Missioni Consolata - Dicembre 2008

34 MC DICEMBRE 2008 N ella puntata precedente abbiamo lasciato il figlio «an- ziano» in preda all’ira contro il padre, che ha osato ac- cogliere il fratello tornato a casa, dopo il tradimento e il pentimento. Nei nostri orecchi risuona ancora come una lama affilata e piantata nella carne viva l’espressione «questo tuo figlio», carica di disprezzo senza tregua e senza sconti. S TARE CON IL PADRE SENZA ESSERCI Il fratello maggiore ha rinnegato la «fraternità» e si è chiuso nella sua solitudine, che diventa anche rifiuto della paternità perché egli si considera non figlio, ma «schiavo»: «Da tanti an- ni (io) ti sono schiavo (in greco: doulèu ō ) e mai un tuo co- mando ho trasgredito» (v. 29). Stare a casa col padre deve essergli pesato come un macigno perché egli si è imposto non di «stare col padre», ma di vigilare sulla eredità che conside- rava sua a tutti gli effetti. La giustificazione della sua tirchie- ria avara è riversata sul padre, perché l’egoista non sa porta- re nemmeno le responsabilità delle proprie scelte, ma ha bi- sogno sempre di un paravento, dietro cui riparare il proprio perbenismo e la propria grettezza. Il v. 29 dove il figlio maggiore accusa di avarizia, vi è una ri- presa del tema dell’«avere» che segna tutta la parabola e che ci pare importante sottolineare anche visivamente; v. 12: Padre, DAMMI (dice il figlio minore che pretende la vi- ta e l’eredità del padre prima della sua morte); v. 16: Nessuno gli DAVA (al figlio minore che vuole saziarsi al- meno del cibo dei porci); v. 22: Disse: DATEGLI l’anello al dito (dice il padre ai servi per reintegrare il minore nell’eredità); v. 29: Mai mi HAI DATO un capretto (dice il maggiore al pa- dre per giustificare la sua gretta avarizia); v. 31: Tutto è TUO (dice il padre al maggiore che non ha mai potuto godersi quello che aveva). Il figlio maggiore si dimostra autentico figlio di Adam che, rifiutando di riconoscere la «signoria» di Dio, finisce per ritro- varsi «nudo» per se stesso e incapace di riconoscere gli altri come suoi simili. Caino uccide il fratello Abele, perché senza padre non c’è fratello. Nella parabola di Lc, avviene il contra- rio: non riconoscere la fraternità significa disconoscere anche la paternità di Dio. D’altra parte i due atteggiamenti sono simmetricamente corrispondenti («chi infatti non ama il pro- prio fratello che vede, non può amare Dio che non vede?», 1Gv 4,20), perché senza fratelli non c’è padre. Il fratello maggiore si ribella al padre che accoglie e «salva» il fratellominore, come il profeta Giona s’indignò con Dio per- ché concesse a Ninive un’opportunità di salvezza (Gn 4,1.4), mentre egli nel furore della sua personale giustizia avrebbe voluto distruggere tutta la città, abitanti e animali compresi. S IMBOLISMO DEI NOMI : IL B ARABBÀ E I BARABBI Esaminando il v. 28 (cf MC 7-8 [2008] 72-73) abbiamo parlato del «giorno dell’ira» e ci siamo riferiti sia a Caino che al profeta Giona che, ora, trovano pieno compimento nel fi- glio «anziano» della parabola, che si contrappone in modo lampante al padre come evidenzia lo schema seguente: Due mondi e due prospettive si confrontano e si oppon- gono. È evidente che Lc non intende raccontare solo una pa- rabola edificante, ma vuole proporre una catechesi in pro- spettiva cristologica. La figura del padre è simbolica di Dio che viene in cerca dei suoi figli vaganti nel deserto come pe- core smarrite (Lc 15,4.8). Egli ha inviato il Figlio primogenito per radunare e salvare i «figli minori», che costituiscono l’u- DALLA BIBBIA LE PAROLE DELLA VITA (34) (LC 24,46) a cura di Paolo Farinella biblista Così sta scritto LA PARABOLA DEL « FIGLIOL PRODIGO » (23) ACCOGLIETELO NEL SIGNORE CON PIENA GIOIA «La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non ne erano degni» (Mt 21,8) « 29 Ma egli rispondendo, disse a suo padre: Guarda/Ecco, da tanti anni [io] ti sono schiavo e mai un tuo comando ho trasgredito, e (tu) mai mi hai dato un capretto perché con i miei amici potessi es- sere felice (= fare festa). 30 Ma quando questo tuo figlio, che ha mangiato con le prostitute la tua vita, è venuto, (tu) hai ucciso per lui il vitello grasso». « 31 Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32 ma bisognava fare festa e rallegrarsi, perché questo tuo fra- tello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato». ( Mt 23,26 ) Figlio «anziano» Padre 29 Egli rispondendo, disse a suo padre 31 Gli rispose il padre da tanti anni (io) ti sono schiavo Figlio, tu sei sempre con me perché con i miei amici potessi far festa 32 bisognava far festa e rallegrarsi 30 ora che questo tuo figlio questo tuo fratello che ha mangiato con le prostitute che era morto la tua vita è tornato in vita Hai ammazzato il vitello grasso Era perduto ed è stato ritrovato

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