rimasta opera- tiva. C’è stata poi una pressione in- ternazionale, affinché sia fatta giusti- zia. In realtà, il Co non sarà sciolto uf- ficialmente e diventerà il «Centro o- perativo della gendarmeria». UNTITOLOCHE NON SI DIMENTICA Une affaire de nègres , (letteral- mente: una questione di negri) un titolo che colpisce: «Cercavo qual- cosa di un po’ schoccante, in quanto ho la sensazione che poca gente conosca questa storia. Perché è suc- cesso in Africa, è un dramma in più, una deriva in più, la gente è stanca di queste piaghe. Il fatto di essere a- fricana e nera mi ha permesso di u- sare un titolo così, se fossi stata bianca magari non avrei osato. Pen- so che ci sia gente che pensa: “Oh, ancora una storia di negri”ma non possono esprimerlo.Volevo attra- verso questo titolo prendere in con- tropiede queste persone, dicendo: no, è un affare umano, un dramma universale, successo in Camerun, ma quando parliamo di delazione, corruzione, impunità, ovunque sia- mo sulla terra, in Europa, in Africa, sono questioni che ci riguardano tutti, che ci preoccupano tutti, non è solo una storia di negri». ■ MC LUGLIO-AGOSTO 2009 27 Paul Biya, presidente del Camerun dal 1982.
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