Missioni Consolata - Giugno 2009

20 MC GIUGNO 2009 VIETNAM una resistenza contro il Vietnam. Il suo è unmovimento che non si è e- spanso al di là degli Stati Uniti e og- gi, con la nuova collaborazione di- plomatica e economica tra Hanoi e Washington, non penso abbia un fu- turo. E la chiesa vietnamita, da parte sua, cosa sta facendo nel campo dell’inculturazione? Lei è stato a Kontum e avrà certa- mente visto la cattedrale e il cam- pus, costruiti secondo l’architettura montagnard. Penso che quello sia un tipo di inculturazione,ma non e- siste solo quello, perché la chiesa si è impegnata in questo campo in tutto il Vietnam. Siamo nel paese da 500 anni e quindi abbiamo acquisito un’ottica vietnamita.Un esempio concreto di come la chiesa cattolica si sia fatta vietnamita, lo si può vede- re a Ninh Binh, a un centinaio di chi- lometri da Hanoi, dove c’è la chiesa di Phat Diem, costruita secondo l’ar- chitettura del tempio buddista cine- se a pagoda. Oltre all’estetica e all’architettura, quali passi sono stati compiuti nel campo liturgico per innestarsi nel- la cultura locale? Sin dai primi anni della loromis- sione, i gesuiti hanno tradotto le preghiere secondo i canoni letterari e musicali vietnamiti.Nelle zone tri- bali i preti cercano sempre di impa- rare le principali lingue etniche. Le assicuro che non è compito facile, vi- sto che per molte popolazioni non esiste una lingua scritta.Anzi, tra i montagnard è stata proprio la chie- sa a codificare la lingua scritta, pub- blicando libri di letteratura, leggen- de, racconti, fiabe e di storia per evi- tare la morte delle culture più deboli. Inoltre nelle case vietnamite buddiste e taoiste esiste l’usanza di avere un altare.Questa usanza è sta- ta mantenuta anche dalle famiglie cattoliche, nelle cui case si trova sempre un altare con la croce e la Sacra Famiglia. La stessa pietà filiale presente nella vita famigliare tradi- zionale vietnamita, viene tradotta nelle famiglie cattoliche in rispetto verso i propri genitori, che si traduce in un rafforzamento dei vincoli di parentela e di fedeltà coniugale. Il Vietnamè stato diviso per due decenni. In chemodo questa sepa- razione ha influito sull’evoluzione della chiesa cattolica vietnamita? Non c’è alcuna differenza nella fe- de, anche se dal 1945 al 1975 la vita dei cattolici nel Nord è stata durissi- ma a causa della guerra.Viceversa, la chiesa del sud ha avuto un decorso storicomeno critico e forse per que- sto è riuscita ad accettare con più fa- cilità la spiritualità del ConcilioVati- cano II.Devo però aggiungere che, sebbene il Vietnam fosse diviso in due parti tra il 1945 e il 1975, in realtà la chiesa era una. La diversità a cui lei accennava prima, non era una diversità nella fede,ma si rispecchia- va unicamente nelle relazioni diplo- matiche. Dopo la liberazione e unificazione, i rapporti tra chiesa e governo han- no avuto due fasi: nella prima, tra il 1975 e il 1990, tali rapporti erano tesi, nella seconda si sono registrati segnali di apertura: come pensa e- volverà il dialogo conHanoi? Nessuno può conoscere cosa ci ri- serverà il futuro, specialmente in un paese socialista.Nel 1986 è stata in- trodotta la doi moi (innovazione) ma da allora, e sono passati più di due decenni,molte cose sono rimaste immobili. In quanto cattolici dobbia- mo continuare a dialogare con il go- verno socialista nello spirito del van- gelo secondo il ConcilioVaticano II. Quandonon è possibile dialogare? Talvolta abbiamo l’impressione che il dialogo stagni, è come se fosse Kontum, altipiani centrali, tipica casa comunitaria dell’etnia Bahnar, tradizionalmente usata per incontri culturali e religiosi. Prova di canto in una comunità cristiana di Kontum.

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