Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2009

co («epulone») descrive il lusso di quest’uomo con questo tocco: «Indossava vestiti di porpora» (cioè molto lussuosi). Molto probabilmente Lidia era di elevata posizione sociale, la sua città di origine, Tiatira, era il centro dell’industria della por- pora nell’antichità. Il fatto che Lidia possa ospitare, oltre ai membri della sua famiglia, Paolo e i suoi compagni, dimostra pu- re che la sua casa era spaziosa. Sebbene pagana, Lidia simpatizzava con la religione ebraica. Luca la chiama «timorata di Dio», il che denota una persona la qua- le, per quanto pagana, frequenta la sinagoga. In questo, Lidia ri- chiama la storia di Cornelio, il centurione pagano che pure era simpatizzante per la sinagoga (Atti 10,2). In un certo senso Lidia diventa quasi il tipo di donna capofamiglia che si converte . Già sensibile ai valori della fede ebraica, Lidia ascolta atten- tamente la predicazione di Paolo circa Gesù ed è toccata al cuo- re. Chiede di essere battezzata insieme a tutta la sua famiglia. La famiglia indica probabilmente non solo marito e figli, ma anche la servitù, che certamente era presente in una casa di persone benestanti. Lidia è così impressionata da ciò che ha sentito e visto che in- vita, anzi «costringe» l’apostolo e i suoi compagni ad accettare la sua ospitalità . Questo ha un valore simbolico, perché Lidia è pagana e Paolo e i suoi sono ebrei, eppure accettano non solo di abitare nella casa di una pagana, ma di condividerne la men- sa. È la prima volta, da quando Paolo iniziò il suo itinerario mis- sionario (Atti 13,3), che viene accolto in una casa. Paolo evan- gelizza le famiglie come Gesù aveva ordinato ai 72 discepoli: «Quando entrerete in una casa, dite subito a quelli che vi abita- no: Pace a voi... Restate in quella casa, mangiate e bevete quel che vi daranno» (Luca 10,5-7). L a casa di Lidia diventa così « la culla della chiesa in Filippi ». In questa casa Paolo condivide la mensa con i nuovi converti- ti. È probabile che in questa casa la giovane comunità cri- stiana si sia radunata per ascoltare ulteriormente la predicazio- ne di Paolo e per l’eucaristia. È interessante che lo stesso termine «costringere» sia usato per Lidia, che «costringe» Paolo ad ac- cettare la sua ospitalità, e per i discepoli di Emmaus, che «costrinsero» Gesù a fermarsi a casa loro (Luca 24,29) prima che si faccia notte. Il soggiorno di Paolo nella casa di Lidia acquista un ulteriore senso simbolico: è la prima volta che una casa pagana diventa un centro di evangelizzazione. All’inizio della sua missione europea, a Filippi, Paolo accetta l’ospitalità di una donna pagana che ha abbracciato la fede e desidera fare della sua casa il punto d’accoglienza della nuova comunità. Che il capo di questa fa- miglia sia una donna sottolinea ancor più la novità cristiana dove «in Cristo non c’è più né uomo né donna» (Gal 3,27). Mario Barbero D urante il suo secondo viaggio missionario, dopo aver vi- sitato alcune delle comunità cristiane dell’Asia Minore, lo Spirito Santo, attraverso una serie di circostanze, dirige Paolo a un nuovo campo di missione: l’Europa, entrandovi dalla Macedonia e Grecia. La città di Filippi è la prima tappa della mis- sione di Paolo in Europa. Questa città era allora un centro im- portante nel nord della Grecia, «colonia romana e capitale della Macedonia» (Atti 16,12). Paolo, Sila e Timoteo vi arrivano dopo un viaggio in nave da Troade a Samotracia e a Neapoli. Il racconto della conversione di Lidia e della sua famiglia è nar- rato succintamente in Atti 16,11-15. La brevità del racconto può far dimenticare l’importanza di questo evento. In realtà la con- versione di Lidia è collocata proprio all’inizio della missione europea di Paolo e questo già dà un’importanza fondamentale all’evento. Che poi si tratti di una pagana e di una donna capo famiglia , la cui conversione coinvolge tutta la sua famiglia, la ren- de ancor più significativa. Il vangelo di Gesù è accolto dai paga- ni. Esso è «buona notizia» per una donna benestante e intra- prendente, e attraverso di lei viene accolto dalla sua famiglia. La casa di questa donna pagana diventa il centro della giovane co- munità cristiana di Filippi. Ecco il racconto. « Salpati da Troade, facemmo vela diretta- mente verso Samotracia e, il giorno dopo, verso Neapoli e di qui a Filippi, colonia romana e città del primo distretto della Mace- donia. Restammo in questa città alcuni giorni. Il sabato uscimmo fuori della porta lungo il fiume, dove ritenevamo che si facesse la preghiera e, dopo aver preso posto, rivolgemmo la parola alle donne là riunite. Ad ascoltare c’era anche una donna di nome Li- dia, commerciante di porpora della città di Tiatira, una credente in Dio e il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo. Dopo essere stata battezzata insieme alla sua famiglia, ci invitò dicendo: “Se mi avete giudicata fedele al Signore, venite e rima- nete nella mia casa”. E ci costrinse ad accettare» . L a missione di Paolo in Europa è caratterizzata dalla conver- sione di donne pagane benestanti. Così avverrà in Tessalo- nica (Atti 17,4), così a Berea (Atti 17,12), così ad A- tene con Damaris (Atti 17,34). Ciò forse riflette il fat- to che nella società greca le donne avevano una certa indipendenza e autonomia. La conversione di Lidia si situa bene in que- sto sfondo della missione europea di Paolo. Come donna pagana, sebbene simpatizzan- te per la religione ebraica («credeva in Dio», letteralmente «timorata di Dio»), e con una buona professione, Lidia è una delle donne benestanti sensibili all’appello del vangelo. La sua posizione economica le permette di a- prire la sua casa a Paolo e ai suoi compagni. Lidia era commerciante di porpora. La por- pora era un tessuto di colore rosso intenso, prodotto di lusso nell’antichità. Porpora era il colore della regalità, indossata dai re di As- siria e Babilonia e anche da Alessandro Ma- gno. In Luca 16,19, la parabola dell’uomo ric- 2 MC LUGLIO-AGOSTO 2009 LIDIA Prima europea che accoglie il Vangelo

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