Missioni Consolata - Giugno 2009
MISSIONI CONSOLATA MC GIUGNO 2009 39 no raccogliendo le «briciole» del nostro spreco, mi sento consolata accompagnando i passi di coloro che, come Ousmane, non contano e sempre vengono lasciati ai mar- gini della società: per questa espe- rienza rendo grazie a Dio e mi sen- to rafforzata nella mia vocazione di Missionaria della Consolata. ■ tro RAPA ho conosciuto e seguito da vicino Ousmane. Mi ha colpito la sua salda fede in Allah, che lo aiuta ad affrontare con calma e se- renità la situazione di emergenza e solitudine in cui si trova. Mi impressiona anche la sua ri- conoscenza per tutto ciò che rice- ve: la sua sofferenza più grande è quella di non poter mandare, co- me vorrebbe, aiuti economici alla sua famiglia. Spesso, mi chiede di pregare per lui e di aiutarlo a trovare un lavo- ro. Purtroppo, oltre alle molteplici difficoltà burocratiche, un test me- dico ha diagnosticato a Ousmane un diabete, per cui deve seguire una dieta speciale e sottoporsi a controlli sanitari regolari, cosa che complica ancor di più la sua situa- zione di migrante senza permesso di soggiorno. Tuttavia, niente di tutto questo mina la fede di que- st’uomo. La sua presenza serena e senza pretese è per me il segno palpabile che Dio è con lui. In que- stomondo del consumo e delle ap- parenze, dove questi fratelli vivo- O usmane ha circa quarant’an- ni ed è uno dei tanti migran- ti proveniente dall’Africa Oc- cidentale che ha attraversato il ma- re per cercare una vita migliore a Madrid, in Spagna. Un lavoro da pescatore che non riusciva più a mantenere e sfamare una famiglia numerosa: ecco cosa c’è alla base del sogno europeo di Ousmane. L’ho conosciuto grazie al «Proget- to RAPA» (Rete di appoggio per l’Africa, creata dai Gesuiti spagno- li con cui da due anni collaboro), organizzazione che aiuta i mi- granti ad inserirsi nella realtà spa- gnola. Un lavoro che svolgo volen- tieri, riconoscente per il tanto be- ne che ho ricevuto dalla gente africana, durante i miei anni tra- scorsi in quel continente. Ousmane, arrivato circa un anno fa dal Senegal, è ospite di un cen- tro di accoglienza temporanea. Pri- ma dell’attuale crisi economica, era facile per chi arrivava in Spagna trovare un lavoro, avere in breve tempo i documenti in regola ed ot- tenere il permesso di soggiorno. Ora, anche in Spagna la situazione è difficile per cui gli ospiti del Cen- tro non trovando lavoro, restano all’interno della struttura. Questa situazione rende i migranti tesi e a volte anche violenti. Per questo, noi che lavoriamo nel RAPA ci sia- mo proposti di «personalizzare» l’accompagnamento, offrendo a ciascuno la possibilità di dialogare e allentare così le tensioni. Miglio- rare la comunicazione con gli ospi- ti del Centro ci ha anche permesso di conoscere le motivazioni che hanno indotto queste persone a la- sciare i loro Paesi, nonché di co- gliere le loro capacità lavorative e aspirazioni, aiutandoli così meglio nella ricerca di un impiego. Curiamo anche la formazione personale e professionale degli ospiti, offrendo corsi di lingua spa- gnola e avviamento professionale. Attraverso i programmi del Cen- Momenti di condivisione al centro di accoglienza temporanea. SPAGNA RAFFORZATA E CONSOLATA Suor Marisa Isabel Soy, argentina, dopo avere lavorato in Bolivia e in Liberia, ora si trova in Spagna, a Madrid, dove le missionarie della Consolata svolgono un servizio di animazione missionaria e pastorale parrocchiale. Inoltre, suor Marisa, collabora in un progetto a favore dei migranti. di suor Marisa Isabel Soy, MC
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