Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2008
80 MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2008 STATI UNITI soluta lotta per la libertà era sbaglia- to. La libertà c’entrava sicuramente, ma per chi e per cosa?». La domanda da farsi (sempre e co- munque) è proprio questa: «Per chi e per cosa?». Soprattutto quando si tratta di giustificare (o semplice- mente di capire) la politica estera statunitense,dove le visioni dei con- servatori e dei democratici non dif- feriscono inmaniera sostanziale (se non, forse, oggi dopo i duemandati di GeorgeW.Bush). «Noi americani - scrive il professor Chalmers Johnson (9) - crediamo profondamente che il nostro ruolo Indoor e outdoor : un diritto,duemisure Ha scritto lo storico Francis Jen- nings nell’introduzione al suo sag- gio (8) più famoso: «Cominciai così a rendermi conto che interpretare la Rivoluzione americana come un’as- A lcune risoluzioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite (1) trattano del principio-diritto all’«autodeter- minazione dei popoli», inteso come «diritto di determinare li- beramente la propria condizione politica e di perseguire libe- ramente il propriosviluppoeconomico,socialeeculturale» (2). Un diritto nato ai tempi del colonialismo che oggi dovrebbeessererichiamatocongrandecautela,perchénonsia utilizzatoper raggiungerealtri scopi. La risoluzioneOnu2625 «non intende autorizzareo incorag- giare“un’azione, quale che essa sia, che smembri o minacci, totalmenteoparzialmente,l’integritàterritorialeo l’unitàpo- litica di ogni Stato sovrano e indipendente che si comporta conformemente al principio dell’eguaglianza di diritti e del diritto dei popoli (...) senza distinzione di razza, di fede o di colore”» (3). La realtà è però diversa. P er capire meglio l’utilizzo strumentale del principio-dirit- toall’«autodeterminazionedeipopoli»,èsufficientemette- re in filaalcuni avvenimenti di questo2008.Febbraio2008: se- cessioneunilateraledel KosovodallaSerbia,secessione soste- nuta e finanziata dagli Stati Uniti. Agosto 2008: possibile se- cessione dellaOssezia del Sud e della Abkhazia dallaGeorgia, secessione osteggiata dagli Stati Uniti.Agosto 2008: possibile secessionedi alcuneprovinceorientali (SantaCruz,Pando,Be- ni eTarija,detteprovincedellaMezza Luna) (4),dallaBoliviadi EvoMorales,secessione sostenutae finanziatadagli Stati Uniti (5). D’altraparte,anche lealtre superpotenze,RussiaeCina,han- nodatorisposteautoritarieall’«autodeterminazione»,quan- do vi sono state coinvolte in prima persona: la Russia ha re- presso nel sangue le aspirazioni della Cecenia (e della Ingu- scezia), la seconda quelle del Tibet (e del Xinjiang). Insomma, se è vera la difficoltà di dare un’applicazione o- biettiva ed univoca al principio-diritto all’«autodetermina- zionedei popoli»,benpiùchiaraedevidenteè l’applicazione del «divide et impera».Davanti ad esso l’impotenza delle or- ganizzazioni sovranazionali,inprimisdelleNazioniUnite,ap- pare in tutta la sua triste evidenza. PaoloMoiola (1) Ad esempio, le risoluzioni 1514 del 1960, 2625 del 1970, 3314 del 1974. (2) Mario Giuliano, Tullio Scovazzi, Tullio Treves, Diritto internazio- nale , Giuffrè Editore, 1991, pagina 164 e seguenti. (3) Pagina 167, Diritto internazionale , opera citata. (4) Sulla situazione, si legga il capitolo di questa monografia dedi- cato alla Bolivia (pagg. 71-75). (5) Tanto che l’11 settembre 2008 il presidente Morales si è visto costretto ad espellere l’ambasciatore Usa, Philip Goldberg, già di- plomatico in Kosovo ( leggere a pag. 74 ). «DIVIDE ET IMPERA» (KOSOVO, OSSEZIA, ABKHAZIA, BOLIVIA ORIENTALE) Il principio-diritto all’«autodeterminazione dei popoli»
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