Missioni Consolata - Aprile 2009
MISSIONI CONSOLATA Fin dall’alba del sabato - ma in molti si erano dati appuntamento il giorno prima, passando la notte al- l’addiaccio nonostante le tempera- ture vicine allo zero - una fiumana di gente aveva cominciato a gremire la avenida 6 deMarzo , lo stradone cen- trale che taglia a metà la baraccopo- li. Decine, poi centinaia di migliaia di donne, uomini, vecchi, contadini, provenienti da ogni pueblito (vil- laggio) dell’altipiano, erano arri- vati con le wiphalas , le multico- lori bandiere indigene, por- tando le insegne del partito al governo, il Movimiento al Socialismo (Mas), gli striscioni del proprio sindacato e delle or- ganizzazioni di base d’apparte- nenza. Più tardi si erano uni- te anche le dele- gazioni dall’O- riente boli- viano, la parte del paese roc- caforte dei par- titi d’opposizione: quelli del Plan 3.000 de Santa Cruz - dove negli ultimi mesi del 2008 si sono dura- mente fronteggiate fa- zioni del campesinato (settore contadino) locale e paramilitari agli ordini delle destre. Poi i contadini della regione di Chuquisaca, gli originari dell’etnia weenhayek del Chaco, i coltivatori di Tarija. Tutti luoghi dove lo scontro etnico e culturale fra indigeni e criollos , i discendenti dai conquistadores spagnoli, sono stati feroci du- rante tutto il mandato di Evo Morales, cominciato nel gennaio del 2006. E ancora i raccoglitori di foglie di coca del Tropico di Cochabam- ba - i cocaleros , di cui Evo Morales è tutt’ora presidente del sindacato - i minatori di Potosì e quelli delle mi- niere di stagno e argento di Oruro, di dove il presidente è pure origina- rio e dove da piccolo si manteneva facendo il pastore di lama. «MISSIONE COMPIUTA» Non appena i primi raggi di sole hanno cominciato a illuminare la di- stesa di tetti di latta e strade fangose di El Alto, le donne con le ceste e le carriole di panini, empanadas , sal- teñas e bibite varie, si erano contese i posti migliori.Altre schiere di ven- ditori di bandierine e fotocopie del nuovo testo costituzionale si erano mescolati alla folla. I vecchi già iniziavano a ch’alliare - benedire con dell’alcol - la giornata, mentre i rappresentanti istituzionali prendevano posto ne- gli spalti d’ordi- nanza. Così in successione le autorità, gli invitati speciali - fra cui il premio D abuon aymara , Evo Morales crede molto nelle simbolo- gie: ecco perché sabato 7 feb- braio il presidente della Bolivia ha voluto che le celebrazioni per l’ap- provazione della nuova Costituzio- ne del paese, votata dal 61,43% del- la popolazione attraverso un refe- rendum il 25 gennaio scorso, si tenessero a El Alto. El Alto è una diste- sa di barac- che cresciuta senza ordine a 4.100 metri d’altitudine attorno alla città di La Paz, anzi, sopra a La Paz, che si trova in effetti in una conca.A- bitata da quelli che hanno abbando- nato l’altopiano per sfuggire alla po- vertà di campagne e miniere, è di- venuta negli anni una vera e propria città satellite e la capitale della po- polazione indigena aymara , che da sola rappresenta un terzo degli otto milioni di boliviani. Furono proprio gli alteños - gli abi- tanti di El Alto - a insorgere e a esse- re di conseguenza massacrati, nel 2003, contro il governo dell’allora presidente dittatore Gonzalo San- chez de Lozada, reo di avere svendu- to a compagnie straniere il gas boli- vianomentre la popolazione moriva di freddo. Sempre da qui arrivò l’ap- poggio civile - ma anche armato - in aiuto alla gente di Cochabamba, che nel 2000 combatteva nella «guerra dell’acqua» (cfr.MC giugno 2006) al grido di « El agua es nuestra, carajo! » (l’acqua è nostra) contro la multina- zionale statunitense Bechtel che l’a- veva privatizzata.Questo esteso am- masso di baracche è sempre stato simbolo dello sfruttamento della gente indigena boliviana.Ma anche della sua capacità di resistenza. COSTITUZIONE «POPOLARE» Ecco perché proprio qui a El Alto, e davanti alla sua gente, il primo presi- dente indigeno della Bolivia ha volu- to promulgare ufficialmente «di fronte al popolo, non come prima, fra quattromura e solo davanti al Congresso (parlamento boliviano, ndr )» la nuova Costituzione politica dello stato (Cpe), la Costituzione boli- viana numero 16, la prima approvata attraverso votazione popolare e frut- to di un’Assemblea costituente, in 183 anni di storia repubblicana. A destra: bimbo indio. Pagina accanto: Quinta marcia delle popolazioni indigene «Por la tierra, la dignidad y la vida».
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