Missioni Consolata - Dicembre 2008
DOSSIER motoredell’avvicinamentoall’Unioneeu- ropea. Infine,lacrescentepreoccupazione europea per l’affidabilità delle forniture energetiche russeha resoparticolarmen- te rilevante la regione come via alternati- va del transito di gas e petrolio (15). Pur privadelle ambizioni egemoniche di Russia e Stati Uniti, l’accresciuta pre- senza europea nel Caucasomeridionale non ha però attenuato le tensioni regio- nali. La dirigenza georgiana, forte del di- chiarato sostegno americano, è infatti decisa a riconquistare il controllodei ter- ritori perduti. Sin dal 2004 Tblisi è riuscita a ripren- derepacificamente il controllodell’Agia- ria, una regioneabitatadageorgianimu- sulmani, chenegli anni precedenti aveva conosciuto una sorta di blanda indipen- denza, mentre ha condotto nei confron- ti di Abkhazia e Ossetiameridionale una politica fatta sia di proposte di vasta au- tonomia sia di pressionemilitare. Già nell’estate 2004 vi furono scontri in Ossetia meridionale,mentre nel 2006 Tblisi rioccupò militarmente la valle di Kodori, in Abkhazia. L’intensificazione delle rivendicazioni georgiane suqueste regioni ravvivòallora laprospettivadi un loro incorporamento nella Federazione russa.Piùvolte sollecitatadai dirigenti di Abkhazia e Ossetiameridionale, tale an- nessione di territori giuridicamente ap- partenenti alla Georgia è stata a lungo respinta dalla Russia, soprattutto alla lu- ce delle forti ripercussioni interne (si pensi alla Cecenia) e internazionali che avrebbe potuto avere. vietiche, mettendo in dubbio quella «transizione egemonica» (13),che appa- riva inevitabile sino a pochi anni prima. Soprattuttonel Caucaso,i paesi e i popoli sono quindi in largamisura ostaggi non tanto di conflitti arcaici, come spesso si pretende, quanto piuttosto di questa ri- valitàgeopolitica: mentre laGeorgiae,in misura minore, l’Azerbaigian hanno as- sunto una posizione filo-americana, l’Armenia (incluso l’Alto Karabakh) e so- prattutto l’Abkhazia e l’Ossetiameridio- nale continuano a essere schierate con Mosca. L’UNIONE EUROPEA, LA NATO, IL KOSOVO Inquesta complicata situazione si è in- serita da qualche tempo anche l’Unione europea.Dopooltreundecenniodi scar- so interesse nei confronti della regione, nel giugno 2004 Georgia, Armenia e Azerbaigian sono state inclusenella «Po- litica europea di vicinanza» (14). Il nuovo atteggiamento di Bruxelles ha varie motivazioni. In primo luogo è colle- gato con la questione della candidatura dellaTurchia,il cui eventuale ingressopor- terebbe le frontiere europee direttamen- te sul Caucaso. Ma anche con la «rivolu- zione delle rose» in Georgia, che ha profondamente modificato la situazione di questo paese, facendone il principale 42 MC DICEMBRE 2008 allora le rivendicazioni indipendentiste di osseti eabkhazi,che sono riusciti a ren- dersi de facto indipendenti dopo violen- te guerre nel periodo 1991-93. Tali conflitti, tra l’altro,hanno determi- nato l’emigrazionemassicciadegli osse- ti dalla Georgia e dei georgiani dal- l’Abkhazia. Da allora truppe russe sono presenti nelle due entità secessioniste con funzionedi peace-keeping e suman- dato internazionale.LaGeorgia,peraltro, non hamai accettato questa situazione, anche se durante la lunga presidenza di Shevarnadze (1992-2003) non ha potu- to in alcunmodo ribaltarla. La situazione è profondamente cam- biata dopo la cosiddetta «rivoluzione delle rose», che tra la fine del 2003 e l’inizio del 2004 portò all’avvento di una dirigenza fortemente filo-occidentale guidata da Mikheil Saakashvili. Questa evoluzione politica della Georgia è av- venuta indubbiamente con il favore e l’aperto sostegno degli Stati Uniti (12). Nell’ambito del più generale ridispie- gamento strategicoemilitare verso sud- est, iniziato dopo l’11 settembre 2001, Washington ha infatti individuato nella Georgia il paese chiave della sua pene- trazione nella regione caucasica, più di quanto - per differenti ragioni - possano divenirlo l’Armenia e l’Azerbaigian. Al tempo stesso, tuttavia, dopo la di- sastrosa crisi post-sovietica degli anni ‘90,sotto la presidenza di Putin, la Russia è tornata a consolidare le sue posizioni, in particolare nel cosiddetto «estero vi- cino», vale a dire le ex repubbliche so- Tblisi, funerale di 43 soldati georgiani sconosciuti,morti a Tskhinvali.
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