Missioni Consolata - Dicembre 2008

16 MC DICEMBRE 2008 ISRAELE - PALESTINA come quello israeliano pretendono di esercitare con diritto in forma esclu- siva». Capovilla: «Con la nonviolenza si può:Michel Sabbah ha fiducia in questomezzo. La forza sta nel lavoro sotterraneo e nel non valutare il ri- sultato dall’effetto immediato, che è tipico, invece,della violenza». «La pace è nellemani di Israele», afferma Sabbah, che aggiunge: «l’ostacolo più grande alla pace è rappresentato dall’occupazione militare israeliana».Perché inOc- cidente si pensa che, invece, tutto dipenda dai palestinesi e che I- sraele non abbia «interlocutori va- lidi»? Solera: «Credo che tre siano le ragio- ni: il senso di responsabilità storica nei confronti degli ebrei, che ci porta a esser parziali nel nostro giudizio; il senso di prossimità culturalemag- giore nei confronti degli israeliani, percepiti come europei rispetto agli arabi o ai musulmani,per i quali pro- viamo invece un inconscio senti- mento di diffidenza, se non di osti- lità; infine, la scarsa informazione di- sponibile in Occidente sulla vita che si svolge nei territori occupati.Que- st’ultima ragione ha giocato un ruo- lo decisivo nel convincermi a scrive- re il mio libro.Contribuire a diffonde- re in Occidente un’informazione corretta e prossima alle ragioni dei più oppressi è un imperativo per co- loro che come noi hanno conosciuto la realtà dei territori occupati». Capovilla: «Dobbiamo rilevare con amarezza che di fronte allo stato di I- sraele, ogni critica è avvertita come un attacco al popolo ebraico.Questo impedisce di accettare che la pace sia davvero nellemani di Israele, co- me dice Sabbah». Cisgiordania eGaza sotto assedio La popolazione palestinese, a Ga- za e in Cisgiordania, è ormai allo stremo.Quali azioni di solidarietà ritenete valide e possibili? Solera: «Due sono le azioni necessa- rie: rompere l’embargo e l’assedio a cui è sottoposta soprattutto la Striscia di Gaza,e sostenere politicamente i movimenti palestinesi.Molti dei pale- stinesi che ho incontratomi diceva- no: “Non vogliamo il vostro pane,ma il vostro sostegno politico”.Ridurre la Palestina a un problema umanitario significa confondere le conseguenze con le cause,e contribuire indiretta- mente amantenere lo status quo ». Capovilla: «Ci sono tantissime inizia- tive di solidarietà con il popolo pale- stinese, ma i media non ne parlano mai.Hanno prestato attenzione alla missione del Free GazaMovement, forse perché più eclatante o forse perché a bordo delle due imbarca- zioni, che ad agosto sono giunte al porto di Gaza rompendo virtualmen- te l’assedio, c’erano alcuni personag- gi di spicco internazionale. In genera- le, i mezzi di informazione non parla- no delle azioni di sostegno alla popolazione assediata,quindi,molti pensano che non si faccia nulla...». Gerusalemme assiste a una forte ebraicizzazione, urbanistica, cul- turale e sociale. I luoghi santi cri- stiani emusulmani sono a rischio? Solera: «Certamente lo sono in quanto luoghi di fede vivi, spazi so- ciali per cristiani emusulmani.Non credo che i luoghi sacri rischino la di- struzione fisica.Ciò chemi preoccu- pa è che vengano trasformati in“reli- quari” di archeologia religiosa, a cui non possono accedere i credenti lo- cali per pregare o per incontrarsi. La giudaizzazione di Gerusalemme è anche questo:decomporre gli spazi comunitari e collettivi delle comu- nità cristiana emusulmana locali e banalizzare il patrimonio storico reli- gioso a recinti di memoria». Capovilla: «Non penso sia questo il problema reale,quanto piuttosto il fatto che il volto della Città Santa è ormai sfigurato. E ciò lamette a ri- schio di non poter diventare,un giorno, la capitale dello Stato palesti- nese. La stessa diplomazia interna- zionale che non concede a Israele di spostare a Gerusalemme le sedi del- le ambasciate straniere dovrebbe impegnarsi affinché essa non diventi possesso di un solo Stato,di una sola comunità». ■ GianlucaSolera vive con la famiglia ad Alessandria d’Egitto dove è coor- dinatore del network della «Fonda- zione euro-mediterranea Anna Lindhper il dialogo tra leculture».Ha viaggiato e risieduto in Palestina. È autore di «Muri, lacrime e za’tar» (E- dizioni Nuova Dimensione, Venezia 2007). DonNandinoCapovilla ,parroco di Murano, è referente nazionale della Campagna «Ponti e non muri» pro- mossa da Pax Christi International e responsabile per la Palestina. Ha scritto con Betta Tusset «Aquiloni preventivi» (Tracce diverse, Napoli 2003) e «Nei sandali degli ultimi» (E- dizioni Paoline,Milano),«Bocche scu- cite» (Edizioni Paoline,Milano 2007). Ha curato l’edizionedi «Vocechegri- dadal deserto»,diMichel Sabbah (E- dizioni Paoline,Milano 2008). Sull’argomento della convivenza in Terra Santa fragli esponenti delle tre grandi religioni monoteistiche, Mis- sioni Consolata ha dedicato l’intero Dossier, «È terra di Dio», nel numero di maggio 2004. I partecipanti all’incontro di Torino: da sinistra, Angela Lano, Filippo Pilato, Gianluca Solera e Nandino Capovilla.

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