Missioni Consolata - Dicembre 2008

MISSIONI CONSOLATA l’uguaglianza di genere; il ri- conoscimento e il rispetto del- le diversità. Tutti i work- shop sono in spa- gnolo e questo risulta un punto di critica diffuso:molta gente delle co- munità rurali non parla castillano ma solo le lingue indigene, così co- me i numerosi partecipanti degli Stati Uniti e Canada si trovano in for- te difficoltà a seguire gli eventi. Don Santo Perez, promotore agri- colo del Municipio di Comitancillo, nel Nord del Guatemala, è giunto al Foro con la moglie e il figliomaggio- re. Incontrare altri contadini, render- si conto della grandezza del movi- mento sociale e capire che la lotta dei campesinos della sua comunità è la stessa lotta di milioni di altri cam- pesinos in tutto il continente ameri- cano, è una gioia immensa per lui. La moglie invece sembra un po’ persa, non parla una sola parola di spagnolo e per lei gli agrocombustibili o gli Ogm (organismi geneticamente modificati) sono soggetti senza si- gnificato. È difficile valutare l’impat- to del Foro su gente semplice, spes- so analfabeta, che per la prima volta esce dal proprio piccolomondo per unirsi al grido di: «Un altromondo è possibile, un’altra America è possibi- le». EVOMANDAUNMESSAGGERO Giovedì 9 ottobre tutti si chiede- vano se il tanto annunciato Evo Mo- rales sarebbe davvero arrivato per condividere la sua lotta all’interno del Fsa. La gente lo aspettava ma si è dovuta accontentare di unmessag- gio letto sul palco centrale, che il MC DICEMBRE 2008 19 INTOPPI LINGUISTICI E ORGANIZZATIVI La musica spontanea, i colori, i banchetti dei prodotti più svariati, fanno da cornice a quattro giorni di eventi densi e significativi. Il calen- dario prevede tre sessioni giornalie- re di seminari, dalle 9 del mattino al- le 5 del pomeriggio, dislocati in sva- riate aule sul campus universitario. I temi di confronto e di approfon- dimento sono innumerevoli ed è difficile scegliere cosa seguire. Il co- mitato organizzativo ha cercato di individuare sei assi tematici ma que- sto non facilita i partecipanti ad o- rientarsi. Una linea seguita da molti è selezionare i seminari in base al- l’ente responsabile del contenuto, che spesso ne garantisce la validità. I temi più discussi riguardano la sovranità alimentare e la difesa delle risorse naturali, soprattutto in rela- zione allo sfruttamentominerario e allo sviluppo degli agrocombustibili; S ono vari i momenti di discussione all’interno del terzo Foro Sociale delle Americhe sugli ef- fetti e sulle cause della crisi alimentare che si sta abbattendo sul continente. Alcuni fattori sono specifici della situazione at- tuale: un 5% della causa della crisi è legato alla pro- duzione degli agrocombustibili e alla sottrazione di terreno per produzione agricola. Indubbiamen- te ha anche influito l’aumento del prezzo del pe- trolio. Un’altra causa molto attuale è l’ingresso del ca- pitale speculativo nell’ agrobusiness : esistono pro- dotti finanziari per le principali produzioni cerea- licole mondiali. In Messico per esempio, è già sta- ta comprata la produzione di mais dei prossimi tre anni, sotto forma di futures ( vedi MC giugno 2008, ndr ). Questo significa che non importa quanto si produrrà ma il valore dato alle azioni acquisite. E sistono poi cause più antiche, nate nel mo- mento in cui si è smesso di vedere l’agricoltu- ra come cultura e la si è trasformata in busi- ness . L’82% delle sementi presenti nel mercato mon- diale è oggi retto dalle norme della proprietà intel- lettuale. Cinquanta anni fa 7.000 imprese com- merciavano sementi, oggi ne esistono 17, tre del- le quali controllano oltre il 50% del mercato. Business piuttosto piccolo, se confrontato ad altri settori: arriva a soli 23 milioni di dollari. Sono nate, spiega Silvia Ribeiro ricercatrice presso l’ Etc Group (istituto di ricerca privato, si occupa di studi socio economici e ambientali) in Messico, quelle che vengono chiamate imprese «glocali». Neologismo nato da globale-locale, indi- ca un’impresa multinazionale che si insedia nel mercato locale (in questo caso di sementi) e adat- ta i propri prodotti al contesto e alla cultura loca- le. L a crisi alimentare odierna non è dovuta a una crisi produttiva: dal 1961 a oggi la produzione agricola mondiale è triplicata, mentre la popo- lazione è solo duplicata, per cui sarebbe in grado di coprire il fabbisogno di tutti. La crisi odierna è una crisi di sistema: oggi la priorità politica non è garantire l’accesso agli alimenti ma far si che il mer- cato dell’ agrobusiness sia redditizio. E per questo è lasciato in mano alla speculazione finanziaria. Bisogna insistere per affermare il concetto di so- vranità alimentare e non solo di sicurezza alimen- tare. Occorre proclamare il diritto umano ad avere accesso agli alimenti. La speranza diffusa è che la crisi finanziaria attuale sia seguita da una crisi del- l’economia reale: collasseranno le esportazioni di beni quali caffè, zucchero e bisognerà riconvertire la produzione a favore di beni per il consumo lo- cale. Più profonda sarà la crisi più ampie saranno le possibilità di cambio politico. E.Ma. Crisi o sovranità (alimentare)?

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=