Missioni Consolata - Dicembre 2008
Cari mission @ ri 6 MC DICEMBRE 2008 lio hamesso in grossissima difficoltà le compagnie; ci sono state molte agitazio- ni, scioperi, richieste di aiu- to economico all’Unione Europea, oltre che ai gover- ni nazionali e alle ammini- strazioni locali. Ma una congiuntura economica drammatica come questa non dovrebbe essere anche l’occasione per cominciare a prendere finalmente e seriamente in considera- zione l’ipotesi di sfruttare le risorse del mare inmodo più saggio, più equilibrato, più responsabile? Se è vero, come è vero, che alcuni colossi della na- vigazione commerciale (Cosco Container Lines, K Line, YangMing, Hanjing Shipping, ecc...) hanno rag- giunto un accordo sulla ri- duzione delle velocità delle loro navi da 25 a 21,5 nodi e probabilmente si accor- deranno per ulteriori ridu- zioni (studiosi e tecnici hanno calcolato che una diminuzione della velocità del 10%, per un portacon- tainer può significare una riduzione del consumo di combustibile del 30%), per- ché non si dovrebbe trova- re un’intesa analoga anche per il settore della pesca e per quello della navigazio- ne da diporto? E quell’Europa che spin- ge tanto per la rottamazio- ne, ridimensionamento e rinnovamento delle flotte pescherecce (troppi i pe- scatori, troppi e troppo vec- chi i natanti), non potrebbe spingersi un tantino più in là ed esigere da armatori e costruttori lamessa in atto di tutti gli accorgimenti e soluzioni aerodinamiche che lamoderna tecnologia offre, per consentire all’uo- mo di lavorare e magari anche di divertirsi inmare senza rovinarlo? Secondo: nonmi convin- ce affatto la linea scelta da alcuni governi nazionali e, soprattutto, locali che han- no deciso di far pagare l’in- gresso dei Suv nei centri storici (a Londra, per esem- pio, Jeep &C. entrano solo se pagano l’equivalente di 33 euro al giorno...). È una cosa altamente diseducati- va, una ignominiosa resa alla logica del «vuoi inqui- nare? Paga!». No, cari pre- mier e cari sindaci, sempre più innamorati delle tasse, eranomolto più convincen- ti ed educative le domeni- che senza auto: quelle che, nell’ormai lontano inverno 1973-1974, trasformarono non solo le città, ma anche le strade extraurbane (au- tostrade comprese) in pic- coli paradisi. Vorrei ricordarvi che chi inquina uccide: lo ha detto tante vole anche papa Gio- vanni Paolo II , lo ha ribadito il suo successore; e suMC lo hanno documentato magnificamente il dott. To- pino e la dott.ssa Novara. In uno stato che funzio- na nessuna autorità può dire a chicchessia «vuoi uc- cidere? Paga!». No, in uno stato di diritto non può es- serci spazio per approcci del genere, che non differi- sconomolto da quelli che caratterizzano il mondo dei contrabbandieri, brac- conieri, camorristi, mafiosi. Giustizia per tutti... Egregio Direttore, mi permetto di fare qual- che appunto all’articolo di padre Giuseppe Ramponi sul vescovo ecuadoregno E- duardo Proaño ( M.C . 7-8 2008, p.16)) e, in genere, sul tono di moda in questi decenni, una visione dei popoli vicina a Rousseau: popoli originariamente buoni e dalla vita sociale quasi paradisiaca, rovinati completamente dai cattivi europei per di più cristiani. L’evangelizzazione dell’A- merica Latina ha le sue ombre, ma anche le sue lu- ci: Turibio di Mongrovejo e Pietro Claver ne sono pic- coli esempi... C’è poi la mentalità inmolti popoli di dare sempre la colpa ad altri dei loromali, ai cattivi sfruttatori: ieri il coloniali- smo, oggi il mercato globa- le e capitalismo selvaggio... Noi popoli dell’Europa a chi dobbiamo chiedere i danni? Ai cartaginesi, ai ro- mani, agli unni, ai mongoli, ai turchi… Siamo usciti da una lunga storia di guerre, stupri, pestilenze, fame e miserie d’ogni genere... A scuola ci hanno insegnato l’aspetto positivo della cul- tura greca che con Alessan- droMagno ha unificato il mondo antico, così come poi il latino con Roma e con la chiesa: e oggi l’inglese, il francese, lo spagnolo non hanno forse portato anche qualcosa di buono nella crescita dei popoli? L’America Latina e spe- cialmente l’Africa sono sta- te evangelizzate, omeglio scolarizzate, damigliaia di missionari e missionarie u- sciti da tante povere fami- glie e, pur con tutti i loro li- miti, non sono andati in paesi lontani per imporre i loro usi e costumi e neppu- re per portare la rivoluzio- ne delle armi, ma un po’ di vangelo secondo le loro ca- pacità. Anche la grande e- migrazione dall’Europa verso le Americhe non è stata principalmente un fatto di potenti contro po- veri, ma un incontro e uno scontro di poveracci con poveracci. In Europa abbia- mo impiegato più di mille anni per capire che forse è meglio non scannarci a vi- cenda e formare invece u- na comunità. La creazione geme nelle doglie del parto… Il mondo nuovo, dove la giustizia ha stabile dimora, verrà dopo la fine di questo... saluti e buon lavoro. Don Silvano Cuffolo Oropa (BI) Grazie, don Silvano, per questa sua riflessione. Siamo d’accordo. Ma in- tanto dobbiamo darci da fare perché il Regno di pace e di giustizia per tutti cresca già in questo mondo. «Chi inquina uccide», non solo con i Suv Dopo la lettura delle pa- gine dedicate ai Suv ( M.C. 2-2008 p. 66-67) sono an- cor più convinto che l’ac- quisto degli Sport Utility Vehicle sia unamoda più che una necessità, un cedi- mento allamacchina pub- blicitaria più che la risposta alla domanda di sicurezza sulle strade. Al tempo stes- somi sembrano doverose alcune puntualizzazioni. Primo: anche la critica al Suv rischia di diventare u- namoda, se è disgiunta dalla critica a tutto unmo- do di concepire il diritto al lavoro, mobilità, svago. Consideriamo, ad esempio, il settore della pesca: l’au- mento del prezzo del gaso-
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