Missioni Consolata - Dicembre 2008
ancora in piena stagione turistica. Qui incontro Peter, giovane un- gherese che viaggia solo, a piedi e in autostop, da oltre unmese.Ha la- sciato l’università ed è partito alla ri- cerca di se stesso.Ci sono anche due cinesi di Singapore, con auto a nolo e perfetta attrezzatura d’alta monta- gna. Per loro questo viaggio, pro- grammato da tempo conmolta cu- ra, è la realizzazione di un sogno. TERRADI MIGRATORI Procedendo verso il nord, per chi- lometri non incontriamo altri veicoli, il paesaggio è ancora segnato dalla neve, i colori sono brillanti, l’aria fredda, le lagune popolate di uccelli. Ad Akureyri alloggiamo nella pen- sione di Elin.Ci racconta che da bambina aveva imparato a pescare sulla barca del padre, quando vive- vano a Darvik, villaggio di pescatori situato in un’ansa dell’Eyiafjordur. Dopo il diploma, si era iscritta all’uni- versità di Akureyri e aveva insegnato nel college di agraria di Hòlar, finché ha aperto la guest house dove ci sia- mo sistemate. «Devi andare a Hòlar - mi racco- manda Elin -, è una zona storica e molto bella». La cittadina si trova a una settantina di chilometri da Aku- reyri. Nel medioevo era stata sede vescovile, capitale ecumenica e pe- dagogica fino alla Riforma, quando il 30 MC DICEMBRE 2008 ISLANDA ALLA RICERCADI SE STESSI Naturalmente non tutti gli islan- desi si rassegnano all’isolamento. Uno di essi è Petrus. Lo incontriamo in una pensione con vista sul porto di Seydisfjordur, una cittadina situa- ta nell’omonimo fiordo della costa nordorientale dell’isola. È arrivato la sera da Reykjavik dopo otto ore di auto con la bella moglie e due ge- melle di 12 anni. Petrus ha studiato e lavorato negli Stati Uniti per 7 anni, poi è voluto ri- tornare in patria, stabilendosi nella capitale. «Viaggiomolto per lavoro e conosco Milano e Roma» mi spiega. Hanno in progetto di imbarcarsi per l’Europa e spendere unmese di va- canza in Scozia, con tappe interme- die in Norvegia e a Copenaghen. L’Islanda, infatti, continua a man- tenere i suoi legami storici con le na- zioni che l’hanno dominata. Per qua- si tre secoli la Danimarca ha mante- nuto il controllo politico e commer- ciale dell’Islanda, fino al giorno del- l’indipendenza ottenuta solo dopo la seconda guerra mondiale (1944). Mentre Petrus e famiglia s’imbar- cano, dal traghetto sono appena scesi due giovani neozelandesi, in bicicletta.Arrivano da un anno di viaggio in Asia.Cinque mesi li hanno passati in India e ora contano di fer- marsi unmese in Islanda, sempre in bici, dormendo in tenda. Sulla strada che porta al lago Mi- vatn incontriamo un ventunenne di Tabor, Repubblica Ceca, che viaggia solo e spera di vendere foto e repor- tage a Praga per pagarsi il prossimo viaggio. Sulla bicicletta ha la sua ca- sa, compreso un fornello col quale ci prepara un caffè, al tavolo di un rifu- gio che troviamo a metà percorso, perfettamente attrezzato e pulito, con servizi, docce e piscina termale, anche se incustodito, non essendo Skaftafell, la casa della signora Gudveig, davanti alla grigia distesa del Sandur. Superficie: 103 mila kmq Capitale: Reykjavik Popolazione: 316.252 (aprile 2008) Moneta: corona islandese Religione: 90% luterani, 1,3 cattolici Lingua: islandese (ufficiale) Ordinamento politico: Repubblica parlamentare, indipendente dal 1944. Presidente: Olafur Ragnar Grimsson dal 1996, rieletto nel 2004. Primo ministro: Geir Haarde dal 2006. Pil: 40.277 dollari procapite Economia: agricoltura scarsa (patate e prodotti da serra); allevamento di ovini e animali da pelliccia; la pesca (merluzzi e aringhe) alimenta l’esportazione. Risorse ener- getiche sfruttate per la produzione di alluminio. Industria turistica in forte crescita
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