Missioni Consolata - Dicembre 2008

MISSIONI CONSOLATA in cerca di una sistemazione econo- mica migliore. Il Kenya ha uno dei più alti redditi pro capite fra i paesi africani,ma ha anche il maggior di- vario nella distribuzione delle ric- chezze. Negli ultimi decenni le pro- porzioni raggiunte dalla corruzione politica hanno inoltre messo il pae- se in una posizione anche peggiore rispetto a quella dei suoi vicini e, ine- vitabilmente, i tassi di crescita eco- nomica sono rimasti indietro. Non solo a Nairobi,ma inmolte al- tre città keniote la disuguaglianza e- conomica è evidente nell’architettu- ra delle zone ricche e nell’architettu- ra fatiscente di quelle povere.Una foto scattata dal satellite e reperibile su internet mostra come all’interno dei confini della città c’è una super- ficie occupata da una serie di campi da golf e un’altra uguale occupata dagli slums, in cui vivono fino a tre milioni di persone. La consapevolez- za di questa disuguaglianza, unita al risentimento etnico, si è combinata in una miscela esplosiva con forti tensioni e violenze nei primi mesi di quest’anno. I n tale situazione le elezioni del di- cembre 2007, che portarono di nuovo al potere il kikuyu Mwai Ki- baki, furono giudicate dagli osserva- tori internazionali «molto irregolari». Buona parte di loro ritennero infatti che il presidente legittimamente e- letto fosse il capo dell’opposizione, Raila Odinga, appartenente all’etnia luo,membro del Parlamento di Nai- robi e rappresentante di un’area che include Kibera slum. È anche figlio di Oginga Odinga, il leader politico della comunità luo imprigionato du- rante i disordini del 1969. Le violente proteste contro le irre- golarità avvenute alle elezioni del dicembre scorso sono con ogni pro- babilità non un fattomarginale,ma piuttosto una risposta alle molte tensioni che aspettavano soltanto di esplodere. È perciò importante che ora tra il presidente kikuyu Mwai Ki- baki e il luo Raila Odinga si sia rag- giunto un accordo di pace e che tale accordo abbia successo. L’accordo propone un’autentica condivisione del potere, considerato il primo passo verso il superamento di rancori profondamente e storica- mente radicati, inmodo da costruire uno stato riconciliato, dove prevalga il senso del bene comune. L’auspicio è che in questo frangente i cristiani, tra cattolici e protestanti in Kenya sono più della metà della popolazio- ne, abbiano un ruolo significativo nella maturazione del paese verso un’autentica democrazia. La strada è senza dubbio difficile. I rancori stori- ci si sono accumulati e non sono sta- ti affrontati per tempo. Nel maggio scorso nei campi dei circa 300 mila rifugiati a causa dei conflitti etnici è stata lanciata dal governo l’operazione «Tornate a ca- sa». A Eldoret, in uno dei campi di questi rifugiati, si è tenuta una ceri- monia interreligiosa, con la parteci- pazione di parlamentari locali di et- nia kalenjin che predicavano il per- dono e la pace.Alcuni di questi leaders sono sospettati di aver inci- tato il massacro dei kikuyu nel gen- naio scorso. Le difficoltà sono comunque e- normi. L’agricoltura è stata devasta- ta. Molte zone sono rimaste incolte, il prezzo delle sementi, dei fertiliz- zanti e del carburante sono alle stel- le e la pioggia tarda a venire. Per co- loro che hanno perso casa, bestiame e tutto il resto «tornare a casa» è un grosso problema, circondati come sono dai vicini che non li potevano vedere e che hanno razziato tutto quello che potevano. Per coloro che possedevano solo una capanna e un piccolo negozio di beni di consumo, si troveranno invece un cumulo di ceneri. «Tornare a casa» sarà difficile, molto difficile. E non è tutto finito qui! Come sempre succede in simili casi, i disordini di fine 2007 e inizio 2008 si sono trascinati dietro altri fatti incresciosi.Decine di piccoli commercianti, che avevano fornito del materiale a sostegno del partito del presidente Kibaki, non hanno ancora ricevuto alcun pagamento per un totale di 14 milioni di scellini (140 mila euro).Trattandosi per lo più di piccoli commercianti, ora ri- schiano la bancarotta. I dirigenti del partito del presidente, che avevano raccolto tale materiale, affermano di non avere nessuna responsabilità nel pagamento. Inoltre, dopo parecchi mesi dai di- sordini elettorali, nei campi della Rift Valley vi sono ancora circa 20 mila ri- fugiati in precarie condizioni,mal- MC DICEMBRE 2008 51 Dall’alto: Mwai Kibaki e Raila Odinga, i due contendenti delle elezioni controverse del 2007; manifesto elettorale di Odinga in uno degli slum di Nairobi.

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