Missioni Consolata - Giugno 2009
pongono una domanda: «E se riuscissi- mo a far muovere il pendolo della salu- te globale verso la quinta metafora e la salute pubblica?». UN TEMA, TANTE DECLINAZIONI, DIVERSI AUTORI Il libro è il risultato del lavoro di 39 autori, che ha portato alla stesura dei diversi capitoli, suddivisi in due parti principali. Una prima sezione è espres- samente dedicata al tema che dà il titolo alla pubblicazione, l’aiuto allo sviluppo in campo sanitario; la secon- da parte presenta un aggiornamento della situazione sanitaria mondiale, dal punto di vista delle politiche messe in atto, di alcune malattie e dei sistemi sanitari di quattro nazioni. Nella prima parte, il tema dell’aiuto allo sviluppo in ambito sanitario viene affrontato nei suoi diversi aspetti, a partire ancora una volta, e prima di tut- to, dall’evoluzione delle politiche sani- tarie a 30 anni dalla Dichiarazione di Alma Ata. Nello scorrere delle pagine, attraverso aspetti storici, numeri, descrizioni, elementi economici, esem- pi, vengono approfonditi temi quali i livelli essenziali di assistenza, l’aiuto pubblico allo sviluppo, la cooperazio- ne sanitaria. In questi ultimi due ambiti, per esempio, viene fornito il quadro di «proliferazione e frammentazione nella cooperazione internazionale», ovvero l’aumento negli anni del numero di donatori (proliferazione) e delle atti- vità finanziate da un donatore (fram- mentazione), e di come questi due aspetti abbiano reso maggiormente complicato lo scenario generale. Ma vengono riportati anche dati sul- le promesse non mantenute da parte dei paesi donatori, o sull’importanza della valutazione dell’efficacia degli interventi. A quest’ultimo tema viene dedicato, nelle pagine successive, un intero capitolo, che si occupa proprio dei possibili sistemi di valutazione degli interventi effettuati, consideran- do, per esempio ma non solo, la rile- vanza, l’efficacia, l’efficienza, l’impatto e la sostenibilità. Sezioni con panorami generali sulla situazione e sulle note dolenti o da migliorare si alternano dunque ad altre con possibili risvolti pratici, il tutto sempre con il supporto della letteratu- ra. Inoltre, nel susseguirsi dei diversi capitoli, temi comuni vengono ripresi, approfonditi da altri punti di vista, allargati con prospettive differenti, con l’aiuto pubblico allo sviluppo come filo conduttore, su cui si aggan- ciano e intrecciano i diversi elementi, presentati e poi ripresi nelle singole situazioni e contestualizzati nei vari ambiti. Da un quadro generale della coope- razione sanitaria si passa, per esem- pio, a situazioni concrete quali la coo- perazione italiana o quella cinese; dal- le questioni in sospeso dell’aiuto allo sviluppo ai possibili esempi di valuta- zione prima accennati; dalle disegua- glianze nella distribuzione delle malat- tie sul pianeta e delle forze messe in campo come operatori sanitari all’ap- profondimento sulle migrazioni di per- sonale sanitario, completato dal panorama del personale infermieristi- co straniero in Italia. A proposito di tali diseguaglianze, si legge nel Rapporto, citando come fonte l’Organizzazione mondiale della sanità, come le Americhe con il 10% del carico mondiale di malattie abbia- no il 37% di operatori sanitari del mondo e oltre il 50% della spesa sani- taria mondiale, mentre l’Africa, con il 24% del carico di malattie, abbia il 3% di operatori sanitari e meno dell’1% della spesa sanitaria mondiale. UNA VISIONE COMPLESSIVA: DAL GENERALE AL PARTICOLARE E RITORNO Tante informazioni, come si diceva, di tipo numerico, economico, di effica- cia o meno, successo e insuccesso che mostrano la complessità dell’aiuto umanitario, di come questo abbia diverse sfaccettature e diversi elemen- ti da tenere presenti, per trovare la strada per proseguire. Nel capitolo intitolato Gli aiuti uma- nitari: tra carità, ideologia, inganno , si legge che «l’aiuto umanitario è per definizione un indicatore di insucces- so, perché arriva sempre quando il disastro ha già avuto luogo; il suo uni- co obiettivo è alleviare e ridurre il dan- no, a volte solo a breve termine». Un capitolo che conclude sottolineando: «Gli aiuti tendono gradualmente a ren- dere i paesi che ne dipendono incapa- ci di affrontare le proprie crisi. Inoltre, l’aiuto umanitario si focalizza spesso sul diritto alla sopravvivenza, dimenti- candosi del diritto alla vita... L’aiuto umanitario infatti tende a soccorrere le popolazioni senza interrogarsi troppo sulla complessa rete di cause che por- tano alla crisi umanitaria. Non agisce, cioè, sui meccanismi che danno origi- ne al bisogno di aiuti umanitari». Una complessa rete di cause che le Diritto alla salute richiede il diritto all’acqua.
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