Missioni Consolata - Giugno 2009
MISSIONI CONSOLATA una conversazione tra sordi;ma an- che allora dobbiamo perseverare. Abbiamo imparato che nella storia ci sono tempi adatti al dialogo e tempi in cui invece il dialogo stenta a decollare. Questo periodo come lo classifiche- rebbe? Oggi le opinioni della chiesa sono ascoltate dal governo. Quindi potrebbe essere un periodo propizio per sviluppare rapporti di- plomatici traVietname Santa Se- de: come sono le relazioni tra il go- verno e la Conferenza episcopale vietnamita? Possiamo dire che il governo è convinto che, se il Vaticano è il «ca- po» della chiesa cattolica, la Confe- renza episcopale vietnamita non è altro che un organismo nato per realizzare i progetti del Vaticano in Vietnam. Secondo il governo la Con- ferenza episcopale vietnamita agi- sce come diretta emanazione del Vaticano. Beh, la Conferenza episcopale viet- namita non potrebbe andare con- tro il Vaticano; ne nascerebbe un caso internazionale. Se non sbaglio la chiesa patriottica cinese è in rot- ta con la Santa Sede perché sotto- mettendosi alle direttive dello sta- to, si rende indipendente da essa. Le faccio un esempio: quando ci sono state le manifestazioni ad Ha- noi per sollecitare il rimpossesso dei terreni ecclesiastici confiscati dal go- verno vietnamita negli anni Cin- quanta-Sessanta, i fedeli cattolici si sono riuniti per pregare pubblica- mente con delle candele inmano. Immediatamente il governo ha vo- luto sapere se questa manifestazio- ne fosse stata ordinata direttamente dal Vaticano o se fosse, invece, un’i- dea della chiesa locale.Quando si è dimostrato che il Vaticano non ave- va in alcunmodo organizzato il ra- duno, l’amministrazione vietnamita si è tranquillizzata e ha lasciato che i fedeli continuassero le loro dimo- strazioni. Parliamo della diocesi di cui è a ca- po: Dalat.Questa è una città com- pletamente differente dalle altre in Vietnam: un centromontano co- struito apposta dai colonizzatori francesi per le loro vacanze che è riuscito amantenere un’atmosfera rilassante.Come si è svolto l’inseri- mento di Dalat nel mondo sociali- sta dopo la liberazione? Faccio dif- ficoltà a immaginarmi un regime duro e autoritario come lo è stato in altre parti del paese. Dopo il 1975, per un decennio la situazione politica è stata dura e dif- ficile. In questi anni la diocesi ha per- so chiese, l’università cattolica è sta- ta requisita, così come il Pontificio collegio Pio X e tutte le scuole pri- marie e secondarie gestite dalla chiesa cattolica.Ma è anche vero ciò che afferma lei, che a Dalat l’avvento del nuovo governo non ha imposto drastici cambiamenti come in altre regioni.Questo perché, nella regio- ne il 25% della popolazione è catto- lica, inducendo le autorità ad assu- mere un atteggiamento più aperto verso la chiesa. Infine non dimentichiamo l’aspet- to climatico, che influisce sul caratte- re della popolazione. Il clima di Dalat è considerato uno tra i più belli del- l’intero paese. Per questo la città è sempre stata sede di università e di scuole. L’atteggiamento della popo- lazione si riflette in questo clima gentile e il fatto che vi sia un’alta concentrazione di istituti scolastici permette di avere un’elevata scola- rizzazione. Forse anche per questo il governo di Dalat si è sempre mo- strato tollerante sia verso la chiesa sia verso le minoranze. ■ MC GIUGNO 2009 21 Catechismo ai bambini Hmong di Sa Pa, sugli altipiani nord occidentali del Vietnam. Centro di promozione della donna a Kontum.
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