Missioni Consolata - Maggio 2009
MISSIONI CONSOLATA MC MAGGIO 2009 35 miliari e i conoscenti di questi. Fa male vedere come questi si stanno uccidendo e come stanno ucci- dendo le proprie famiglie». Cosa si può fare? «Abbiamo fat- to di tutto, ma è impossibile per- ché le organizzazioni sono poten- ti. E poi se non fanno nulla le au- torità (che sanno tutto) perché dobbiamo farlo noi? A pochi passi da qui, proprio all’angolo, ci sono ragazzi di 15, 16, 17 anni che aspettano per giorni...». La mancanza di un lavoro influi- sce sulla situazione?, domandiamo a Carmen. «Ovvio, che influisce», risponde lei. «Sì - ribadisce Ivonne - la mancanza di lavoro influisce molto. Se questi ragazzi avessero qualcosa da fare, non sarebbero in queste condizioni». Ivonne Que- gles Martirena, figlia di Carmen, è consigliera di Barrio Sur. È stata eletta già due volte. «La pasta base non è porro (ma- rijuana, ndr), ma una droga con ad- ditivi chimici e altre porcherie. Non è corretto chiamarla la “droga dei poveri”! Perché il suo effetto dura talmente poco - dai 3 ai 5 minuti - , che hai subito necessità di con- sumarne un’altra dose. E per ave- re quella dose aggiuntiva sei di- sposto a tutto. In realtà, per me la pasta base è droga più cara». È vero che le autorità non fanno nulla per contrastare il fenomeno? «Ogni tanto fanno delle retate. L’altro giorno hanno fermato an- che me. Mi hanno fatto salire su un furgone per perquisirmi. Non ho protestato. Ma è stato brutto e spiacevole». blemi. L’associazione è ospitata al piano terreno di un’abitazione, vecchia ma a suo modo elegante. Le pareti esterne sono variopinte e ricche di disegni dal sapore naif: fiori, cuori, stelle, soli. Anche la stanza interna ha colo- ri pastello, caldi ed accoglienti. Al- le pareti sono appese molte foto- grafie del quartiere, mentre le mensole ospitano i modellini in le- gno e cartone di alcuni edifici sto- rici. Ci sono anche manifesti e drappi e, nell’angolo in fondo, al- cuni tamburi. La prima cosa che salta agli oc- chi è che nella stanza dell’associa- zione ci sono soltanto donne. Cri- stian Brisacani, cooperante di Icei e nostra guida, fa le presentazioni. C’è Ivonne, c’è Carmen, c’è Cristi- na. Assieme alla gente di Barrio Sur, Icei e Retos al Sur, il partner locale della Ong italiana, stanno cercan- do di organizzare un itinerario di turismo sostenibile e comunitario. Secondo questo concetto, il luogo turistico, con le sue caratteristiche fisiche ed umane, non è un ogget- to come nel turismo tradizionale, ma un soggetto, un protagonista attivo e partecipe. Le prove generali di questo mo- do diverso di fare turismo sono state effettuate in occasione del «Giorno del patrimonio» ( Día del patrimonio ). In Uruguay, questa è una ricorrenza annuale durante la quale il ministero di educazione e cultura incentiva le visite a luoghi e monumenti di rilevanza storica e culturale. A Barrio Sur il Giorno del patrimonio è organizzato dalla co- munità. Una comunità di cui Car- men, Ivonne e Cristina sono ad un tempo rappresentanti, difensori e spirito critico. C armen Martirena ha vissuto per alcuni anni in Italia. Mi- nuta, capelli corti, occhialet- ti da vista, Carmen è la più vecchia del gruppo, ma sprizza energia e voglia di fare. «Il problema più importante del Barrio Sur è la droga. Qui ci sono las bocas, i punti di smercio della droga, soprattutto della pasta ba- se, la peggiore, che viene venduta a prezzi molto bassi. Molti ragaz- zi del posto si sono fatti prendere nella rete». Quanti sono?, chiedia- mo. «Abbastanza. La questione è che il problema riguarda non sol- tanto i consumatori, ma anche i fa- Carmen. Cristina. Ivonne.
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