Missioni Consolata - Giugno 2009
riuscito a conquistare spiritualmen- te tante anime ostili e a realizzare il paradosso a lui tanto caro e ripetuto spesso nei suoi scritti: ogni vittoria divina è la conseguenza logica di una sconfitta umana. Nell’ultima fase della sua missio- ne, quando i fedeli cattolici si dichia- rano disposti a difenderlo dalle pro- babili violenze dell’imperatore Johannes IV , il vescovomissionario taglia corto con questo discorso: «Fi- gli miei, vi ringrazio di tutte le vostre simpatie e attaccamento alla missio- ne cattolica,ma dobbiamo intender- ci bene, affinché non accada poi di pentirci a vicenda: io non sono ve- nuto qui per fare la guerra e guada- gnarmi un regno,ma unicamente per insegnare il vangelo di Cristo... Io non ho bisogno di soldati,ma di fi- gli... Se Cristo è morto, non è morto perché vinto;ma all’opposto, quan- do noi saremo vinti dai nostri nemi- ci, allora noi saremo vincitori di essi, ed essi entreranno nelle nostre file». FUOCO, SANGUE,MARTIRIO Il Massaia non si stanca di ribadire concetti che hanno stretta attinenza con la croce e devono necessaria- mente essere posti alla base di una evangelizzazione efficace: fuoco, MISSIONI CONSOLATA della croce.Ad essa è dedicata la fe- sta nazionale del « Maskal », dell’esal- tazione della croce, il 27 settembre, celebrazione in cui si mescolano motivi religiosi, civili, culturali e fol- cloristici, per ricordare il ritrovamen- to della croce da parte dell’impera- trice Elena,madre di Costantino, che aveva ricevuto l’assicurazione: «In questo segno vincerai». Anche per il Massaia la croce fu un segno di vittoria in vari casi inspie- gabili. Un giorno, di fronte a una ric- ca maga nel Kaffa, pronunciò il bre- ve esorcismo del « Christus vincit... », toccando segretamente la sua croce pettorale nascosta sotto le vesti, e quella fuggì a rompicollo. Un’altra volta, contro gli abitanti di Celia che si erano rifiutati di conce- dere la pace a quelli di Lagamara, il vescovo fece piantare tante croci sui confini che i nemici furono sconfitti dallo spavento. Ma la sua più rilevante vittoria re- sta il fatto che con la croce egli sia MC GIUGNO 2009 13 A sinistra, ricordi del Massaia: lo storico bastone di radica d’olivo del Getzemani e cedro del Libano, l’onorificenza dell’Ordine Mauriziano conferita dal re Umberto I, il cappello cardinalizio e l’opera «I miei trentacinque anni di missione nell’Alta Etiopia», voluta da Leone XIII. A destra, donna etiope con in fronte il tatuaggio della croce. In basso, donna oromo con i suoi ornamenti.
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