Missioni Consolata - Maggio 2009
MISSIONI CONSOLATA MC MAGGIO 2009 41 M ontevideo . Sulla soleggiata terrazza della Posada al Sur, nel cuore della vecchia Monte- video, a pochi passi dal porto, Cri- stian si gusta il mate, del quale - do- po anni trascorsi tra Buenos Aires e Montevideo - non può fare più a me- no. Cristian Brisacani lavora nella ca- pitale uruguayana per l’«Istituto di cooperazione economica internazio- nale» (Icei), una Ong italiana che ha molti progetti in America Latina. In Uruguay c’è stata una consi- stente emigrazione italiana. Tutta- via, difficilmente un italiano sa- prebbe trovare di prim’acchito que- sto paese sul mappamondo. Cristian, come lo descriveresti in poche parole? «L'Uruguay è un paese dell'Ameri- ca Latina con 3 milioni e mezzo di abitanti. La sua popolazione è molto concentrata nella capitale, dove ri- siede circa la metà degli uruguayani. Paese relativamente piccolo a con- fronto con gli altri paesi latinoameri- cani, l’Uruguay è schiacciato dai due giganti che gli stanno ai lati: il Brasi- le e l'Argentina. E lo stesso processo di formazione nazionale fu una deci- sione presa a tavolino dal Brasile e l'Argentina che, per evitare altri con- flitti e violenze, decisero di formare uno stato cuscinetto, lo stato uru- guayano. È un paese in cui l'apparato statale, unico fornitore di servizi, è il maggiore datore di lavoro. È soprat- tutto un paese agricolo e di alleva- mento, che però sta diventando inte- ressante anche dal punto di vista tu- ristico. Soprattutto turismo costiero e stagionale». A parte i periodi della dittatura, la politica dell’Uruguay è sempre stata dominata da due partiti con- servatori, il partito dei Blancos e quello dei Colorados. Dal 2005 è L’«Istituto di cooperazione economica internazionale» (Icei), una Ong italiana, lavora a Montevideo nei campi del turismo comunitario, delle piante medicinali, dei saperi tradizionali e dei diritti umani. come cooperazione: Cristian Brisacani C VIVA LA COOPERAZIONE (SE È BUONA) però al potere una coalizione di centrosinistra, guidata dall’onco- logo Tabaré Vázquez. Puoi raccon- tarci come sta procedendo questa esperienza di governo? «Il governo del Frente amplio (Fron- te ampio, in italiano) è stata una svol- ta storica per questo paese. Dopo 150 anni di governi istituzionali o di periodi di dittatura, un insieme di partiti dalle anime diverse è riuscito a compattarsi in un unico movimen- to di opposizione. Ripeto: è stata una svolta molto grande per questo sta- to. Con l’avvento del Frente amplio ci sono stati cambiamenti sociali e cul- turali; ci sono stati investimenti im- portanti in settori che in precedenza venivano considerati marginali e se- condari rispetto ad altri. C'è stata la lotta all'indigenza, alla povertà estre- ma, ma probabilmente 5 anni sono pochi per fare una considerazione generale sull'impatto della politica del Frente amplio. Sicuramente il Fronte ampio come molti altri partiti progressisti in America Latina hanno ancora una sfida da affrontare e vin- cere: la lotta alla povertà e alla distri- buzione iniqua delle risorse econo- miche». Vuoi dire che neppure il piccolo Uruguay è esente dalle piaghe lati- noamericane della povertà e dell’in- giusta distribuzione delle risorse? «È così. Anche in Uruguay c’è un problema di povertà, anche se forse ha una dimensione diversa rispetto agli altri paesi: qui riguarda il 20-25% della popolazione. Spesso i poveri non sono persone senza lavoro: buo- na parte di questi poveri hanno un la- voro, magari precario e molto duro, ma percepiscono uno stipendio che non garantisce la soddisfazione del- le necessità primarie. L'Uruguay non ha risorse strategiche. Deve importa- re tutto: prodotti industriali, tecnolo- gia, prodotti tipici e questo fa sì che il costo dei prodotti sia alto e gli sti- pendi non siano sufficienti. Insomma, le condizioni di vita di un uruguaya- no medio non sono ottimali». Una delle sorprese di questa città è stata quella di trovare quartieri afro... Cristian Brisacani, sorseggiando mate, sulla terrazza della Posada.
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