Missioni Consolata - Maggio 2009

MISSIONI CONSOLATA che è un appuntamento francofono, anche se partecipanomolti titoli an- glofoni e alcuni lusofoni. Secondo Michel Ouedraogo: «Oc- corre aprirci al settore privato, per a- vere finanziamenti, permettendo a grandi multinazionali di promuove- re la loro immagine. È meglio trova- re partner a livello africano, affinché gli africani possano finanziare il pro- prio festival. Però non siamo chiusi sull’Africa,ma aperti al mondo. Stia- mo iniziando partenariati con Sve- zia, Spagna e paesi ibero-america- ni». Un concetto un po’particolare di auto-finanziamento. Altra novità: per i 40 anni del festi- val alle sale climatizzate in centro città si aggiungono quelle di quar- tiere, cinema popolari all’aperto, da sempre uno dei vettori principali, che hanno fatto il Burkina Faso la ca- pitale del cinema africano e il suo popolo gran consumatore di film. «C’è richiesta di immagini - conti- nua il Dg - il Fespaco vuole diffonde- re tutti i tipi di film e occuparsi di tutti gli strati sociali. In sette giorni (durata del festival, ndr .) non si per- mette a tutti di vedere e riflettere. Ad esempio il mestiere della don- na cineasta è qualcosa su cui discu- tere. L’uso dei bambini nel cinema, le questioni sulla libertà. Vogliamo toccare tutti i settori e i temi possibi- li. Stiamo pensando a un’edizione intermedia alla biennale, una rasse- gna sulle donne e un’altra sui diritti e le libertà». CHI C’È E CHI NONC’È Nei 19 titoli della competi- zione principale (i lungo- metraggi fiction) sono rap- presentati 13 paesi. Si osserva quest’anno un ritorno in forza del cinema nord africano, in particolare con tre filmdel Ma- rocco, due dell’Algeria e uno per Tunisia ed Egitto.Anche il Sudafrica continua con una presenza: tre filmpiù lo zim- babweano Triomf girato inte- ramente a Johannesburg. Grande assente la Nigeria, nelle diverse categorie. Paese che vinse l’edizione 2007 e patria del fenomeno emergente di cine- ma popolare, chiamato Nollywood , che si sta diffondendo in vari paesi africani. MC MAGGIO 2009 17 MAROCCO EBREI IN FUGA, VERSO LA TERRA PROMESSA I l film ci porta nel 1960 in Marocco. Qui la comunità ebrea è ancora numerosa e non ci sono particolari problemi di convivenza. Ma un «agente d’immigrazione» inviato da I- sraele lavora per convincere le famiglie ebree a partire per popolare il neonato stato sio- nista. Si intrecciano storie di amicizia e di amore, di condivisione tra arabi ed ebrei, che le nuove vicende interrompono bruscamente. Il viaggio avviene in clandestinità perché al- l’epoca era proibito ai paesi della Lega araba dare il passaporto agli ebrei. Alcuni viaggi finiscono in tragedia. «Sono gli anni neri dell’immigrazione» ci racconta il regista Mohammed Ismail,capelli lun- ghi, Panama e occhiali scuri.«Gli ebrei vivevano in Marocco ancora prima che gli arabi ar- rivassero. Erano circa il 10% della popolazione. Adesso sono rarissimi». L’idea del film arriva nel 2001,ma il tema è delicato, tocca la storia dei rapporti arabo - i- sraeliani. Nonostante il regista non voglia evocare problemi politici, ma fare un film neu- tro basato sulle relazioni umane, la coabitazione e i rapporti «ma non di forza». «L’avevo scritto con una sceneggiatrice marocchina di confessione ebrea, che io conosco da oltre 25 anni. Le nostre famiglie erano molto unite.Come una delle vicende del film». «È una pellicola molto realista - continua il regista -. Sono storie di persone che ho ri- presentato come fiction . Le coppie arabe e quelle ebree, la storia d’amore tra i gio- vani di confessione diversa esistevano e più o meno è stata una parte della mia vita. L’incaricato dell’immigrazione fa il ruolo del cattivo. Me lo hanno spesso rinfacciato. Ma è un personaggio essenziale. Senza di lui gli ebrei marocchini non sarebbero partiti.Non stavano poi così male e questo tizio vuole convincerli del contrario». Un film struggente e tragico. Che coinvolge lo spettatore. Racconta anche del naufragio di un battello di fuggiaschi, nel quale perirono 44 persone. Evento realmente accaduto, che mise la pressione internazionale sul Marocco. Il re Hassan II decide allora di lasciare gli ebrei liberi di partire, anche se c’era la proibizione dei paesi arabi. «I l film è stato visto in Marocco con posizioni molto positive, buona critica. Ha fatto un percorso interessante a livello internazionale,partecipando a molti festival.Molti ne- gli Usa, il che è raro.Ha rappresentato il Marocco per gli Oscar quest’anno». Particolari anche le proiezioni al senato francese e a quello belga. Ha partecipato inVati- cano al festival Religion today dove è stato premiato. È il solo film marocchino proiettato in Israele, a tre festival. L’ultima guerra di Gaza ha poi bloccato il programma. «È un messaggio di pace e di fraternità» lo definisce l’autore. «Ho fatto proiezioni in centri ebrei, come il centro sionista Ben Gurion, in Belgio.Hanno accettato il film e poi c’è stato un dibattito, che è stato una testimonianza tra le lacrime. Era la loro storia e i vecchi trasmettevano ai giovani presenti, anche dei musulmani. È stata una festa». Ma.B. Adieu mères (Addio madri), Marocco, feb- braio 2008. Al Fespaco 2009 ha vinto due premi: mi- glior scenario e migliore musica. Il registaMohammed Ismailmostra i due premi appena vinti.

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