Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2008
MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2008 91 mai occupato di politica.Non homai tempo, non riesco neanche a porta- remia figlia alle giostre...Certo ho sempre avuto una dignità e nonmi volevo trasformare in un killer del- l’informazione. Nonmi sonomai piegato ai divieti di frequentare certi colleghi scomodi...Qui in Daghestan i giornalisti sono o quelli veri o sono dei killer dell’informazione...». Tra il 1992 e il 2008, secondo Com- mittee to Protect Journalists , sono sta- ti assassinati in Russia una cinquan- tina di giornalisti e spicca il dato re- lativo all’impunità di questi omicidi che raggiunge l’88,5%. L’ultimomisterioso assassinio è avvenuto alla fine di agosto 2008 nell’Inguscezia,piccola repubblica autonoma della Federazione russa, nel Caucaso del nord. Magomed Yevloyev era un avvocato,ma anche un attivista e un blogger . Il suo sito - ingushetiya.ru - era diventato stru- mento affilato per sostenere campa- gne di denuncia politica, come ad e- sempio la recente raccolta firme che screditava i risultati ufficiali delle ele- zioni di dicembre per il rinnovo della Duma, oppure le critiche alla corru- MONOGRAFIA / Diritti & rovesci Ai «cancellati» le autorità slovene ritirarono e distrussero i documenti ancora validi (carta d’ identità,passaporto,pa- tente etc…), rendendo le condizioni di vita loro e delle loro famiglie in Slovenia estremamente difficili.Salvo alcuni casi non ci fu l’espulsione,perché tale atto avrebbe attirato sul- la Slovenia l’attenzione della comunità internazionale e delle organizzazioni umanitarie e per i diritti umani.Ren- dendo la vita impossibile agli jugoslavi che,per non aver ri- chiesto la cittadinanza entro i tempi stabiliti,erano sospet- tati di scarsa lealtà verso il nuovo stato, le autorità sperava- no inuna loropartenza «volontaria».Parecchi effettivamente, in conseguenza delle precarie condizioni «da clandestini» imposte loronel paese,se ne andarono.Al- tri invece si organizzarono e deciserodi denunciare il mi- sfattodi cui erano vittime, impugnando le leggi e la Costitu- zione. Le sentenze della Corte costituzionale Questa scelta ponderata si tradusse in una riscossa lega- le senza precedenti.A fianco dei «cancellati» e della loro associazione si schierarono giuristi,attivisti per i diritti u- mani e persino un ex giudice costituzionale,Matevž Krivic, che porterà con competenza,perseveranza e successo la causa dei «cancellati» fino alla Corte costituzionale. Nel 1994 il primo prestigioso giurista a esporsi sul tema, informando personalmente il premier liberal-democratico Janez Drnovšek e il suo governo di centro-sinistra del so- pruso avvenuto due anni prima, fu il professor Ljubo Bav- con, autorevole professore della Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Lubiana e già presidente del Consiglio per i diritti umani alla fine degli anni ’80. Tuttavia anche il governoDrnovšek - impegnato su altri fronti ed altre incombenze e dovendo driblare tensioni in- terne allamaggioranza,dove alcuni ministeri erano ancora occupati dai medesimi responsabili,gli stessi della cancel- lazione –mantenne sul caso una posizione «prudente» e «distratta». Dopo 7 anni dalla cancellazione e 5 dall’ammonizione di Bavcon,nel 1999 i giudici della Corte costituzionale pro- nunciarono finalmente la sentenza di incostituzionalità della cancellazione, rilevando che gli «izbrisani» erano vit- time di un vuoto legale.Nella sua sentenza la Corte costitu- zionale proibiva qualsiasi espulsione dei «cancellati« e im- poneva al governo di risolvere entro 6mesi l’evidente in- compatibilità della situazione prodotta dalla cancellazione rispetto alla Costituzione. In diversi pronun- ciamenti successivi (2000 e 2001) la Corte costituzionale non solo confermò quanto scritto nella prima sentenza, bensì richiese il riconoscimento dei diritti retroattivi dei «cancellati»,ovvero la possibilità di indennizzare gli inte- ressati per i 7 anni di cancellazione e di non-diritti. In que- sto senso la Corte richiese al governo di emettere delle de- libere complementari. Buona parte delle vittime della cancellazione - ma non tutte - riottenne così la residenza stabile o la cittadinanza, ma il riconoscimento dei loro diritti retroattivi si arenò ben presto sugli scogli di una feroce battaglia politica scatena- ta dalla destra con forti accenti xenofobi. Il governo di cen- tro-sinistra di Tone Rop tentò una soluzione graduale e «tecnica» che con un’apposita legge avrebbe in qualche modo rispettato le sentenze dei giudici costituzionali ma anche rallentato l’emissione delle delibere complementari sui diritti retroattivi.L’ambiguità non pagò. Il silenzio dell’Europa L’opposizione di destra e di estrema destramobilitò l’o- pinione pubblica,presentando il più dei «cancellati», so- prattutto quelli organizzati, come un insieme di «approfit- tatori anti-sloveni» che «non amano il paese,hanno com- battuto contro l’indipendenza e ora vogliono solo arraffare il prezioso denaro pubblico di cui tanti poveri slo- veni hanno bisogno». Questo linguaggio fece velocemente presa e al referen- dumdel 2003 sulla «legge tecnica» pro-cancellati,voluto con forza dall’opposizione nazionalista,vinse il «no» desi- derato da Janez Janša. Nel 2004 la destra guidata da questo politico,ministro della Difesa ai tempi della cancellazione,ha vinto le elezio- ni e sul tema dei «cancellati» è nuovamente calato il silen- zio e il gelo.Lo stesso Janša ha guidato «gentilmente» la Presidenza europea per 6mesi,promuovendo persino «il dialogo interculturale». Il suo governo ha approntato un disegno di legge costi- tuzionale, che - se varata - fermerebbe ogni soluzione le- gale come stabilito dalle sentenze della Corte costituzio- nale. La proposta governativa, in quanto di rango costitu- zionale, neutralizzerebbe le sentenze e procederebbe ad individualizzare la soluzione dei casi,dando ragione solo ad un’esiguaminoranza dei cancellati.La proposta - in cui non viene riconosciuto l’illegale arbitrio del ’92 - prevede persino la verifica dei casi già risolti, introducendo nella valutazione di ogni singola pratica criteri (questi sì con ca- rattere retroattivo!) di fedeltà e non ostilità nei confronti dello stato sloveno.Ciò varrebbe in particolare per tutti co- loro che in passato hanno lavorato nelle fila delle Forze ar- mate jugoslave. I «cancellati»,gli attivisti che li sostengono, le organizza- zioni per i diritti umani e l’opposizione protestano.Anche il Consiglio d’Europa (in particolare l’Ecri, European commis- sionagainst racismand intolerance,Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza ),Amnesty International e la CommissioneOnu per i diritti umani hanno a più riprese richiesto una soluzione del problema equa e rispettosa del- la costituzionalità.L’Unione europea invece, con l’eccezio- ne di qualche voce levatasi dai banchi di sinistra dell’Euro- parlamento, tace oppure, come ha ritenuto a suo tempo l’ex Commissario Franco Frattini,giudica il problema dei «cancellati» «una questione interna alla Slovenia». F RANCO J URI
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=