Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2008
86 MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2008 V alle de Siria,Honduras.C’era una volta unaminiera d’oro.Si chiamava SanMartin.Dal 2000, inmeno di sette anni aveva trasformato unamontagna di 900 metri in una collinetta di 300metri al massimo.Oltre all’ambiente, aveva danneggiato gravemente la salute della popolazione locale.Per anni di- versi gruppi di attivisti l’avevano de- nunciato a tutto il mondo.Una lotta contro i mulini a vento, che è finita e- sattamente il 7 luglio 2007,quando, finalmente, la Corte suprema di giu- stizia hamultato la compagniami- neraria EntreMares , (appartenente a Glamis Gold ,potente gruppo cana- dese a capitale statunitense),pro- prietaria della concessione dellami- niera SanMartin, e di fatto l’ha co- stretta ad abbandonare il posto. Honduras: le ricerche Quella che stiamo raccontando è soprattutto una storia di mobilita- zione per i diritti umani. Lo scempio delle risorse naturali dell’Honduras, un tempo vero paradiso naturale, non si ferma alle miniere. La conni- venza del binomio «deforestazione del verde e cementificazione delle spiagge» è alla luce del sole: tra il 1990 e il 2000, ad esempio, il paese ha perso il 10% della superficie fore- stale. Il merito non è certo del Go- verno, ma di una manciata di am- bientalisti, studiosi, volontari che nel corso degli anni sono diventati tanti Davide capaci, al momento giusto, di abbattere Golia. Fra questi paladini dei diritti uma- ni, c’è un ricercatore italiano: Flavia- no Bianchini, nato a Fabriano (AN) nel 1982, laurea in scienze naturali alle spalle: nel 2005 è arrivato in Centroamerica per realizzare studi indipendenti sull’impatto ambienta- le delle grandi miniere. Uno dei suoi studi, realizzato in collaborazione con esperti locali, è stato la base su cui sonomontate le proteste dei cittadini. «Con le ricer- che si è scoperto che oltre a causare irreparabili e gravissimi danni am- bientali, lo sfruttamentominerario danneggiava seriamente e irreversi- bilmente la salute delle popolazioni della zona, perché l’acqua entrava nella miniera priva di sostanze con- taminanti per uscirne inquinata con cianuro e metalli pesanti» spiega Bianchini. La miniera è chiusa,ma se ne par- lerà ancora per decenni: le conse- guenze stanno uscendo ora e au- mentano giorno per giorno. «Prima eravamo poveri,ma sani; ora rima- niamo poveri e siamomalati - de- nuncia la signora Modesta Velà- squez -. Sono venuti nel nostro pae- se, l’hanno usato a loro piacimento e ora se ne sono andati.Che ci risarci- scano». Il problema, per la gente, è nel proprio sangue. Pieno di piombo, ar- senico, materiali usati per l’estrazio- ne dell’oro. E una delle conseguenze più gravi del sangue malato riguar- da la riproduzione: la mortalità in- fantile in Honduras è di 26 per mille; ma nella frazione di Nueva Palo Ralo (la vecchia è stata distrutta per fare spazio alla miniera) la mortalità dei bambini è di 300 per mille: 12 volte CENTROAMERICA di Daniele Biella Un esempio di difesa del diritto alla salute L’estrazione dell’oro in Honduras, Guatemala, El Salvador produce malattie e morte: Flaviano Bianchini, un giovane ricercatore marchigiano, si è schierato con la popolazione locale per difendere i diritti alla salute. Bambine della comunità di El Pedernal, Valle de Siria, Honduras, vanno a lavare i panni in un fiume contaminato dalla vicina miniera d’oro. ORO ASSASSINO
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