Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2008

be l’assassinio della giornalista russa Anna Politkovskaja, uccisa da- vanti alla sua abitazione a Mosca nell’ottobre 2006.Una voce aspra- mente critica nei confronti del Crem- lino, sulla torbida questione della guerra in Cecenia. Russia-Cecenia, un buco nero Il ruolo dell’informazione durante la prima guerra cecena era stato de- terminante tanto per mobilitare l’o- pinione pubblica a favore dell’inter- vento armato quanto per giungere agli accordi che, nel 1996, avevano messo fine alla guerra, nel frattempo divenuta impopolare. Il Cremlino, con la seconda campagna,dal 1999, ha efficacemente impedito in tutti i modi l’informazione libera nel paese e soprattutto la documentazione delle violazioni dei diritti umani nel- la Repubblica cecena. Anna Politkovskaja denunciava l’amministrazione del presidente Pu- tin di aver diffuso istruzioni volte a li- mitare il lavoro dei mezzi di informa- zione. Proibito ai giornalisti incontra- re civili, visitare città e villaggi e anche semplicemente lasciare la ba- semilitare senza essere accompa- gnati da militari. Le sole informazioni che si potevano ottenere erano quelle ufficiali rilasciate dall’esercito. Disattendendo a queste regole, la Politkovskaja ha iniziato ad occupar- si di Cecenia divenendo con gli anni la figura riferimento a livello inter- nazionale, non solo come giornalista ma anche come vera e propria attivi- sta dei diritti umani. Il suo assassinio ha contribuito a generare un clima di terrore tra i po- chi media rimasti e le informazioni sul conflitto in Cecenia sono oggi quasi del tutto sparite e ridotte a scarni bollettini di guerra.Contro questa corrente si adopera l’associa- MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2008 89 A quasivent’annidallo smembra- mentodell’Urss,leautoritàdelle repubblichenatedal crollodel- l’impero sovieticocontinuanoa consi- derare legittimalalimitazionedella li- bertàdi stampa. I provvedimenti presi da molti go- verni dei paesi dell’ex Unione Sovie- tica al fine di controllare la diffusione delle informazioni e limitare la li- bertà d’espressione, rappresentano un serio ostacolo per il faticoso pro- cesso di democratizzazione.Ogni volta che sentonominacciato il pro- prio potere, le classi politiche locali intensificano il controllo sui mezzi di comunicazione. A leggere i rapporti delle principa- li organizzazioni internazionali che si occupano dei diritti umani emerge che in Russia, così come nei paesi dell’Asia centrale e del Caucaso, ag- gressioni ai giornalisti, chiusure di te- state scomode, arresti,minacce sono all’ordine del giorno. Anche se la maggioranza di questi fatti non ha lo stesso risalto che eb- Nei paesi dell’ex Unione Sovietica la libertà d’espressione non è un diritto acquisito. In Russia, sono tanti i giornalisti uccisi negli anni di presidenza di Vladimir Putin (oggi primo ministro). Tra essi Anna Politkovskaja, ma ancora prima l’italiano Antonio Russo: entrambi avevano osato denunciare la situazione in Cecenia. Ma anche negli altri paesi aggressioni, chiusure di testate, arresti e minacce sono all’ordine del giorno. Libertà di espressione nelle Repubbliche ex sovietiche di Roberta Bertoldi ANNA E GLI ALTRI RUSSIA E CAUCASO

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