Missioni Consolata - Maggio 2009

14 MC MAGGIO 2009 MADAGASCAR dirigono conmolta intelligenza e in- traprendenza scuole materne, pri- marie e secondarie, dispensari, leb- brosari, orfanotrofi, librerie, case per studenti, centri di promozione della donna e di sviluppo rurale.Molto apprezzato è il loro impegno nella catechesi e nell’animazione pastora- le non solo nelle parrocchie,ma an- che nelle prigioni, negli ospedali e in ambienti rurali lontani e dimenticati. Esistono anche quattromonasteri di carmelitane scalze e alcuni di trappiste e clarisse, che si dedicano esclusivamente alla preghiera.Altre congregazioni hanno religiose mal- gasce in terra di missione, in Africa e in Asia; altre ancora sostituiscono le suore anziane omalate in Francia o in Italia, impegnandosi nelle attività assistenziali e nell’apostolato par- rocchiale. LADANZADI NOÈ Vi sono anche comunità di suore che dimostrano una vitalità e un im- pegno non comuni. Le suore Ancelle del Sacro Cuore, fondate a Lecce nel 1929 e giunte in Madagascar nel 1988, hanno per esempio tre comu- nità: una nell’isola di Nosy-Be al nord, un’altra a Mandrosao-Ivato presso la capitale e un’altra ancora ad Andasibé verso sud. In appena 20 anni le suore di ori- gine malgascia hanno raggiunto il numero di circa 85 religiose, di cui una cinquantina si trovano in Italia, impegnate in case di riposo, asili e pensionati; solo 33 sono rimaste in Madagascar, dove dirigono sei scuo- le materne, quattro elementari e due medie superiori. Le novizie sono attualmente 10 e le postulanti 22, mentre le suore di origine italiana sono soltanto 17, quasi tutte anzia- ne e residenti in Italia. Si tratta perciò di una congrega- zione in rapida espansione, grazie alle religiose provenienti dal Mada- gascar, ma anche povera di mezzi. Hanno quindi bisogno di assistenza economica e benefattori, in questo provvidenzialmente aiutate da un missionario italiano, che si prende cura di loro, delle loro attività, delle loro scuole e delle loro abitazioni in alcuni casi fatiscenti. Non è più giovane questo missio- nario. È un brianzolo Doc e si chia- ma padre Noè Cereda, l’unico mis- sionario della Consolata in Mada- gascar. Ha già compiuto 72 anni di età e, rendendosi conto delle sue condizioni di salute, non ha paura di scrivere: «Ogni giorno mi dico: fa- resti meglio a rallentare, non dan- zare così veloce. Il tempo è breve. La musica non durerà». Malgrado tutto, ha ancora inmen- te numerosi progetti da attuare. Vorrebbe (e ce la farà) aprire proprio al più presto una scuola tecnica di falegnameria e meccanica, inmodo da insegnare ai falegnami a fare let- ti, sedie, tavoli e armadietti, e ai fab- bri porte, griglie e strumenti per la- vori agricoli.Alla fine dei corsi asse- gnerà a ogni giovane malgascio una cassetta con i principali strumenti di lavoro per mettersi in proprio. La scuola copre una superficie di 700 metri quadrati.A causa dell’in- flazione i prezzi dei materiali in un anno sono raddoppiati. Ma non è finita! I suoi piani preve- dono di terminare ad Andasibé una scuola e di costruire un serbatoio per l’acqua alto 12 metri con una ca- pienza di 10 metri cubi di acqua, di costruire altre tre aule nella scuola di Andranoro, uno dei quartieri della capitale, e di sollevare di un piano l’attuale costruzione.A tutto questo si aggiunga quello che già funziona: tre forni a legna che ogni giorno producono 3 mila panini per i bam- bini delle scuole e un pasto caldo al giorno per gli scolari di Andasibé. Si è inoltre in attesa della conse- gna di cento biciclette da distribuire agli scolari meritevoli. Come ha scritto, ringraziando in occasione della pasqua tutti coloro che lo aiu- tano in Italia e nel Principato di Mo- naco, l’infaticabile e coraggioso missionario è convinto che «semi- na, semina, ogni chicco arricchirà un angolo della terra». I ntanto tutti i malgasci, anche i non cristiani, attendono con trepi- dazione e orgoglio l’arrivo inMa- dagascar di papa Benedetto XVI (o almeno lo desiderano),per procla- mare santaVittoria Rasoamanarivo (1848-1894),unamalgascia di fami- glia reale,nipote del primoministro che sposò la regina Ranavalona II. Proclamata beata da Giovanni Paolo II il 30 aprile 1989, è stata defi- nita da papa Benedetto XVI «una ve- ra missionaria» e «unmodello per i fedeli laici di oggi». La beata Vittoria, la cui famiglia era protestante, si fece cattolica nel 1863 all’età di quindici anni. Essa è senza dubbio un segno e un’attestazione della vitalità della chiesa cattolica in Madagascar e un onore per tutti i malgasci. ■ Sotto, Antananarivo, cappella della beata Vittoria Rasoamanarivo (nella foto a destra).

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