Missioni Consolata - Aprile 2009
MISSIONI CONSOLATA MC APRILE 2009 45 sto tra me e me. Pensavo che la cri- si fosse stata originata, sì dallo strapotere, ma del libero mercato. Nello stesso articolo si parlava di egoismi nazionali. Egoismi nazio- nali? Pensavo che l’egoismo fosse quello dei capitalisti, dei finanzieri, dei banchieri, dei magnati, che han- no lucrato su tutto (compreso il nul- la) per anni, infischiandosene del bene comune, della società, del- l’ambiente, dello stato nazionale. Meglio chiudere qui. L’umidità dell’Amazzonia mi gioca brutti scherzi. Sicuramente oggi leggerò qualcosa di diverso. O no?» (4). erano vari pezzi sul Forum econo- mico della città svizzera. Un even- to importante, ma certamente non più di quello di Belém, dove al po- sto di banchieri, politici e magnati ci sono indigeni, operai e studen- ti. Una bella compagnia di gente che pagherà la crisi prodotta dai fa- mosi ospiti di Davos. Ma ecco la ci- liegina sulla torta confezionata dai media nostrani. Sul sito del Corriere ho letto un articolo su quella riunione, artico- lo firmato Danilo Taino (3). In esso si parlava di strapotere degli stati nazionali? Ma come?, mi sono chie- Così:«Belém, 29 gennaio 2009. Ieri, tutte le volte che ho fatto tap- pa nella sala stampa allestita nel- l’Università nazionale, ho cercato su internet qualche articolo che di- cesse una parola o due sul Forum di Belém, contemporaneo a quello di Davos. Ebbene, sui siti on-line di Repubblica e Corriere , vale a dire i due primi quotidiani del nostro paese, non ho trovato nulla. Sarò distratto o stanco per que- sto intercalare di sole e piogge tor- renziali, ho pensato (invero con poca convinzione). Quello che in- vece i due quotidiani riportavano come testimoni T B elém, 29 gennaio 2009. Giornalista di fama mon- diale, tra i fondatori del mensile internazionale Le Monde Diplomatique , amato-odiato per le sue idee progressiste, Ignacio Ramonet è stato fin dall’inizio un sostenitore del Forum social mundial. Lo avviciniamo a conclusione dell’incontro pubblico tra Evo Morales, Fernando Lugo, Rafael Correa e Hugo Chávez. Inacio Ramonet, oggi si sono incontrati 4 presiden- ti latinoamericani diversi da tutti gli altri. Che si- gnifica? «Questa è una data fondamentale nella storia del Fo- rum. Qui comincia una nuova tappa. Fino ad oggi il Fo- rum aveva avuto una certa reticenza verso la parteci- pazione dei dirigenti politici. Prima aveva partecipato solamente Chávez, però a lato della manifestazione. E Lula, nella stessa maniera. Oggi però, invitati dalle or- ganizzazioni sociali, sono intervenuti quattro presi- denti latinoamericani, che hanno risposto alle doman- de dei movimenti. Questo dialogo è molto importante, perché i presidenti hanno riconosciuto il debito intel- lettuale nei confronti del Forum. Hanno ammesso di aver appreso e di essere tornati nei loro paesi con le idee assorbite qui. Se il Forumnon ha oggi l’importanza che aveva nel 2001, possiamo però dire che esso si pro- lunga quotidianamente in Venezuela, in Ecuador, in Bo- livia, in Paraguay, in Brasile. In tutti questi paesi i mo- vimenti sociali oggi sanno come relazionarsi con i go- verni che stanno trasformando le società». In Europa, i media più importanti hanno parlato più di Davos che di Belém... «In verità, io ho osservato che una parte della gran- de stampa europea ( certamente non la stampa italia- na, vedere articolo a lato, ndr ) ha parlato più di Belém che di Davos. E ha detto due cose. In Belém esiste en- tusiasmo, dialogo e la convinzione che da qui possono nascere idee per affrontare la crisi. Inoltre, per la pri- ma volta in Davos esiste un pessimismo che non era mai esistito prima. Senza contare che nella città sviz- zera sono andati soltanto due presidenti latinoameri- cani - il messicano Felipe Calderón e il colombiano Al- varo Uribe - contro i cinque che sono venuti a Belém. Comunque, a causa della crisi è normale che in Europa si parli di Davos. La differenza è che qui si stanno proponendo soluzioni, mentre nel Forum economico c’è la consapevolezza che qualcosa non ha funzionato nel proprio sistema. Altra osservazione: a Davos non è andato alcun rappresentante dell’a- ministrazione statunitense. Per la prima volta nella storia. Insomma, non è da Davos che usciranno solu- zioni per questa crisi». Paolo Moiola I GNACIO R AMONET : LA FORZA DELL’ENTUSIASMO V UOI ASCOLTARE L ’ INTERVISTA ? L’audio di questa intervista è disponibile sul sito www.rivistamissioniconsolata.it . Ignacio Ramonet durante l’intervista.
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