Missioni Consolata - Dicembre 2008

32 MC DICEMBRE 2008 ISLANDA maschere filtranti, in condizioni mol- to dure - mi confida Chris, un immi- grato ungherese -. L’ambiente è sa- turo di polvere di alluminio,molto tossica.Ma la paga è 10 volte quella che guadagnerei in patria». Chris sa benissimo che le polveri danneggiano la salute, in particolare il cervello. «Ho 28 anni e spero di la- sciare tra due o tre anni e ritornare a casa». Le navi arrivano dall’Australia, mi dice.Ma io so che caricano il mi- nerale anche a Iryan Jaia, in Indone- sia, dove esiste una enorme, ricchis- sima miniera sfruttata dalla Bechtel americana, a 4 mila metri, su un vul- cano coperto ancora da ghiacci. Il materiale estratto, ricchissimo di mi- nerali preziosi, scende direttamente al mare, dove viene imbarcato e spe- dito in Islanda, da molti anni ormai. L’Islanda possiede ingenti riserve energetiche quasi intatte. Sino ad oggi l’Islanda ha impiegato un ven- tesimo dell’energia geotermica e appena un decimo di quella idroe- lettrica, esclusivamente per l’uso do- mestico (l’80% delle abitazioni sono riscaldate dalle caldissime acque del sottosuolo) e per le coltivazioni in serra. Si tratta di energie rinnovabili, pulite e a basso costo, che il governo ha deciso di vendere al mercato in- ternazionale. Un’operazione sempli- ce in apparenza, se non fosse che l’I- slanda è nel mezzo dell’Atlantico, per cui è impossibile trasferire altro- ve i suoi preziosi megawatt. L’unica soluzione è quella di ospi- tare sul proprio suolo imprese stra- niere che abbiano bisogno di grandi MILLEANNI DI CRISTIANESIMO F urono i monaci irlandesi i primi cristiani a mettere piede in Islanda, secondo le narrazioni contenute nelle antiche saghe islandesi. Ma la loro presenza fu spaz- zata via, tra il IX e X secolo, dalle incursioni dei Vichinghi. Al tempo stesso, altre po- polazioni scandinave iniziarono a colonizzare l’isola. Erano in prevalenza pagani e adoravano, fra gli altri, Thor, Odino e Freyja; ma vi erano anche alcuni norvegesi già convertiti alla fede cristiana. Alla fine del millennio importanti personalità dell’isola abbracciarono la nuova fede. La differenza di credo minacciava di dividere il nuovo popolo e, per scongiurare una guerra civile, l’Assemblea di Thingvellir affidò a uno dei capi la decisione sul tema della religione: egli decise che tutti gli abitanti dell’Islanda dovevano aderire alla fede cristiana e farsi battezzare, lasciando la li- bertà di onorare in privato le divinità tradizionali. Nell’arco di 50 anni tutta l’isola divenne cristiana. Nel 1054 fu costituita la diocesi di Skàlholt (nel sud) e Ísleifr Gizurarson ne fu il primo vescovo, consacrato a Brema, in Germania. Nel 1106 fu eretta una seconda diocesi a Hòlar, nel nord. A quell’epoca l’Islanda contava circa 80 mila abitanti; le chiese vennero costruite un po’ dappertutto; c’erano una decina di monasteri benedettini e agostiniani e due conventi di suore benedettine. Per tutto il Medioevo, la chiesa contribuì allo svi- luppo economico, civile e culturale degli islandesi. Passata sotto il dominio danese, l’Islanda perse gradualmente l’indipendenza, soprat- tutto il diritto al libero commercio. I capi della chiesa cercarono di opporsi a questo stato di cose; ma tale resistenza venne stroncata dal re Cristiano III di Danimarca, con l’imposizione della confessione luterana e l’assassinio, nel 1550, di Jòn Arason, vescovo di Hòlar. Fino al 1874 il credo cattolico fu vietato sotto pena di morte. S olo nel 1857 i primi due preti cattolici, Bernard Bernard e Jean-Baptiste Baudoin, riuscirono a rimettere piede in Islanda; ufficialmente per assistere i pe- scatori cattolici francesi, in realtà per rivitalizzare la chiesa cattolica nell’isola. Il ten- tativo fallì per l’opposizione del clero luterano. Tuttavia essi poterono acquistare una casa e un appezzamento di terreno, destinati a diventare centro della nuova chiesa, a Landakot, presso Reykjavík, allora piccolo villaggio di pescatori. Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo la chiesa cattolica cominciò ad attecchire: l’arrivo di alcune suore tedesche (1896), che fondarono una scuola elementare e un ospedale a Reykjavík, contribuì a rompere il ghiaccio dell’avversione contro i «romani»; la conversione della famiglia di Gunnar Einarsson, divenne il cuore della nuova comu- nità cattolica; la missione iniziata nel 1903 dai monfortani olandesi ne promosse la graduale crescita. Nel 1923 l’Islanda divenne prefettura apostolica autonoma; nel 1929 vicariato apo- stolico e fu costruita la cattedrale di Landakot, dedicata a Cristo Re. Nel 1968 Reykjavík fu elevata a sede vescovile. Chiese e cappelle furono costruite a nord e a sud del paese. Nel 1986, l’isola contava 2 mila cattolici, in maggioranza islandesi. Momento culminante della vita cattolica fu la visita del papa nel 1989. N egli ultimi decenni, i cattolici sono raddoppiati, grazie soprattutto ai molti im- migrati da Polonia e Filippine, ma anche alla crescita naturale e alle conver- sioni. Oggi, la chiesa cattolica in Islanda conta oltre 4 mila fedeli: poco più dell’1% della popolazione (il 90% degli islandesi appartengono, almeno nominalmente, alla chiesa di stato luterana); nel paese lavorano un vescovo, 12 preti e 37 suore (di cui 11 carmelitane), impegnati nei vari settori pastorali: celebrazione dei sacramenti, catechismo, scuola, l’assistenza ai malati, Caritas e altre iniziative sociali. Tra la chiesa cattolica e quella luterana si è instaurata una serena collaborazione e reciproca disponibilità. Nell’anno 2000 hanno celebrato insieme il millenario del cristianesimo. Sia la società che le autorità civili hanno riconosciuto il grande signi- ficato di tale evento e il ruolo svolto dalla chiesa cattolica per il bene del paese e della popolazione, e non solo in rapporto al passato, al Medioevo, ma anche in rela- zione al presente. Essa entra nel terzo millennio con nuova fiducia ed energia. B.B. Francobolli commemorativi della morte violenta del vescovo Jòn Arason.

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