Missioni Consolata - Maggio 2009

riato durante la prima guerra franco- malgascia (1883-1886) e arcidiocesi nel 1955. Anche la parte settentrionale del paese fu eretta in prefettura aposto- lica nel 1848 e in vicariato nel 1898. In questo caso i primi missionari fu- rono i Preti dello Spirito Santo e le suore del Sacro Cuore di Maria, ai quali in seguito si aggiunsero i Re- dentoristi e i Montfortani. È questo che abbiamo descritto il normale evolversi dell’organizzazio- ne ecclesiastica cattolica nei territori di missione. LAREALTÀECCLESIALEOGGI Attualmente il Madagascar conta ben 21 diocesi, delle quali quattro arcidiocesi nelle regioni ecclesiasti- che in cui è suddiviso: il Centro, il Nord, il Sud-Est e il Sud-Ovest. I ve- scovi sono tutti malgasci, a eccezio- ne di cinque: un italiano di Gallico Superiore (Reggio Calabria - Bova), un altro italiano di Orta Nova (Fog- gia), uno spagnolo di San Llorente (Valladolid), uno di origine porto- ghese e un polacco.Malgascio è pressoché anche tutto il clero. Le congregazioni religiosemaschi- li, alcune delle quali di origine locale e una anche trappista di stretta os- servanza claustrale, sono numerose. Se ne enumerano 33, alcune giunte inMadagascar nei primi tempi del- l’evangelizzazione dell’isola, altre più recentemente,negli ultimi decenni del secolo appena trascorso. La presenza dei gesuiti e dei sale- siani con la loro organizzazione sco- lastica e pastorale è predominante. Gestiscono collegi, licei, centri di spi- ritualità e di formazione professio- nale e rurale, dispensari medici e ra- dio locali. I loro scolasticati, dove ci si prepara per diventare religiosi, sono pieni di giovani malgasci.Molti di lo- ro studiano in Europa, nell’America del Nord e in Africa. Ancora più numerose sono le con- gregazioni religiose femminili, venu- te in Madagascar già nei primi anni 12 MC MAGGIO 2009 MADAGASCAR Già nel 1838 venne stampata la prima Bibbia in lingua malgascia e nel 1869 la regina Ranavalona II, convertita al protestantesimo, fece costruire una chiesa all’interno del rova di Antananarivo. Il re Radama I morì a soli 36 anni nel 1828.Gli successe la vedova Ra- navalona I. La nuova regina, deside- rosa di proteggere le tradizioni e la cultura malgasce e contraria alla presenza degli europei, dichiarò ille- gale il cristianesimo e perseguitò tutti coloro che non ne rinnegavano la fede.Molti furono condannati a morte o subirono vessazioni e tor- menti atroci, che solo una regina co- me Ranavalona I, incline alla violen- za, poté escogitare.Alla sua morte il figlio Radama II abbandonò la politi- ca adottata dalla madre e ripristinò la libertà religiosa.Da allora il cristia- nesimo divenne la religione predo- minante del Madagascar e l’attività missionaria, protestante e cattolica, si estese a tutta l’isola. I primi missionari cattolici furono i Lazzaristi, la Congregazione della Missione fondata in Francia da san Vincenzo de’Paoli. Il 4 dicembre 1648 essi sbarcarono a Fort-Duphin, nel sud dell’isola, inviati dal loro stesso fondatore.Ma la vera diffusio- ne della religione cattolica in Mada- gascar cominciò intorno al 1841, quando il prefetto apostolicomon- signor Dalmond chiamò i gesuiti dalla vicina isola di Réunion a evan- gelizzare l’isola. Ad Antananarivo, la capitale, il cat- tolicesimo si diffuse a partire dal 1861 dopo la morte della regina Ra- navalona I. I gesuiti e le suore di San Giuseppe di Cluny vi fondarono le prime scuole e battezzarono parec- chi malgasci. Poco dopo, nel 1872, la città divenne sede della prefettura apostolica del Madagascar, poi vica- Le tombe sono parte integrante del paesaggio, perché sono il primo collegamento tra vivi e morti. Una scena della famadihana (riesumazione), il rito che maggiormente esprime il legame tra i vivi e i morti.

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=