Missioni Consolata - Dicembre 2008

tari di Suv, come se fossero tutti gradassi, prepotenti, ubriaconi, carnefici, e di di- fendere gli altri automobi- listi, motoscooteristi, ca- mionisti, come se fossero tutti umili, sobri, vittime. Ridimensioniamo anche la storia che chi mangia pe- sce, rispetto a chi mangia carne, famenomale alla salute propria e agli equili- bri planetari: sia inmare che nelle acque interne, la pressione sulle risorse itti- che ha raggiunto livelli in- tollerabili, così come è in- tollerabile la tragedia delle morti bianche a bordo del- le imbarcazioni: fonti Fao riportano che «ogni giorno almeno 70 persone muoio- no in incidenti di pesca nei mari dei quattro continen- ti», numero benmaggiore di quello che si riscontra in edilizia e agricoltura. Guglielmo De Tigris Urbino Nessunmedico serio si permetterebbe di dire a un paziente, pieno di proble- mi a causa della sua golo- sità, «per contenere i danni della granmangiata e gran bevuta che ti farai, ingoia questa pasticca, fatti que- sta iniezione». Smettiamo, quindi, di prendere di mira i proprie- rivista@missioniconsolataonlus.it MC DICEMBRE 2008 7 U N MURO CHE NON DIVIDE I l 20° secolo, il più sanguinario che la storia ricordi,ha dato luogo a catastrofi umane senza precedenti,che hanno le- so la dignità di milioni di persone. A 90 anni dalla fine della Grande guerra, la parrocchia di Ciano del Montello ha volu- to realizzare, nel piazzale della chiesa, un «Monumento alla pace», inaugurato la sera del 27 settembre scorso. Questopiccolo lembodi terra veneta,inprima linea ai pie- di del Montello e lambito dal fiume Piave, fu teatro di avve- nimenti drammatici e vide i suoi abitanti lasciare i luoghi na- tii come profughi o combattenti, pagando un prezzo altis- simo in termini di vite umane e privazioni generalizzate, senza dimenticare i caduti dei paesi all’epoca nemici. L’intento principale dell’iniziativa è quello d’attuare una sorta di consegna intergenerazionale, per far sì che il ricor- do sopravviva nella memoria e divenga, nel tempo, segno concreto per la tutela della libertà e della pace. Il parroco, don Saverio Fassina, e gli animatori dei gruppi estivi si sono fatti promotori dell’opera, riflettendo a lungo su come poterla realizzare in maniera da rendere protago- nisti i bambini e i giovani, così lontani nel tempodaquei tra- gici eventi, eppure eredi e diretti destinatari di sottesi mes- saggi di speranza per l’avvenire. Avvalendosi della professionalità dell’architetto Giam- paolo Blandini, si è scelto di valorizzare il muro dell’antico cimitero, che un tempo sorgeva accanto alla chiesa, appli- candovi formelle in ceramica variopinta, create dai ragazzi, e aventi come tema predominante la pace. Accanto a que- ste ne sono state inserite altre, provenienti da viaggi o pel- legrinaggi indiversi paesi delmondo,spessomartoriati,qua- li Etiopia,Palestinae Irlanda;esse contengononon solomes- saggi iconografici,ma anche simbologie cristiane. Sulmuro s’incontrano altresì iscrizioni islamiche,giunte dal Marocco, per affermare quella vicinanza umana che vuole andare ol- tre le etnie e le confessioni religiose. Chiunque giunga in questi luoghi può sentirsi, così, ac- colto dalle parole: «La pace sia con te», espresse in varie lin- gue, fedi e immagini.Queste sono le «pietre vive» che coe- sistono, si sovrappongono e dialogano. I l fulcro di tutto il progetto si sviluppa su un’area quadrata di circa quattro metri per quattro. Su uno dei lati è rap- presentata il Montello, con tralci d’uva ed elementi plastici che rimandano alle case e chiese del territorio; sull’altro vi è un richiamo al Monte Grappa, definito da alti alberi e per- corso da aneliti di vita, prematuramente spezzati... Nel mezzo della composizione è collocata una fontana per quanti,assetati d’acqua e di giustizia, si fermeranno per trovare ristoro. Alla base di questa sono disposti i sassi del fiume Piave, di diverse dimensioni e fattezze, per evocare l’incertezza traballante di passi confusi, tormentati da an- goscia e paura. L’acqua, elemento vivificante, intende favo- rire la purificazione della memoria, personale e collettiva, e la rinascita. Per evidenziare maggiormente questa idea di rinnova- mento, un velo d’acqua ha il privilegio di scorrere sui versi di unapoesiadell’ecuadoriano JorgeCarreraAndrade (1903 –1978), pionieredelladifesadellanaturaedellabellezzadel mondo, sulla quale vedeva incombere il rischio dello sfre- gio di una ragione senza spirito. «Verrà un giorno più duro degli altri: scoppierà la pace sulla terra come un sole di cristallo. Un fulgore nuovo avvolgerà le cose. Gli uomini canteranno nelle strade liberi ormai della morte menzognera. Il frumento crescerà sui resti delle armi distrutte e nessuno verserà il sangue del fratello. Il mondo allora sarà delle fonti e delle spighe che imporranno il loro impero d’abbondanza e freschezza senza frontiere». L a speranza è che quanti lo desiderano, piccoli o grandi, continuino ad apporre nuove formelle, provenienti da diversi luoghi edesperienze,suquesto «murodi pace».L’in- tero complesso è concepito,pertanto, come un’opera in di- venire, unmonumento vivo. Inquesti luoghi,quasi completamentedistrutti dallaguer- ra, bambini e ragazzi di Ciano, tramite questa esperienza, hanno compreso inmaniera tangibile che l’infanzia e lagio- vinezza sonounmomentoprivilegiatoper diventare, inpri- ma persona, portatori e costruttori di pace. Il compito loro affidato è di diffondere questo gioiosomessaggio. In opere e parola. Perché non sempre i muri dividono. Rosella Cervi Ciano del Montello (TV)

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