Missioni Consolata - Giugno 2009

DOSSIER 44 MC GIUGNO 2009 le. Nessuno sa della sua gravi- danza, tranne alcune persone di una «unità di strada» che la se- guono e la convincono a lasciare la strada. Finalmente, viene ac- colta in una delle case-famiglia gestite da religiose e accompa- gnata con amore ad accogliere, se pur faticosamente, il dono della vita, frutto di violenza e umilia- zione. È stata questa nuova vita che ha dato a questa donna con- solazione e gioia. Ricordo il suo commento dopo la nascita della bimba: «Senza il vostro aiuto, non solo ora non ci sarebbe la mia bambina, ma non ci sarei più nemmeno io, perché la vita per me non aveva più senso». Sonia , 18 anni appena compiuti, viene presa dalla strada, durante un controllo della polizia e porta- ta al Cpt (Centro di Permanenza Temporaneo) di Roma, perché pri- va di documenti; in 15 mesi ave- va fruttato alle sue tre sorellastre che l’avevano portata in Italia la somma di 55 mila Euro. Sulla stra- da, per la sua giovane età, era molto ricercata. A Ponte Galeria Mercy , nigeriana, viene portata in Italia a 14 anni e venduta da uno zio a trafficanti di esseri umani; messa sulla strada, viene recupe- rata dalla polizia ed è accolta in una comunità per minori; perde i contatti con la famiglia che ritro- va solo dopo 6 anni, grazie all’in- teressamento e al lavoro di rete tra le congregazioni religiose. Ri- trova la mamma e la famiglia che la credevano morta, sparita nel nulla. Commovente è stato il con- tatto telefonico tra madre e figlia dove le lacrime hanno dato spa- zio ad una profonda riconoscen- za al Signore che veglia sui suoi fi- gli come una madre. Joy , 19 anni, primogenita di 8 fi- gli, lascia la famiglia per aiutare i fratellini a frequentare la scuola. Durante il lungo ed estenuante viaggio attraverso il deserto del Sahara è violentata da tante per- sone dalle quali non può sottrar- si: rimane incinta. Per sei mesi lavora sulla strada per pagare il grosso debito di 60 mila euro contratto, senza saper- lo, con l’organizzazione crimina- ITALIA VOLTI , STORIE E SPERANZE Storie brevi, quasi delle istantanee di sofferenza e disperazione di donne in cerca di consolazione. di suor Eugenia Bonetti, MC stel Volturno, in provincia di Ca- serta, è un paese che si estende per ventisette chilometri lungo il mare, attraversato in tutta la sua lunghezza dalla via Domitiana. Qui, vivono alcune migliaia di im- migrati, la maggioranza prove- niente dalla Nigeria e dal Ghana. La loro situazione è difficile, perché non riuscendosi a mettere in rego- la e trovare un lavoro, cadonomol- to spesso nelle mani della malavi- ta organizzata che li usa come ma- no d’opera a basso prezzo nel traffico della droga e della prosti- tuzione. Negli ultimi anni, dall’Est Europa, c’è stato un forte e co- stante afflusso di immigrati, tra cui parecchi polacchi, che settimanal- mente arrivano in cerca di lavoro. In Polonia si pubblicizza che in Ita- lia c’è la possibilità di lavorare e di guadagnare tanti soldi. Chi orga- nizza questi viaggi fa pagare mol- to, sia il trasporto, sia l’indirizzo del presunto datore di lavoro. Que- ste promesse molte volte finisco- no male a causa di tanti «imbro- glioni» polacchi e italiani, che gua- dagnano a spese di chi è in cerca di un lavoro. La Parrocchia di Santa Maria del- l’Aiuto, gestita dai Missionari Com- boniani costituisce un punto di ri- ferimento per i Polacchi: qui si ri- trovano e ricuperano la loro identità cristiana e nazionale, le principali festività religiose Natale e Pasqua sono celebrate secondo le tradizioni e diventano momenti di aggregazione e fraternità. Molti immigrati polacchi, inoltre, chie- dono di preparare i figli nati a ri- cevere il sacramento del Battesimo e di amministrare la Cresima a quelli che sono venuti con loro dal- la Polonia. Non mancano poi, le giovani coppie, che chiedono di ce- lebrare il matrimonio in chiesa. Qui vengo il fine settimana per presta- re un servizio di pastorale missio- naria tra le donne, le ragazze e i la- voratori del mio paese. Oltre alle attività propriamente religiose, il mio compito è quello d’incontrare e ascoltare le persone che incontro lungo la strada, in parrocchia o nelle famiglie. Sì, anche qui, c’è la missione «ad gentes», che ci spinge ad aprire gli occhi e il cuore e ad andare incon- tro alle persone accettando la loro realtà culturale, linguistica, religio- sa e, soprattutto, a farsi carico del- la loro sofferenza, pronti ad acco- gliere e a consolare coloro che in- contriamo sul nostro cammino. ■

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=