Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2009
ro che gli stanno attorno nei caffè a- rabi, mentre tira boccate di fumo da una pipa ad acqua e fa scorrere il ro- sariomusulmano. In tutto il Nord A- frica e Medio Oriente è conosciuto come uomo dal cuore grande. L’esistenza dei coniugi Mallouhi è sempre aperta, col risultato che la loro casa è un continuo via vai di gente d’ogni tipo: fondamentalisti i- slamici, preti e suore cattoliche, pa- stori battisti, copti ortodossi, comu- nisti, rabbini giudei, baha’i e ogni sorte di stranieri occidentali. Mentre viveva in Marocco,Mal- louhi portava a casa gente trovata per la strada per nutrirla e aiutarla.A Fes, unmilione e 300 mila abitanti, era conosciuto da così tanta gente, che una volta ricevette una lettera indirizzata semplicemente: «Mazhar Mallouhi - Fes». Grazie alla sua straordinaria capa- cità di fare amicizia, in tutto il mon- do ha centinaia di amici, di cui cono- sce a memoria i numeri di telefono; e li chiama regolarmente durante l’anno, si interessa di loro e promet- tendo preghiere. In qualunque città vada, organizza incontri settimanali che attirano intellettuali di ogni tipo. Mallouhi vive la sua vita per gli al- tri. La sua gentilezza e giovialità di- sarmano perfino coloro che si op- pongono alle sue credenze. In Egit- to, una volta fu imprigionato insieme a dei fondamentalisti isla- mici, che gli domandarono perché fosse lì. «Perché condivido la mia fe- de in Cristo con altri musulmani» ri- spose: uno sceicco fondamentalista condivise con lui la sua coperta e un altro il cibo. Spesso i musulmani gli dicono: «Non riesco a capirti. Perché ti metti in tanti guai per noi? Quali sono i tuoi secondi fini?». La sua risposta è semplice: «Se mi si presenta un’op- portunità di fare del bene e non aiu- to, è un peccato. L’opposto dell’a- more è l’indifferenza». CONDIVIDERE LE SOFFERENZE DI CRISTO Quando tornò in patria dopo 25 anni di esilio, visse un’altra esperien- 12 MC LUGLIO-AGOSTO 2009 DIALOGO RELIGIOSO NUOVE DIREZIONI Da parte della sua famiglia, però, Mallouhi sperimentò immediata- mente il rifiuto; uno zio tentò di sgozzarlo in pubblico, come testi- monia la cicatrice al collo. Poco do- po, diventatomembro attivo di un partito politico, stava per essere ar- restato, ma se ne andò in esilio. Mallouhi perseverò nella sua nuo- va fede: condividere con gli altri la ricchezza di Cristo era diventato il suo supremo desiderio. E cominciò a scrivere romanzi in arabo con temi spirituali, sul modello di Tolstoj e Do- stojevski. La letteratura è per lui la via più naturale e uno dei metodi più efficaci per il mondo arabo, dove i racconti esercitano un fascino po- tente nella tradizione orientale. Egli ha già scritto oltre una venti- na di libri, che sono letti in tutto il Medio Oriente. ll suo primo roman- zo, Il viaggiatore , storia del figlio pro- digo impersonato da un arabomo- derno, dalla prima edizione (1963) a oggi ha venduto più di 80 mila co- pie ed è stato letto da oltre unmilio- ne e mezzo di musulmani (si calcola che ogni libro è letto da 20-25 per- sone nel mondo arabo). Nel 1975 Mazhar sposò Christine, un’australiana che ha dedicato la vi- ta alla popolazione araba; hanno due figli. L’intera famiglia è impe- gnata nello stesso servizio: scrivere e pubblicare libri; insieme hanno lavo- rato in Egitto,Marocco,Tunisia, Siria, Giordania e infine in Libano. E come il Mahatma Gandhi aveva presentato Cristo ai suoi correligio- nari indù, con lo stesso approccio Mazhar Mallouhi vive la fede in Cri- sto e la condivide con i suoi compa- gni musulmani. DICHIARAZIONE DI PACE AI MUSULMANI Per comprendere meglio l’attività di Mallouhi bisogna tenere presente la sua «dichiarazione di pace ai mu- sulmani». Sotto questo aspetto egli ha esercitato un forte influsso per portare pace e curare i contrasti tra musulmani e cristiani. Perché i mu- sulmani riescano a vedere la vera natura di Cristo, è di cruciale impor- tanza, secondo Mallouhi, che essi vedano prima la somiglianza tra Cri- sto e i suoi seguaci. Mallouhi stesso si definisce «un musulmano che segue Gesù» e spie- ga che seguire Cristo nello spirito di Gandhi significa prendere ogni gior- no il sentiero dell’amore, della pace, del sacrificio e rinnegamento di se stesso. Egli stesso trasuda gentilez- za, bontà, cordialità e allegria: attrae la gente come una calamita. I ragaz- zi lo adorano. Ho avuto il piacere di passeggiare con lui in vecchi quartieri arabi e l’ho osservatomentre conversava con e- stranei: li legava a sé quasi all’istante con la sua calda e profonda umanità. È affascinante vederlo parlare e co- municare l’amabilità di Cristo a colo- Mazhar Mallouhi, con accanto il suo narghilè (pipa ad acqua), nel cortile della sua abitazione a Beirut (Libano).
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