Missioni Consolata - Aprile 2009

Cari mission @ ri @ 6 MC APRILE 2009 trasti, spessomeravigliosi, a volte angoscianti e tragi- ci. Le mie visite non sono mai state superficiali o semplicemente turistiche, ma ho sempre privilegiato i viaggi che mi consentivano di approfondire tutti gli a- spetti della vita di un pae- se, da quello paesaggistico, al culturale, al sociale, al re- ligioso, non dimenticando il rapporto con le popola- zioni locali che è, amio av- viso, una delle basi fonda- mentali per conoscere e ca- pire un luogo. Da nord a sud sono or- mai più di 20 i paesi che ho visitato assieme amiamo- glieMarika, anche lei inna- morata dell’Africa, ma uno dei viaggi che piùmi ha ap- passionato, coinvolto ed e- mozionato, è stato quello dell’estate 2007 in Kenya, organizzato dai missionari della Consolata di Torino. È stata una immersione to- tale nella realtà di questo grande paese, del quale tanto si è parlato e si parla per i problemi socio-politi- ci, etnici ed economici che lo affliggono anche in tem- pi recentissimi. Proprio a Nairobi, visitan- do una delle tantemeravi- gliose opere realizzate dai missionari, ho conosciuto A proposito di... «Nozze di Cana» Caro Direttore, sono un anziano sacerdote salesiano, faccio parte del- la Elledici, ho pubblicato e pubblico libri e articoli. Leg- go con gioia ogni mese la vostra rivista Missioni Con- solata e mi congratulo con voi. Ma ho una piccola os- servazione da fare, e spero la accetti con carità. L’articolo di Paolo Farinel- la sulle nozze di Canami ha lasciato perplesso. Egli lo include tra i midràsh , che definisce, nell’ultima riga del box, «racconti storici o leggendari edificanti...» (M.C. febbraio 2009, p.32). È noto a tutti gli studiosi di bibbia che «Cana» e tutti i miracoli (segni) del vange- lo di Giovanni sono consi- derati come allegorici da parte di illustri studiosi. Ma non è l’unica né la più sicura interpretazione. Be- nedetto XVI , in un recente intervento, ha detto che Giovanni è un testimone o- culare, che riferisce fedel- mente «ciò che ha visto». L’interpretazione di Farinel- la turberà chi sente e crede il papa. Io credo sia opportuno (come facciamo nella no- stra rivista Il mondo della bibbia ) dare anche le inter- pretazioni più avanzate, ma darle come «possibili», non come uniche e norma- li, e affiancarle ad altre in- terpretazioni più in linea con la tradizione e con stu- di nonmeno seri di quelli che si prendono in conside- razione per primi. Se rilegge l’articolo del Farinella vedrà che c’è non solo un contenuto, ma an- che un tono che turba un po’ chi non condivide le sue posizioni. E questo Farinel- la lo fa anche in altri artico- li già pubblicati, amiomo- destissimo parere. Le domando scusa, e de- sidero tornare a esprimerle tutta lamia riconoscenza per il lavoro che fate per il Regno di Dio. Il Signore ci benedica. Don Teresio Bosco Torino Ringrazio don Teresio della sua lettera che mi permette di chiarire. Ha ragione, io do spesso la sensazione di «sicurez- za» nelle cose che scrivo e nonmi attardo a «va- riazioni sul tema»; e il motivo sta nel fatto che sono sicuro delle cose che scrivo. Il fatto che il papa nel suo libro Gesù di Nazaret identifica l’evangelista con l’apostolo (ne parla alle pp. 257-279, partico- larmente 261) è la sua convinzione, abbandona- ta tra l’altro dallamag- gior parte degli esegeti. Il papa stesso nel medesi- mo libro (p. 20) dice che tutti lo possono criticare perché il suo libro non ha valore magisteriale, ma è frutto della sua ricerca di studioso e si affida alla critica come qualsiasi al- tro studioso. Personal- mente sono contrario al fatto che i papi scrivano libri, per evitare proprio l’intervento di don Tere- sio che attribuisce alle af- fermazioni del papa un valore «probativo» (ma- gisteriale) che non han- no, anche su stessa ri- chiesta del pontefice (an- che il vecchio codice del 1917 lo proibiva). Per quanto riguarda il fatto di dare come proba- bile affermazioni di stu- dio e dare conto di tutte le posizioni, voglio solo dire che io scrivo su una rivista a larga diffusione e non strettamente scienti- fica. Se facessi una lezio- ne di esegesi in un’aula di università, tranquillizzo donTeresio che chiederei conto agli studenti di tut- te le posizioni ed esigerei un’analisi critica di cia- scuna, con la scelta più vi- cina alla realtà (attraver- sometodi che qui è lungo elencare). Posso garantire che of- fro ai lettori il meglio de- gli studi: dietro ogni arti- colo c’è una ricerca che ormai data da oltre 30 anni. Sul midràsh mi ri- servo di intervenire a tempo e luogo e quindi chiedo un po’di pazienza. Paolo Farinella, prete Genova Ricordando padre Bertaina Egregio Direttore, volevo ricordare un grande missionario della Consola- ta che ho conosciuto nell’a- gosto del 2007, durante il viaggio in Kenya guidato da padre De Col. Da sempre amo l’Africa e ancor più da quando, poco più che ventenne, ho co- minciato a visitare i paesi di questo continente dai mille volti e dai mille con-

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