Missioni Consolata - Dicembre 2008
di importanza cruciale, soprattutto per i suoi confini con gli stati cen- troasiatici e le sue risorse energeti- che, tra cui petrolio e uranio.Pechino vede lo sviluppo economico del Xinjiang come un suo grande suc- cesso e un’ottima strategia per pre- servare l’unità nazionale. Se il Xinjiang si chiamasse Uyghuristan «Siamo un popolo orgoglioso e fiero della nostra cultura».Ab- dulwahab alza la voce per farsi senti- re, mentre danze emusiche cataliz- zano l’attenzione dei partecipanti al matrimonio di un lontano cugino, «La nostra storia e la nostra cultura sono ricche di incontri e influenze dall’antica Persia,dall’India e dalla Cina.Questo ci dà qualcosa in più, possiamo vantare una tradizione che ha preso il meglio di queste grandi civiltà». Il matrimonio per gli uiguri è un’occasione per stare insie- me a parenti e amici,ma anche per conoscere nuove persone, che spes- so vengono invitate per strada. Il bal- lo si scatena al ritmo del dap (tam- buro suonato a mano),del dutar (strumento a due corde di seta dal lungo collo),del tämbur (lunghissi- mo liuto a cinque cordemetalliche), del balaman (corto strumento a fia- to a due canne verticali con sette ca- vità per le dita, che si accorda con una canna orizzontale fissata vicino alla parte superiore dove c’è la boc- ca) e altri strumenti a corde e a fiato finemente intagliati e ricoperti da pelli, generalmente di rettili (8). Situata nell’estremo Nord-Ovest cinese, grande tre volte la Francia, la regione fu conquistata definitiva- mente nel XIX secolo,durante le campagne espansionistiche della di- nastia Qing. I suoi confini conMon- golia, Russia, Kazakhstan, Kyrgyzi- stan, Tagikistan,Afghanistan, Paki- stan e India la rendono una regione strategica, rappresenta un ponte per l’Asia centrale, che attira la Cina co- me fonte di risorse e nuovi mercati. Molti uiguri vorrebbero chiamare il Xinjiang «Turkestan Orientale» o «Uyghuristan», termini che possono valere il carcere se pronunciati pub- blicamente: coloro che vengono sorpresi a parlarne vengono tacciati di separatismo. La fisionomia della gente varia dall’occhio a mandorla con zigomo alto, capelli neri e pelle scura, fino al biondo con occhi chiari. Vivono tra deserti, steppe,depres- sioni e altopiani battuti dai venti, in origine erano nomadi dediti alla pa- storizia e si spostavano attraverso la Mongolia e in tutto il centro Asia.Dal IX secolo sono stanziali e vivono principalmente nelle oasi a sud del deserto del Taklamakan, letteral- mente «dove entri e non esci più». Kashgar, Khotan,Yarkand eYenghis- sar: in passato questi centri erano antichi e potenti regni buddisti si- tuati sul segmentomeridionale della Via della seta ,diventati musulmani nel XIV secolo quando l’islam conquistò quelle terre sop- piantando buddismo, ne- storianesimo emanichei- smo. Urumqi e unmuseo con troppi segreti «I primi annali cinesi riferivano degli strava- ganti barbari alle frontie- re occidentali: una mar- maglia dalla pelle bianca e i capelli rosso acceso, nasi enormi e occhi verdi o azzurri» (9).Victor H. Mair, sinologo e archeologo che ne ha studiato le origini, sostiene che siano discendenti dei Tocari, antico popolo indoeuropeo che viveva nel bacino del Tarimnel III millennio a.C. Secondo questa teoria, una tra le tante sulle origini di questo popolo, i loro antenati riposano nelle teche e nei magazzini del museo di Urumqi, capitale del Xinjiang. Furono gli archeologi Sven Hedin, Albert Von le Coq e Aurel Stein a tro- vare decine di mummie seppellite e preservate dalle sabbie del deserto del Takla- makan. In seguito a queste prime spedizioni del XX secolo ce ne furono tante al- tre che portaro- no alla luce più di cento corpi. La statura e le fattez- ze dellemummie preoccupano il go- verno cinese: sono al- ti, dal metro e ottan- ta ai duemetri, i MISSIONI CONSOLATA Uomo dell’etnia musulmana hui nella città vecchia di Ghulja.
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