Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2008

MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2008 79 non in seguito a regolare procedi- mento legale ( without due process of law )». Ma anche su questo punto occor- re guardare oltre le luci abbaglianti del mito. Diritti emercato: un’ambigua convivenza Tra il 24 luglio e il 7 agosto 2008 vengono giustiziati 5 uomini: Scott Emmett inVirginia,Dale Leo Bishop inMississipi e Derrick Sonnier in Texas. E, tra grandi polemiche (come vedremo),due cittadini stranieri: il messicano José Medellin e l’hondu- regno Heliberto Chi.Gli Stati Uniti sono uno dei 49 stati del mondo in cui a oggi è prevista l’applicazione della pena capitale (mentre in 120 altri stati tale pena è stata abolita). Nel 2007 sono state eseguite 5.851 condanne a morte,di cui 42 negli Usa (6). Il dibattito sul tema è aperto,ma altri sembrano essere i dati su cui la società statunitense dovrebbe riflet- tere. Secondo una recente ricerca del PewCenter on the States ,per la prima volta nella storia più di uno statunitense su 100 si trova dietro le sbarre (7). Si tratta di circa 2,3milioni di persone: la più alta popolazione carceraria del mondo.Per fare un raf- fronto, la Cina, con una popolazione nettamente superiore (unmiliardo di abitanti adulti contro 230milioni), ha «soltanto» 1,5milioni di persone in carcere. Altro elemento su cui riflettere na- sce dall’appartenenza etnica dei car- cerati. Le cifre dicono che dietro le sbarre sta un adulto bianco su 106, un ispanico su 36, un afroamericano su 15 e addirittura uno su 9 se si guarda alla fascia d’età tra i 20 e i 34 anni.Numeri altissimi che fanno pensare ad un paese dove la dise- guaglianza è fortissima e si muove secondo precise direzioni di appar- tenenza etnica e socioeconomica. Diritto alla salute,diritto alla casa, diritto alla difesa: negli Stati Uniti, a torto o a ragione considerata la «più grande democrazia del mondo», l’u- niversalità dei diritti sembra molto legata al mercato. Le giustificazioni ci sono: esaltare la libertà del singolo rispetto all’intervento pubblico, te- nere basse le tasse per non interferi- re sulle forze del mercato, vero fulcro delle democrazie.Ma - come abbia- mo dimostrato - anche altremotiva- zioni, un po’meno nobili, si fanno largo: il «big business» (delle assicu- razioni, della sanità privata,delle a- ziende farmaceutiche,delle armi) va tutelato al di sopra di ogni altra con- siderazione. È l’« americanway of life » che tutti dicono di voler imitare. Ancora più complessa appare la si- tuazione quando si guarda ai diritti che gli Stati Uniti riconoscono al di fuori dei loro confini. MONOGRAFIA / Diritti & rovesci A bbiamocontattatoMisterMarkMuller,proprietariodella concessionariadi automobili MaxMotors di Butler,Mis- souri, diventato famoso per la sua promozione «gun or gas» (1). Mark, ci spiega perché il popolo statunitense ama così tanto le armi (e le automobili)? «Il diritto di portare armi è nel nostro vero Dna.Noi cre- diamo nella nostra responsabilità di difendere a tutti i costi i nostri cari e le nostre proprietà.Non portare una pistola o non averne almeno una immediatamente disponibile a ca- sa è irresponsabile ed inaccettabile per lamaggioranza de- gli americani.Quanto alle automobili, il nostro amore per esse è secondo soltanto a quello verso le nostre famiglie e per le armi. In più,nell’America rurale lamaggioranza di noi deve coprire grandi distanze.Ad esempio, io guido per 30- 40.000miglia all’anno». Comemai il secondo emendamento della Costituzione è tan- to importante per voi? «I nostri diritti vengono da Dio,non dall’uomo.Pertanto, soltanto Dio può portarceli via,non l’uomo.Quando abbia- mo la capacità di difendere noi stessi,noi siamo cittadini. Senza questo diritto saremmo soltanto dei sudditi». Perché il presidente Bush ha inviato tanti soldati statunitensi in Iraq e in altri paesi? «Noi fummo attaccati come nazione e contammo 3.000 dei nostri civili assassinati.Perseguiamo i terroristi non im- porta dove essi siano. Li uccideremo o li porteremo davanti alla giustizia. L’Iraq era un paese terrorista che aveva ucciso 400.000 persone della propria gente, asfissiato i kurdi con armi chimiche, violato tutte le risoluzioni Onu fin dalla prima guerra del Golfo, sparato (al- meno una volta a settimana) missili contro i nostri aerei mi- litari nella zona di non-volo. Senza dire che i figli di Saddam, dopo averle violentate,davano damangiare ai cani giovani ragazze vive». Se venisse eletto, Barack Obama sarebbe un presidente di- verso? «Sì, lo sarebbe. Lui è un socialista che da presidente di- struggerebbe il motore economico degli Stati Uniti introdu- cendo alte tasse, regolamenti e controlli.Ma io penso che JohnMcCain sarà il prossimo presidente. È il volere di Dio». N el frattempo, il 29agosto2008, il candidatoMcCainha sceltocome suovicepresidente,SarahPalin,governatrice dell’Alaska.LaPalinè contro l’aborto,maa favoredellapena dimorte.È inoltremembro tesseratodella National Rifle As- sociation (Nra) , la potente ed influente lobby dei produttori di armi.Che - sul suo sito (2) - ha salutato entusiasticamente la scelta di McCain. PaoloMoiola (1) Conversazione raccolta il 26 luglio 2008. (2) Si veda: www.nra.org . «PER FORTUNA, DIO VUOLE M C CAIN» La vice del candidato repubblicano, Sarah Palin, è un membro della lobby delle armi (Nra). Anche per questo l’associazione tifa per la vittoria di McCain-Palin, la «coppia con la Colt ». L’America delle pistole / Il secondo emendamento e la Nra

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=