Missioni Consolata - Dicembre 2008
MISSIONI CONSOLATA MC DICEMBRE 2008 43 Mosca ha invece largamente conces- so la cittadinanza russa agli abitanti di Abkhazia eOssetiameridionale,portan- do avanti una politica di sostanziale in- tegrazione di queste regioni. La situazione è tuttavia nettamente cambiatadopo il riconoscimentodapar- tedegli Stati Uniti edimolti (manon tut- ti) paesi europei dell’indipendenza del Kosovo, che ha comprensibilmente ac- cresciuto le analoghe aspirazioni di Abkhazia ed Ossetia meridionale. Unaltro fattore cheha contribuitono- tevolmente ad aumentare la tensione nella regione è stata la richiestageorgia- nadi entrarenellaNato,tanto fortemen- te osteggiata da Mosca quanto caldeg- giata dagli Stati Uniti. Il vertice Nato di Bucarest,nell’apriledi quest’anno, aveva però rimandato l’adesione georgiana, soprattutto per l’opposizione di alcuni paesi europei (GermaniaeFrancia inpar- ticolare), preoccupati del sicuro peggio- ramento dei rapporti con Mosca che ta- le decisione avrebbe comportato. AUTORITARISMO RUSSO E DEMOCRAZIA GEORGIANA? Alla luce di questi precedenti, il con- flitto russo-georgiano è stato in effetti improvviso,ma non certo imprevisto.Se il suo esito militare appare chiaro, più complesso risulta interpretarne il senso e le conseguenze politiche. Nonostantemolti errori e incompren- sioni, i rapporti storici tra Russia e Geor- gia non sono certo stati così negativi da doversi inevitabilmente concludere con una guerra. Né appare corretto, a diffe- renzadi quanto imediaoccidentali han- no largamente proposto, interpretare il conflittodi agosto comeuno scontro tra l’autoritarismo neo-imperiale russo e la democrazia georgiana. Infatti, se il deficit di democrazia e li- bertà di espressione della Russia odier- na è ampiamente noto, ben poco si sa delle analoghe inclinazioni della diri- genza georgiana, che sarà anche filo- occidentale, ma ha brutalmente re- presso le manifestazioni dell’opposi- zione nello scorso novembre,gestito le elezioni presidenziali inmaniera quan- to mai contestata, nonché imposto su magistratura e informazione radiotele- visiva un controllo non molto differen- te da quello che viene rimproverato a Mosca (16). In effetti, al di là delle gravi responsa- bilità di una dirigenza georgiana irre- sponsabile nel portare avanti una politi- ca micro-imperiale, ammantata di slo- gan democratici, il conflitto di agosto può essere considerato essenzialmente uno scontro, breve ma cruento, tra l’egemonismoglobale statunitense (che si serve del cliente georgiano) e quello locale russo (che utilizza invece abkhazi e osseti). Parlare a questo proposito di unanuovaguerra fredda traRussia eOc- cidente è del tutto fuorviante, ma sicu- ramente ci sarebbero buone ragioni per ripensare modalità e obbiettivi dell’e- spansione verso est della Nato e dell’U- nione Europea. ■ NOTE: (1) Per uno sguardo d’insieme sulla storia della regione caucasica e dei suoi conflitti si veda lo studio di A. Ferrari, Breve storia del Caucaso , Carocci, Roma 2007. (2) Uno strumento utile per l’aspetto geopolitico è il volume «Quaderni speciali di Li- mes», Russia contro America. Peggio di prima , settembre 2008, interamente dedica- to al conflitto russo-georgiano e alle sue implicazioni globali. (3) Sulla chiesa e la spiritualità georgiana si può fare riferimento soprattutto alle pub- blicazioni di G. Shurgaia (a cura di), Santa Nino e la Georgia: Storia e spiritualità cri- stiana nel paese del Vello d’oro , Edizioni Antonianum, Roma 2000; La spiritualità or- todossa. Martirio di Abo, santo e martire di Cristo , Edizioni Studium, Roma 2003; La Chiesa ortodossa di Georgia ieri e oggi , in A. Ferrari (a cura di), Popoli e Chiese del- l’Oriente cristiano , Edizioni Lavoro, Roma 2008, pp. 249-303. Interessante anche lo studio di N. Gabashvili, La Georgia e Roma. Duemila anni di dialogo tra cristiani , Li- breria editrice Vaticana, Roma 2003. (4) Sulle controverse circostanze che portarono all’annessione della Georgia orienta- le alla Russia si veda lo studio di L. Magarotto, L’annessione della Georgia alla Russia (1783-1801) , Campanotto Editore, Udine 2004. (5) Il Tergi (in russo Terek), è il fiume che segna il confine, più simbolico che reale, pe- raltro, tra il Caucaso settentrionale e la Russia. (6) Su questa fase della storia georgiana si veda soprattutto R. G. Suny, The Making of Georgian Nation , Indiana University Press, Bloomington-Indianapolis 1942, pp. 63-164. (7) Occorre peraltro osservare che altre consistenti minoranze nazionali non ebbero alcun riconoscimento territoriale, in particolare gli armeni e gli azeri che costituiscono la maggioranza della popolazione in alcune regioni meridionali del paese. È molto pro- babile che proprio la mancata costituzione di queste autonomie abbia risparmiato al- la Georgia post-sovietica altri conflitti etno-territoriali. (8) Cfr. H. Carrère D’Encausse, Esplosione di un impero? La rivolta delle nazionalità in U.R.S.S ., tr. it. E/O, Roma 1988, pp. 235-239. (9) A. Zubov, Il futuro politico del Caucaso , in P. Sinatti (a cura di), La Russia e i con- flitti nel Caucaso , Fondazione Giovanni Agnelli, Torino 2001, p. 68. (10) La «Comunità degli stati indipendenti» (Csi) è una federazione di 11 dei 15 stati dell’ex Unione Sovietica. Gli esclusi sono i tre paesi baltici (Lituania, Lettonia, Estonia) e la Georgia. (11) Cfr. O. Vasilieva, La Georgia quale modello di piccolo impero , in C. M. Santoro (a cura di), Nazionalismo e sviluppo politico nell’ex Urss , SPAI, Milano, 1995, pp. 206- 228. (12) Cfr. P. Sinatti, La Georgia tra Mosca e Washington , in «Limes. Rivista di geopoliti- ca», 2004, 1, p. 292. (13) Per «transizione egemonica» si intende il passaggio dal controllo - prevalente o assoluto - di uno stato ad un altro in una determinata regione. Nel caso del Caucaso meridionale, ovviamente da Russia a Stati Uniti. (14) La «politica europea di vicinanza» (o vicinato o prossimità) è un insieme di mi- sure politiche, giuridiche ed economiche che - senza costituire un passo ufficiale verso l’ingresso nell’Unione Europea - ne costituiscono però un importante presupposto. Geor- gia, Armenia e Azerbaigian sono state coinvolte nella primavera del 2004. (15) Cfr. A. Ferrari, Breve storia del Caucaso , cit., pp. 131-132. (16) Si veda al riguardo l’articolo, pubblicato in un sito non certo filo-russo, Reports slam Georgian Government for use of force, authoritarian tendencies , in «Civil So- ciety», http://www.eurasianet.org/departments/insight/articles/eav122107.shtml. Anche Missioni Consolata ha parlato delle carenze democratiche della Georgia: nel nu- mero di gennaio 2008 e sul numero monografico di ottobre-novembre 2008. Dall’alto: M. Saakashvili, presidente della Georgia; Lord Robertson e Shevardnadze, primo presidente della Georgia; Putin e Medvedev, primomi- nistro e presidente della Russia.
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