Missioni Consolata - Dicembre 2008

MISSIONI CONSOLATA quantitativi di energia. Per questo, nel 2003 la compagnia energetica nazionale, la Landsvirkjun, ha firma- to un contrattomiliardario con la più grande multinazionale dell’allu- minio, l’americana Alcoa. Altre fonderie sono in progetto, che dovranno essere alimentate da una nuova grande diga, che som- mergerà una vasta zona selvaggia e remota. I promotori del progetto parlano di compromesso sostenibi- le, rischi contenuti, opportunità di lavoro per la gente, che viene co- munque reclutata all’estero, per i la- vori a rischio. Il pericolo di inquina- mento è grave, nel mare, nei fiumi e in un territorio ricco di acqua, finora rimasto incontaminato. La società ci- vile appare divisa tra ottimisti e scet- tici, e solo un piccolo gruppo di per- sone sembra disposto a battersi per portare alla luce le molte questioni controverse di tali imprese, tra cui i rischi ambientali e quelli economici. «Credo che potremmo fare a me- no di queste fabbriche di alluminio - afferma Elin -. Il turismo è la nostra industria più forte.Ma il paese è divi- so su questo argomento.Vi è crisi e- conomica, i prezzi sono alti e la po- polazione scende, specialmente nei villaggi». A Husavik pare che la gente sia fa- vorevole al nuovo insediamento in- dustriale dell’Alcoa, previsto nelle vi- cinanze. Tuttora il villaggio vive della pesca e soprattutto del turismo, per- ché è qui che si osservano facilmen- te i cetacei, che in questa zona sono protetti e la pesca non è stata riaper- ta come è avvenuto altrove dopo anni di chiusura. «Anche io ho lavorato sui pesche- recci - mi dice Michael, che ci ospita nella sua bella casa -.Dovevo pulire il pesce appena pescato: una vita durissima, che gli islandesi non vo- gliono più fare.Oggi sono i polacchi a imbarcarsi per lunghi periodi nei mesi freddi e bui della pesca, da gennaio a marzo». L e famiglie islandesi possono essere molto numerose, i gio- vani amano viaggiare, girano il mondo e poi magari ritornano. Pare che la gente d’Islanda sia tra le più felici in Europa.Ma allora,mi doman- do, perché l’anno scorso 20 giovani madri sonomorte per overdose? Una percentuale altissima, se consi- deriamo la popolazione di appena 300 mila anime. La notte è molto lunga e in inverno le ore di luce so- no 3 o 4.Anche l’alcool è un proble- ma, come in tutti i paesi freddi. ■ MC DICEMBRE 2008 33 Ospedale cattolico di Landakot nel 1900. A sinistra, l’autrice dell’articolo con padre Patrick, il prete irlandese che attende alla comunità cattolica di Akureyri. Sotto, Akureyri: la chiesa luterana domina la città. Basilica di Cristo Re a Landakot (Reykjavik).

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