Missioni Consolata - Giugno 2009
MISSIONI CONSOLATA clanico, come è tendenza in Africa, ma il modello «democratico» di ge- stione della Pccm è sopravvissuto e si è sviluppato. Con le Pccm «nasce veramente la chiesa locale con la coscienza di es- serlo. La chiesa mozambicana fino all’Indipendenza era troppo caratte- rizzata e condizionata dalla cultura europea e coloniale. La gente era passiva, viveva sottomessa al missio- nario come ad una autorità civile, vi- veva nella paura dello stato di poli- zia vigente e soffriva un cronico complesso di inferiorità». Scrive O- norioMatti, e continua: «Nel loro am- bito, le Pccmhanno dimostrato una esemplare capacità di autogestione, di corresponsabilità,di condivisione e di comunione, realizzando in pic- colo, buona parte del modello di so- cietà socialista che non solo è fallita ma,purtroppo, ha prodotto il suo contrario, un basso livello di senso civile,di responsabilità e partecipa- zione sociale con l’aggravante di un processo crescente e incontrollabile di corruzione a vari livelli». FUTURO INCERTO Il Mozambico di oggi,e quindi an- che la sua chiesa, si confronta con l’invasione culturale dei «non valori» «Abbiamomolti catechisti, animato- ri principali, animatori di carità, ani- matori di economia, laici delle fami- glie. Ognuno ha un ruolo definito. Questi ultimi, ad esempio, aiutano le famiglie,quando ci sono problemi, affinché non divorzino e vivano in pace». Figura che sarebbe quanto mai utile anche nelle nostre comu- nità. «L’animatore di economia, invece, controlla il denaro dell’offertorio, or- ganizza la raccolta». Nella celebrazione della parola «ci sono parti che spettano agli anima- tori e altre al sacerdote, che noi non tocchiamo.Occorre una formazione per sapere questo. Fino ad arrivare alla comunione ai propri colleghi. Io ho imparato anche questo al corso di Guiúa» conclude Elias. VERO SOCIALISMO Dopo l’indipendenza il Frelimo sceglie il marxismo-leninismo e av- via una campagna di nazionalizza- zione. Missioni e opere (scuole, di- spensari) sono tolti ai missionari, molti dei quali devono concentrarsi nelle città, altri lasciano il paese. Il fatto di avere un tessuto laico attivo e strutturato, le Pccm, salva la chiesa mozambicana.Molti missionari che tornano nei territori abbandonati in seguito a un ammorbidimento delle posizioni del governo, sono stu- piti di trovare una chiesa vi- vace e le comunità che si sonomoltiplicate.Non si assiste a divisioni di tipo famigliare o occidentali.Quella che,padreMatti, definisce senzamezzi termini: «L’irru- zione dell’Occidente attraverso i mass media in una società indifesa. Tutto questo chiede un rinnovamen- to del metodo e dei contenuti della pastorale e dei relativi testi che biso- gnerebbe saper riscrivere con la stes- sa fantasia e intelligenza,entusiasmo e forza,volontà e capacità di allora». A fianco di un bisogno e domanda di spiritualità, si assiste a una perico- losa tendenza al ritorno al clericali- smo, il che rappresenterebbe una involuzione. Nelle parrocchie torna ad avere un’importanza predominante il par- roco, che accentra e dirige: «Figura e autorità centrale da cui tutto e tutti devono dipendere». I laici rischiano di diventare meri esecutori dei suoi ordini e non attivi ministri eletti dal- la comunità e che a essa devono rendere conto. Ancora Onorio Matti propone un «antidoto» a queste derive: «Quello della formazione spirituale rimane un punto carente e da colmare nel cammino delle Pccm. Bisogna colti- vare di più la formazione spirituale del catechista, dell’incaricato della parola e del responsabile della co- munità. Solo la solidità spirituale nella fede permette di attraversare i tempi difficili». ■ Matheus Andres Mal e la moglie Sabina: una delle giovani coppie su cui si costruisce la chiesa in Mozambico.
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