Missioni Consolata - Dicembre 2008
MISSIONI CONSOLATA MC DICEMBRE 2008 15 «Bocche scucite», di Nandino Capovilla e Betta Tusset, edizioni Paoline, Milano 2007, pagg. 120, euro 10 Una sosta nella terra mar- toriata di Palestina insieme ai ragazzi del campo di la- voro «Tutti a raccolta!» promosso da Pax Christi. Incontri, storie, volti, cuori spalancati, «bocche scu- cite» in una troppo spesso inascoltata denuncia, per raccontare la voglia matta e disperata dei palestinesi di continuare a vivere su quel piccolo lembo di terra ereditato dai padri, di esi- stere come individui, come gruppo, come popolo, e non essere apostrofati come terroristi e sottosvi- luppati. Alle storie in prima persona si unisce la narrazione di ciò che gli Autori – stranieri e insieme fratelli – hanno perce- pito, frutto del desiderio di unirsi al narrare ridisegnando contesto e sensazioni. Per incastonare le loro parole nel corpo e nel respiro di una terra bellissima e dannata, in- trisa di sangue e fatiche; e per coinvolgerci in queste voci piccole ma mai disperate, in queste vite offerte a piene mani da uomini e donne che non smettono di lavorare, di crescere i figli, di amare, di sorridere, di cantare il loro so- gno di pace. Prima che sia troppo tardi. I 10 capitoli del libro riportano le testimonianze in prima persona delle persone incontrate dagli Autori e, in cor- sivo, la loro risonanza. La Presentazione, di grande spessore - anche emotivo -, è del Coordinatore nazionale di Pax Christi. Alla fine del libro, a mo’ di appendice, è riportato un elenco di siti dove approfondire e seguire in diretta gli eventi legati alla «questione palestinese». «Voce che grida dal deserto», di Michel Sabbah, edizioni Paoline, Milano 2008, pp. 136, 11 euro Il libro raccoglie le rifles- sioni, i moniti e le speranze del patriarca di Terra Santa, monsignor Sabbah: è la sua voce che grida forte contro le ingiustizie e l’oppressione che soffo- cano da 60 anni la vita dei palestinesi. È un dialogo, a temi, con numerosi interlo- cutori: Toni Dell’Olio, Luisa Morgantini, Mousa Darwish, Neta Golan e altri ancora – cristiani, ebrei, musulmani, laici. È un coraggioso appello alla pace ma con giustizia, alla nonviolenza e alla soli- darietà: «Non possiamo esimerci dal riconoscere che l’ostacolo più grande alla pace è l’occupazione militare israeliana. Il conflitto in corso non è una guerra: non ci sono due eserciti che si combattono tra loro. Uno solo è l’aggressore e l’altro l’aggredito. Coloro che occupano e impongono l’occupazione sono gli israeliani; coloro che subiscono l’occupazione e sono oppressi, sono i palestinesi. Per questo Israele, lo Stato più potente della regione, dovrà compiere il primo passo: Israele ha in mano le chiavi della pace». Gli fa eco Neta Golan, attivista israeliana e co-fondatrice dell’ISM (International Solidarity Moviment): «Carissimo patriarca, credo anch’io che Israele abbia il dovere, oltre che la possibilità, di fare i passi più concreti per avviare un vero processo di pace. Dobbiamo ritirarci dai Territori Occupati ora, senza reticenze e “concessioni unilaterali”, nel nome della giustizia», pagg. 96-97. «Muri, lacrime e za’tar», di Gianluca Solera, Edizioni Nuova Dimensione, Venezia 2007, pp. 437, 18 euro «I cristiani in Terra Santa potrebbero da un lato rafforzare il carattere laico e democratico della società palestinese, e dall’altro mantenere aperti i canali di comunicazione dei valori di fratellanza e giustizia tra i fedeli delle tre religioni abramitiche. Certo, anche della giustizia, perché fin- tanto che non ci sarà giusti- zia, non vi sarà possibilità di dialogo». Muri, lacrime e za’tar è un saggio di grande spessore, sia a livello tipografico sia di contenuti. Sono oltre 400 pagine che conducono il lettore in un viaggio dentro la Palestina storica - Israele e i Territori Occupati - e lo por- tano ad ascoltare le tante voci che si susseguono, con la loro preziosa e spesso sofferente umanità. È il viaggio di un cittadino del mondo, ma anche di un cristiano che ri- percorre le tappe e le mete del peregrinare terreno di Gesù. È un libro bello, che insegna molte cose, sia a chi già conosce la Palestina sia a chi vuol imparare ad amarla. Il viaggio si apre dolorosamente con «muri» e «cancelli», che chiudono la speranza di una vita dignitosa davanti a milioni di palestinesi. «Il muro – scrive Solera – condanna a morire le due parti, i palestinesi di fame e gli israeliani di vergogna», e aggiunge: «Il muro c’è, ma cadrà, come la Roma imperiale, come la Berlino hitleriana». Il percorso si snoda attraverso città e villaggi, realtà e si- tuazioni diverse, che vanno dalla difficile quotidianità alla condizione dei prigionieri politici/della popolazione in ge- nerale/dei cristiani, all’intervista con leader palestinesi - Hamas compreso -, alla speranza e affetto che scate- nano le pagine dedicate alle organizzazioni palestinesi e israeliane per la difesa dei diritti umani e per la resistenza nonviolenta. Lo sguardo di Solera non è buonista, ma neanche dispe- rato o disfattista. Egli narra ciò che vede e ciò che sente, da partigiano dell’umanità che soffre e, come un bravo giornalista, lascia che siano i protagonisti del suo libro a proporre strategie, soluzioni possibili o impossibili, e a delineare potenziali scenari futuri. Racconti e riflessioni per la giustizia e la pace
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