Missioni Consolata - Dicembre 2008
MISSIONI CONSOLATA sferirsi in Canada; ha lasciato la se- conda moglie e si è rifugiato in Islan- da, dove ha deciso di rimanere con una terza moglie e tre dei suoi cin- que figli. «Tutti gli anni ritorno a Napoli,ma non è più la mia città.Oramai il mio paese è questo e ci vivo bene» affer- ma con il suo forte accento napole- tano. E quando gli faccio notare la modestia di negozi e abitazioni,mi spiega che gli islandesi non vivono per l’immagine, sono persone vere, genuine e democratiche. Poi mi in- dica un anziano signore con barba bianca che sta entrando nello stabi- le della piscina con la sacca a tracol- la, e aggiunge: «È il presidente del senato». L’Islanda è ritenuta il primo paese europeo a darsi un governo demo- cratico. Era il 930: la comunità locale si riunì presso il lagoThingvellir e scelse i loro rappresentanti che for- marono l’Assemblea ( Althing ) con il potere di legiferare e governare il paese. La storica località si trova a cavallo della frattura che divide le due plac- che continentali dell’Eurasia e del- l'America. Il lungo canyon spacca la pianura, con due muraglioni di ba- salto nero che continuano ad allon- tanarsi, al ritmo di unmillimetro al- l’anno. La terra in Islanda non è mai stata ferma ed è in continua evolu- zione: qui sono avvenuti e avvengo- no più della metà dei fenomeni vul- canici nel mondo. GEYSER,CRATERI ECALDERE Lasciata Reykjavik, città piacevole e luminosa, con una piccola Toyota a nolo imbocchiamo la Ring Road , più di 2 mila kmdi strada che corre lun- go tutta la costa islandese.Ci inol- triamo in un territorio per certi a- spetti terrificante, segnato profon- damente da fenomeni vulcanici, caldere fumanti, campi neri di lava e monti erosi e scarsa vegetazione. Deviando verso la costa per rag- giungere i villaggi di pescatori, tro- viamo un pugno di casette, protette da una lunga barriera di rocce nere, costruita dopo un devastante tsuna- mi. Continuando la Ring Road verso est, attraverso immense distese di sabbia nera solcata da rivoli scuri, ci avviciniamo alle calotte glaciali, le più grandi d’Europa.Confesso che i primi due giorni mi sono trovata spaesata, oppressa dal grigio infinito di paesaggi drammatici e da una lu- ce spettrale. Spaventose eruzioni, documenta- te nei secoli passati, hanno lasciato il segno: la lava solidificata nelle forme più strane, è ricoperta oggi da uno spesso strato di muschio. Per chilo- metri si viaggia in un paesaggio fat- to di campi coperti da enormi cusci- ni verdi.Nelle lagune lungo la costa vi sono ancora i ghiacci e moltissimi uccelli, che ho imparato a conoscere e amare durante i precedenti viaggi nei paesi del nord. Scopro che i vil- laggi segnati sulla mappa, dai nomi impronunciabili, sono in realtà case isolate, alla base di monti che paio- no cumuli di cenere nera. Siamo a metà maggio, i rari salici nani hanno gemme vellutate,ma i lupini devono ancora schiudersi. Il sole pare non voglia mai tramonta- re: in pochi giorni accenderà i colori del cielo e delle acque, fiumi, lagune e oceano.Minuscoli fiori rosa si apri- ranno sulla lava nera e la luce incre- dibile del nord ci terrà compagnia anche di notte. SOLITUDINE Gudveig vive da oltre 50 anni a Skaftafell, ai margini del più grande parco nazionale dell’Islanda. Si era sposata a 18 anni, nel 1954, quando ancora andava a scuola, a Reykjavik. «Mio padre era cattolico e io conser- vo un bellissimo ricordo della scuola della cattedrale e delle suore». I primi anni a Skaftafell furono molto duri. Il giovane marito aveva scelto questa fattoria isolata, posta su di un ripido pendio, tra due gran- di lingue di ghiaccio della calotta glaciale del Vatnajokull, per allevare pecore e cavalli.Allora non c’era ac- qua né luce e tutti i lavori dovevano essere fatti a mano.Uno dopo l’altro nacquero 5 figli. «Miomarito era una persona me- ravigliosa» continua commossa, in- dicandomi il ritratto alla parete, che mostra un uomo dai bei lineamenti e ridenti occhi azzurri. «Quando nel ’64 gli fu offerto il lavoro di guardia nel parco nazionale appena costitui- to, la vita cambiò e arrivarono alcu- ne comodità. L’allevamento da allo- ra è proibito, per proteggere flora e fauna autoctoni,mentre il turismo è aumentatomolto». L’anziana signo- ra è felice di ricevere durante l’estate gli ospiti, che, oltre a rompere la soli- tudine delle interminabili notti bo- reali, portano anche denaro buono. Per più di 50 anni lo sguardo di questa donna gentile ha spaziato sull’immensa distesa grigia del San- dur, una deprimente pianura di fine sabbia nerastra e limo, che i torrenti glaciali hanno portato a valle fino al- la costa.Nelle lunghe notti invernali Gudveig ha tempo per tessere e ri- camare, ricoprendo sedie, poltrone e pareti della casa minuscola, dalle molte stanzette.Ha pure dipinto quadri, ispirandosi alla natura. I cin- que figli hanno viaggiatomolto e ora vivono nella capitale.Gli 11 ni- poti vengono a passare le vacanze qui, a casa della nonna, e aiutano ad accogliere i turisti. MC DICEMBRE 2008 29 A sinistra, una vista della capitale Reykjavik. A destra, neve e ghiacci a Mivatn.
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