Missioni Consolata - Giugno 2009
DOSSIER 46 MC GIUGNO 2009 C onobbi Sandra nel luglio 2007; era venuta al nostro Centro, incinta di due ge- melli, per chiedere un sostegno e un aiuto. Nigeriana, 28 anni di età, conviveva con un connazio- nale dal quale aveva avuto una bimba riconosciuta da entrambi. Quando si trovò incinta di due ge- melli, il convivente voleva che Sandra abortisse, ma lei rifiutò e lui se ne andò. La nuova vita che attendeva, per lei, donna africana, non poteva che essere portatrice di speranza e gioia: «La vita è di Dio e nessu- no può toglierla», mi disse. Le sue convinzioni culturali e religiose non le consentivano di abortire. Per questo Sandra, ormai sola, con una bimba di due anni, al quinto mese di gravidanza, si ri- volse al Centro Migranti. Mentre si avvicinava la data del parto, oltre ai problemi della so- pravvivenza si aggiunse anche quello dell’abitazione: doveva la- sciare l’appartamento perché non poteva più pagare l’affitto! Cominciammo le ricerche e, fi- nalmente, trovammo per Sandra una sistemazione provvisoria, se- gnalando immediatamente il caso anche all’«Ufficio stranieri mino- ri» del Comune di Torino che riu- scì ad inserirla in una comunità nei dintorni del capoluogo: era il primo ottobre del 2007. Il 25 no- vembre, nacquero Daniel e David! La gioia per la nascita dei bimbi fu grande, ma per Sandra i pro- blemi si moltiplicarono: le era sca- duto il permesso di soggiorno che aveva ottenuto a Brescia, dove aveva lavorato prima della gravi- danza. Incredibile, ma vero, per uno sbaglio nella compilazione dei mo- duli, la questura bresciana rifiutò il rinnovo. Si tentò il ricorso, ma l’avvocato non se ne interessò. I ri- corsi costano e se non si possono pagare…! Tutto si arenò. Coinvol- si l’Ufficio Diocesano Migrantes di Brescia, che ci aiutò moltissimo, riuscendo a far accettare l’integra- zione dei documenti. Nel maggio del 2008, Sandra ebbe di nuovo tra le mani il sogno di ogni emigrante: il permesso di ITALIA INTRECCI DI SOLIDARIETÀ La storia di un lungo viaggio attraverso i sentieri di carte bollate e di cavilli burocratici, raccontato da chi, per lunghi anni, è stata una presenza di consolazione nell’Ufficio di Pastorale Migrantes (Upm) di Torino. Un breve racconto a lieto fine, pieno di luci ed ombre, pregiudizi, paura, ma anche tanta tenacia e incrollabile speranza. di suor Maresa Sabena, MC
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