Missioni Consolata - Dicembre 2008

22 MC DICEMBRE 2008 Q uesta è una brutta storia.Orri- bile. Di quelle che succedono nei film,ma che poi hanno un lieto fine. Invece la storia, vera, dei femminicidi a Ciudad Juárez (Stato di Chihuahua,Messico), non ha nessun lieto fine.Anzi. È sempre peggio. È dal 1993 che donne poco più che ragaz- zine, dai 12 ai 22 anni al massimo, vengono rapite, abusate, torturate e uccise da uomini senza scrupoli, che dopo avere nascosto il risultato della loro efferatezza, fanno perdere le proprie tracce. Sono tante, a oggi, le vittime di queste pratiche inumane: almeno 500 accertate; altre 600 ancora desa- parecidas , scomparse.Nel solo 2008, 60 morte o scomparse. Tutte che la- sciano una famiglia, spesso bambini, orfani in piccolissima età.Ancora più sconcertante è il fatto che i colpevoli restano tutti o quasi impuniti. MESSICO di Daniele Biella Ciudad Juárez, città di frontiera e di femminicidi Accade a Ciudad Juárez, infernale città di frontiera tra Messico e Usa: centinaia di giovani donne vengono sequestrate, torturate, abusate, uccise e gettate nel deserto come spazzatura. Per tal genere di violenza è stato coniato un triste neologismo: femminicidio. Un’associazione di madri delle vittime chiede inutilmente verità e giustizia. Una croce rosa, simbolo delle donne assassinate a Ciudad Juarez, con la scritta: «Non più femminicidi». MIGLIAIA DI CROCI... ROSA

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