Missioni Consolata - Giugno 2009
MISSIONI CONSOLATA le due città principali del Tagikistan, passa per la pianura uzbeka.Questo è il percorso che segue la ferrovia. Volendo rimanere all’interno del ter- ritorio nazionale si è costretti a vali- care i due passi di Anzob (3.372 m.) e Shahristan (3.351 m.). Bisognò a- spettare fino al 1935 per avere una strada vera e propria che s’inerpicas- se fino a quelle altezze, prima c’era- no soltantomulattiere. COME NASCE UN PAESE... IMPROBABILE Prima dell’epoca sovietica il Ta- gikistan non era mai esistito come formazione politica indipendente; questi territori avevano sempre co- stituito la periferia di stati i cui centri erano o nelle pianure irrigue a nord delle montagne, o negli altopiani a sud. Solo a metà degli anni ‘20 esso fu costituito come entità ammini- strativa, quando il governo bolscevi- co decise di dare un nuovo assetto ai governatorati del Turkestan e del- la Steppa, assegnando un proprio territorio a ogni popolo presente al- l’interno dell’ex impero zarista.Nac- quero così, inizialmente, tre repub- bliche socialiste, che presero il nome di altrettante etnie: Turkmenistan, Uzbekistan e Kazakistan; al loro in- terno furono, poi, disegnate delle re- gioni autonome per le etnie consi- derate minoritarie. Così facendo si applicava un prin- cipio astratto a una realtà non corri- spondente: il concetto di nazionalità era del tutto estraneo alla storia, alla religione, alla cultura dei popoli cen- troasiatici. In Asia Centrale non c’e- ranomai state nazioni,ma entità statali multietniche, dove la consa- pevolezza etnica era inesistente; il senso d’identità era dato dall’appar- tenenza a una famiglia estesa, o a un clan, e dalla comune fede islamica. Il principio base di distinzione dei gruppi era lo stile di vita nomade, o sedentario: nomadi erano i kazaki, i turkmeni, i karakalpaki, i kirghizi, tut- ti popoli di origine turco-mongola; sedentari erano gli uzbeki turchi, che avevano col tempo abbandona- to le proprie tradizioni nomadi, si e- rano sedentarizzati e vivevano da secoli in strettissimo contatto con i tagiki iranici, gli abitanti originari della regione e sedentari da sempre. Dividere questa regione in base a criteri etnici, in cui gli stessi interes- sati faticavano a riconoscersi, era im- presa impossibile, che scontentò molti e lasciò ampie fette di popola- zione al di fuori dei nuovi confini na- zionali. Ci fu a chi andò bene, come agli uzbeki, o benissimo, come ai ka- zaki, e a chi toccò una fetta troppo piccola, come ai tagiki, che videro i loro principali centri di cultura, le città di Bukhara e Samarcanda, rima- nere in territorio uzbeko. Alla regione autonoma del Tagiki- stan, ritagliata nel 1924 all’interno della repubblica dell’Uzbekistan, an- darono la provincia orientale dell’ex emirato di Bukhara, la più arretrata e remota, e il Pamir. Inmancanza di meglio, assurse a dignità di centro amministrativo un villaggio, poco più di un centinaio di case d’argilla lungo la strada carovaniera per Sa- marcanda, sede di unmercato che si teneva il lunedì:Dushanbe in tagiko significa, appunto, lunedì. Nel 1929 il Tagikistan si staccò dal- l’Uzbekistan per diventare la settima Repubblica socialista sovietica. Es- sendo quasi interamente montuosa, per renderla economicamente più agibile in quell’occasione vi fu inglo- bata la città di Khujand e una fetta di pianura circostante, appartenute in precedenza all’Uzbekistan. RISCHIODISINTEGRAZIONE Finché esistette l’Urss, questa stra- na repubblica poté godere il van- taggio di trovarsi all’interno di uno statomultietnico che, di fatto, ricrea- va le condizioni originarie. I confini erano esclusivamente amministrati- vi e in nessunmodo poteva essere MC GIUGNO 2009 31 Dushanbe,monumento a Ismail Somoni (892-907), fondatore dello stato tagiko dei Samanidi.
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