Missioni Consolata - Aprile 2009
10 MC APRILE 2009 L’abbraccio di Sofia C onosco Sofia Mohamed tra- mite la mia vulcanica amica, suor Ida Luisa Costamagna. Dodici anni, ultima di cinque figli e orfana di padre, Sofia, come tanti al- tri, è stata vittima della polio da pic- colissima e cammina trascinando il sedere e aiutandosi con le mani. Suor Ida è riuscita, tramite l’aiuto di un benefattore, a pagarle la retta alla Salvation Army di Dar es Salaam, una scuola e centro assistenza per ragaz- zi conmalformazioni alle ossa,ma intelligenti e desiderosi di studiare. Immersi nei colori di alberi e fiori africani in unmomento, siamo av- volte da vivacissimi ragazzi in divisa intenti nelle loro attività.Osservan- doli bene, noto che ognuno ha una malformazione. Sofia ci osserva da lontano, ha riconosciuto suor Ida, ma non conosce la persona che è con lei. Pole pole (piano piano) si av- vicina. Suor Ida la coccola, le chiede qualcosa,ma lei risponde a monosil- labi. «È una ragazza difficile, parla poco; non ha avuto una vita sempli- ce, ma è molto intelligente» mi dice. Uno sguardo tagliente mi attra- versa... ma è solo paura.Grandi sorri- si mi si avvicinano chiedendomi da dove vengo, come mi chiamo e ini- ziamo a scherzare.Mi raccontano la loro giornata, le lezioni, i giochi. Ven- gono da tutto il Tanzania. Suona la campana, è ora di entrare. Salutiamo Sofia,mi chino per baciarla e lei mi avvolge le braccia al collo come vo- lesse aiutarsi a salire in braccio; la ti- ro su, l’abbraccio, l’accarezzo e l’ac- compagno in classe.Non parla.Non mi dice niente,ma mi saluta con un accenno di sorriso. C hiedo a uno dei tanti assisten- ti se è possibile fare un giro della struttura. Tanti reparti, organizzati e ben tenuti si stringono l’uno accanto all’altro nell’ampia a- rea dove i protagonisti sono i ragaz- zi e la natura. Charles Rays, direttore didattico di questa scuola,mi accoglie nel suo ufficio davanti a unmappamondo che sembra aver girato per anni e anni tanto è consumato. «La nostra scuola è nata nel 1967, con il soste- gno della Salvation Army inglese, che ha voluto creare inTanzania una istituzione sul modello di quelle pre- senti in Gran Bretagna. Inizialmente era un centro di accoglienza per bambini con gravi problemi e malformazioni alle ossa.Nel 1970 si è deciso di costruire nello stesso spazio anche una scuola affinché i ragazzi, che intellettualmente non a- vevano problemi, potessero ricevere un’istruzione.Nel 1974 la scuola è passata sotto la direzione del gover- no, che ne ha omologato i program- mi scolastici a quelli nazionali, preoccupandosi, inoltre, di fornirne i maestri che tuttora sono stipendiati dallo stato. La scuola accoglie più di 200 ra- gazzi dai 7 ai 16 anni, provenienti da tutto il paese, senza distinzioni so- ciali, religiose, economiche o etni- che. L’unico vincolo è che il loro han- dicap sia solo fisico e nonmentale. Il TANZANIA testo e foto di Romina Remigio Tre storie esemplari di umana dignità Una bambina con handicap, ma intelligentissima, una donna poliomielitica che mantiene i nipotini lasciati da sorelle e fratelli morti di Aids, un ex operaio della Fiat che accudisce la moglie paralitica: tre storie di vita, in cui si dimostra come gli africani sappiano gestire la propria esistenza con ammirevole coraggio e dignità. CORAGGIO E DIGNITÀ Charles Rays, direttore didattico della scuola della Salvation Army.
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