Missioni Consolata - Aprile 2009
MISSIONI CONSOLATA MC APRILE 2009 51 Colombia o Roraima fanno quello che lo Stato o il mercato o chi dovrebbe farlo non fa. Ci sono associazioni che partecipano at- tivamente nel definire la vita della propria città, della propria re- gione e perfino del proprio Paese. Ci sono città che praticano quella forma di democrazia e cittadi- nanza che è il «bilancio parteci- pativo». Ma tutto ciò non è argo- mento per riempire pagine di giornali. Sì, al Forum vi è anche folclore; sì, resiste anche un ideario/insieme di idee vecchio, logoro e consumato, ma ciò che mi sorprende è che questo evento, che coinvolge più di 130 mila persone, sia appena una nota di fondo nei telegiornali o una breve notizia nei giornali. È vero anche che il Forum socia- le mondiale è palco di contraddi- zioni. Dove si accumula immondi- zia, mentre si discute di un mon- do più pulito. Dove ci sono automobili in eccesso, mentre si discute di un mondo più verde. E vi è la mancanza di portare le istanze del Forum fuori dai suoi territori: uscire dalla discussione per andare alla prassi politica, uscire dalla tenda per andare alla città. Oltrepassare i semplici slo- gan o la parola d’ordine facile è un compito più arduo di ciò che ap- pare. Il Forum è cresciuto molto (133 mila partecipanti, più di cin- que mila organizzazioni), ora è necessario crescere nel mondo. Guardare verso chi sta fuori, a la- to, al margine. Capire che è neces- sario tradurre, negli intervalli tra i forum, la ricchezza dei sei giorni di dibattito. Basta guardare al Forum sociale mondiale di Belém del Parà. La sua realizzazione è avvenuta in due campus universitari enormi, che obbligavano a camminare molto. Ma altro tipo di esercizio è stato mettere insieme alle università, i quartieri di Guamá e Terra Firme, che sono una immersione reale in questo Brasile di contrasti. Favelas immense e poveri al bordo delle strade avrebbero dovuto interpel- lare maggiormente coloro che hanno partecipato al Forum, per superare la frontiera che separava queste realtà. «Un altromondo è possibile», ri- corda lo slogan del Forum... Miguel Marujo Nonostante la presenza di una grande quantità di giornalisti (4.500), l’Fsm è sempre meno «relazionato/descritto» dai grandi mezzi di comunicazione, che quando lo fanno, non rac- contano ciò che dovrebbe essere raccontato, ma rimangono sull’a- spetto folclorico che l’evento of- fre. Per ora l’unica soluzione è va- lorizzare i media alternativi e la comunicazione che ogni parteci- pante fa nel suo circolo di appar- tenenza. Jaime Carlos Patias Mi guardo intorno, a Belém, e vedo una quantità straordinaria di progetti che fervono in tutto il mondo. Al Forum passano in tanti. Ci sono ideologie ormai sclerotizzate. Ci sono missionari cattolici che in Mozambico, Guardare oltre, guardare verso chi sta fuori Belém, 27 gennaio 2009: donne lavoratrici.
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