Missioni Consolata - Maggio 2009
AFRICA CINEMA 16 MC MAGGIO 2009 O uagadougou.Fuochi d’artifi- cio per concludere la gran- diosa cerimonia di apertura del XXI Festival del cinema e della televisione di Ouagadougou (Fespa- co). La biennale, il più importante appuntamento del suo genere sul continente compie così 40 anni.Na- ta nel 1969 dall’incontro informale di alcuni cineasti è stato poi ufficia- lizzato nel 1972. Fu per anni una pic- cola rassegna con pochi titoli. Oggi il Fespaco presenta 400 film di cui 124 in concorso, raggruppati in 18 categorie, delle quali sei in competizione per premi ufficiali (ri- servati a registi africani o della dia- spora). Diciannove lungometraggi, 20 cortometraggi, 30 documentari, ecc.Ma non solo. OMAGGIOAL PIÙGRANDE Oltre i suoi 40 anni il festival cele- bra il cineasta africano riconosciuto come più grande, il senegalese Ou- smane Sembéne, scomparso all’età di 84 anni il 9 giugno del 2007. Regi- sta e scrittore, tra i fondatori del fe- stival, era ospite fisso tant’è che la stanza n. 1 dell’Hotel Indépendance (il centro nevralgico, dove si ritrova- no registi, attori, produttori) era or- mai sua di diritto.Oggi è diventata una stanza-museo, dove sono rac- colti i suoi premi, e sulla scrivania, le inseparabili pipe. Quest’anno non c’è Sembéne,ma i suoi film animano il festival.Una se- lezione delle sue opere è proiettata nella sezione «Omaggio a Sembéne Ousmane», e grandi poster con il suo ritratto sono appesi nelle sale più importanti. Tra le novità di questa edizione ci sono le sezioni dedicate ai film ibe- ro-americani e quella degli afro bra- siliani, che vede anche la partecipa- zione diretta di una simpatica dele- gazione, capitanata da Zozimo Bulbul, fondatore del «Centro Afro- carioca di cinema» a Rio de Janeiro. Decine di conferenze si svolgono parallelamente alle proiezioni.Dal «colloquio» sul tema del festival: «Ci- nema africano, turismo e patrimonio culturale», all’incontro della Federa- zione panafricana dei cineasti (Fepa- ci) sul tema «Produrre filmnel XXI secolo», all’assemblea della Federa- zione africana dei critici cinemato- grafici. Molto attesa anche la confe- renza stampa dell’Unione europea, uno dei principali finanziatori della cinematografia africana. INTASAMENTODI CINEFILI Alcune migliaia di stranieri si sono riversati nella capitale del Burkina Faso la prima settimana di marzo, creando anche non pochi problemi di traffico.Molti vengono dalla Fran- cia, ma anche da Spagna, Italia,Ger- mania, Stati Uniti e altri paesi africa- ni. Un indotto notevole per hotel, ri- storanti, venditori di artigianato e in- stancabili taxi verdi (oltre che le on- nipresenti compagnie dei telefoni cellulari). La macchina organizzativa, per questa XXI edizione ha avuto però qualche problema. «Lunghe ore per avere l’accredito» lamentano i pro- fessionisti (attori, registi, giornalisti), «disorganizzazione diffusa» denun- ciano i festivaliers (così si chiamano i cinefili accorsi).Alcuni francesi fre- quentatori «storici» trovano questa edizione «la peggio organizzata de- gli ultimi 15 anni». «Certo è che il Fespaco non è più un festival popolare, come ai tempi del presidente rivoluzionarioTho- mas Sankara (’83-’87, ndr. ),ma nean- che come le edizioni degli anni ’90» ci confida Rabankhi Zida, caporedat- tore del giornale governativo Sidwaya . «Oggi è un festival rivolto ai professionisti e agli stranieri». Si riferisce soprattutto all’aumen- to del costo dell’abbonamento per l’accesso diretto a tutte le proiezioni, portato dall’equivalente di 15 euro delle passate edizioni a 38, fatto che ha tagliato fuori una grossa fetta di cittadini del paese ospite. Michel Ouedraogo, delegato ge- nerale (Dg) del Fespaco, ovvero nu- mero uno di tutta la struttura si di- fende: «Il target dell’abbonamento non sono i funzionari burkinabè,ma gente con piùmezzi». E continua: «Non priviamo le popolazioni, per- ché possono avere accesso con bi- glietto che è rimasto allo stesso prezzo (1,50 euro per un ingresso). E, malgrado il costo, abbiamo avuto una richiesta molto forte di abbona- menti. La strategia è andare verso un auto-finanziamento del festival». Le sale, in effetti, sono sempre gre- mite, a qualsiasi ora del giorno e del- la notte.Ma il pubblico è in preva- lenza straniero. Fanno eccezione i filmdei registi burkinabè, ai quali è difficile entrare perché presi d’assal- to dalla popolazione. CINEMAAFRICANO? Il festival è costato circa due milio- ni di euro finanziati in larga parte dall’Ue,ma anche dall’Organizzazio- ne internazionale della francofonia (Oif ), dal ministero degli Esteri fran- cese, da radio e televisioni francesi (Rfi, Cfi,Tv5).Non dimentichiamoci Sélomé Gérima (destra), sorella del regista di Teza , riceve l’Etalon d’oro, dal presidente Compaoré (centro).
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