Missioni Consolata - Febbraio 2009

tori e gli « assentati », cioè quelle fa- miglie che, dopo anni di lotta e spe- ranza, hanno finalmente ottenuto dal governo la tanto agognata terra da coltivare. Il centro funge da «braccio opera- tivo» della Commissione diocesana dei diritti umani, che si esplica sia nell’esecuzione delle azioni, sia nel rafforzamento delle associazioni lo- cali in difesa dei diritti umani nei municipi e nelle parrocchie della diocesi di Goias Velho. I n Goias si sta vivendo un periodo di forti cambiamenti economici e sociali.Come abbiamo già detto, con l’avvento del biodiesel i terreni da pascolo per i bovini, sono trasfor- mati, o stanno per esserlo, in terreni per la coltivazione della canna da zucchero e della soia.Questo fa sì che decine di migliaia di lavoratori giungano in questa regione soprat- tutto dal Nordest, per poi finire sfrut- tati, sottopagati e costretti a vivere inmisere condizioni. Inoltre, sono ri- cattati: se protestano vengono la- sciati a casa, sostituiti da altri dispe- rati pronti a prendere il loro posto. Il Centro «don Francesco Cavazzu- ti», insieme alla Pastorale della terra, la Casa del migrante, alla diocesi di Goias e tutte le associazioni di vo- lontariato che lavorano con il mon- do agricolo, sta cercando di fare un’opera di sensibilizzazione presso i sindacati locali e le comunità, affin- ché accolgano questi lavoratori che provengono da fuori, per umanizza- re un po’di più l’accoglienza. Purtroppo, però,molti lavoratori hanno ancora paura a incontrare gli attivisti.Temono di perdere il lavoro, anche se qualcuno comincia a dare segni di insofferenza. Si comincia a capire che i lavoratori non sono solo «braccia»,ma esseri umani con dei diritti. In questo contesto le istituzioni lo- cali, che sono ancora legate ai gran- di latifondisti, non aiutano e non in- centivano queste iniziative; anzi, so- no aumentati i casi di minacce ai danni di coloro che si impegnano a sostenere i diritti di questi lavoratori. Se continua così le prospettive non sono affattomolto rosee. Essen- do decine di migliaia, ed essendo la- voratori stagionali, è molto difficile seguirne il flusso, dare loro una ma- no e sostenerli e purtroppo, con l’aumento dei terreni adibiti alla col- tivazione del biodiesel, la situazione peggiora di anno in anno. In definitiva questa è la faccia sporca e nascosta dell’«energia pu- lita», che è venduta nel nord del mondo come l’energia che doveva risolvere il problema del petrolio, ma che invece sembra crearne di nuovi. ■ MISSIONI CONSOLATA La Casa domigrante ha lo scopo di dare appoggio e assistenza tempo- ranea a coloro che giungono a Goias dalle campagne circostanti per sot- toporsi, per esempio, a visite medi- che o assistere un familiare nell’o- spedale cittadino,ma offre anche as- sistenza ai migranti provenienti da altri stati brasiliani che vengono per fare la stagione della canna da zuc- chero e si trovano in serie ristrettez- ze economiche. N on solo assistenza primaria e sostegno alle idee,ma anche promozione della conoscen- za dei propri diritti e difesa sindaca- le. È questo l’obiettivo con cui è nato a Goias Velho il Centro dei diritti u- mani «padre Francesco Cavazzuti», che prende il nome dal suo fondato- re: classe 1934, carpigiano,missio- nario fidei donum in Brasile dal 1969. Fin dal suo arrivo nella diocesi di Goias, don Cavazzuti si è distinto per la strenua difesa dei poveri e degli oppressi. Proprio per questo suo impegno, che si scontra con gli interessi dei latifondisti, nel 1972 rischia una prima espulsione dal paese. Nel 1978 diventa parroco di Mossamendes. Ma è il 27 agosto 1987 che l’impe- gno e l’opera di don Cavazzuti ri- schiano di essere messi a tacere: du- rante una veglia di preghiera, un giovane, armato probabilmente dai latifondisti, spara al sacerdote. La pallottola lo colpisce al volto.Don Cavazzuti si salva,ma la sua vista ne è compromessa. Nonostante l’attentato perdona il suo attentatore e lo visita in carcere, continuando poi a essere presente e attivo inmezzo ai deboli e indifesi, fino al suo ritorno in Italia nel 2007. Il centro che porta il suo nome o- pera per la promozione e la garanzia della persona umana attraverso cor- si di formazione, assistenza giuridica e difesa dei diritti violati.Al centro si rivolgono gli abitanti della città e delle zone rurali ma, soprattutto, i cortadores de cana de açucar che vo- gliono far valere i propri diritti sinda- cali contro lo strapotere dei latifon- disti, i «senza terra», i piccoli agricol- MC FEBBRAIO 2009 59 Torneremo sul tema dei biocarburanti con un ap- profondimento sul prossimo numero di MC. Per contatti e informazioni sull’Associazione Modena Terzo Mondo e i suoi progetti: www.modenaterzo- mondo.org . I tagliatori di canna da zucchero ar- rivano in una piantagione: sovente vivono in abitazioni fatiscenti all’interno della stessa.

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