Missioni Consolata - Dicembre 2008

MC DICEMBRE 2008 21 unita, trovare un certo equilibrio nel mondo». Un ampio programma artistico e culturale completa il quadro del Fo- ro : lo spazio del Cinema Alternativo, il Teatro Permanente e il Teatro all’a- ria aperta consacrano l’arte come e- spressione di lotta e di educazione popolare. E quando i riflettori si spengono e i cancelli dell’Università di San Carlos si chiudono il Foro si sposta nelle strade del centro stori- co o nei tanti luoghi allestiti per dare ospitalità alle migliaia di persone a simboleggiare una mobilizzazione vera, condivisa e continua. Non importa se i mezzi di comuni- cazione di massa non ne parlano e se non esce un solo articolo sui quo- tidiani locali: il movimento sociale a- mericano esiste e ha dimostrato in questi giorni del Foro di essere forte e combattivo. ■ Pagina precedente: una donna indigena segue i lavori del Forum. Destra: donna afroamericana di offre per fare treccine gratis a chiunque lo desideri. A volte le agende della politica internazionale si dimenticano di tenere in considerazione i grandi appuntamenti dei movimenti sociali, e così è accaduto ad ottobre in Guatemala. Mentre infatti si svolgeva il terzo Forum sociale delle Americhe , non molto distante dal campus u- niversitario, erano in corso all’interno dell’Hotel Ca- mino Real il quinto Vertice di negoziazione per il tanto criticato Accordo di Associazione (Ada) tra U- nione europea (Ue) e Centro America. L’Accordo di associazione coinvolgerebbe i 27 paesi dell’Ue e gli stati centro americani Nicaragua, Guatemala, Hon- duras, Salvador e Costa Rica. Sembra che da en- trambi i lati ci siano vari motivi per accelerare le ne- goziazioni. L’Ue si trova infatti di fronte a una fase di stallo nei negoziati con i paesi della Comunità andina del- le nazioni (Bolivia, Colombia, Ecuador, Perù). Si re- gistra il fallimento di quelli con i paesi di Africa, Ca- raibi e Pacifico (i cosiddetti accordi Acp) e la «stan- chezza» di quelli con il Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay). Dall’altro lato alcuni governi centro americani sono favorevoli a firmare un trattato che di per sé non si differenzia molto dal Trattato di libero commercio con gli Stati Uni- ti. A llo stato attuale delle negoziazioni l’Ada ser- virà soprattutto a difendere i diritti delle im- prese private europee nella regione, mentre non si garantiscono i diritti fondamentali dei po- poli locali. Anzi, si rischia, in mancanza dell’inse- rimento di norme precise di tutela dei diritti dei la- voratori, protezione dell’ambiente e promozione dei diritti umani di compromettere una realtà re- gionale già altamente precaria. Sfortunatamente la strategia europea sembra piuttosto chiara, ovvero cercare di sottrarre fette di mercato a potenziali concorrenti spingendo accordi commerciali più competitivi rispetto ai trattati di libero commercio già conclusi dagli statunitensi. A ll’interno del Foro sono stati organizzati in- numerevoli momenti di confronto e di ap- profondimento sul tema e il 9 ottobre le or- ganizzazioni Via Campesina, Amici della Terra e al- tre ancora hanno convocato una marcia di protesta contro l’Ada. I manifestanti, partiti dal Parque Cen- tral di Città del Guatemala sono giunti davanti al- l’Hotel dove si svolgevano i negoziati facendo sen- tire le loro grida di contestazione. Portavoce del movimento sociale spiegano che devono essere garantiti e inclusi nell’Accordo il di- ritto all’alimentazione, il diritto alla salute e al la- voro, così come i diritti delle popolazioni indigene. L’Ue non può pretendere di lavarsene le mani in- cludendo semplicemente i temi di cooperazione e dialogo politico, corollari all’asse commerciale. La gente vuole garanzie di una forma di sviluppo che possa portare benefici diffusi alla popolazione e non solo alle multinazionali europee. E. Ma. Accordi tranello MISSIONI CONSOLATA

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