Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2008
MONOGRAFIA / Diritti & rovesci In Nimar, ironia della sorte,due tra i luoghi stimati idonei alla costruzio- ne delle grandi opere idroelettriche coincidono proprio con due città sa- cre, Maheshwar e Omkareshwar, con i loro antichi templi dedicati al dio Shiva e ai ghat (gradoni che scendo- no al fiume, ndr ) sui quali i pellegrini hindu svolgono le puja (offerte e preghiere, ndr ) e il bagno rituale nel- le acque sacre. I contadini incontrati all’inizio del nostro viaggio abitano i primi villag- gi sulle rive del fiume presso la diga di Maheshwar; si lamentano per la mancanza di informazione e di par- tecipazione ai processi decisionali che li riguardano inmateria di sfolla- mento, per le violenze commesse dalle forze dell’ordine indiane du- rante le proteste e gli arresti ingiusti- ficati, per le corruzioni dei funzionari alla redistribuzione delle terre e per gli interessi stranieri coinvolti nei progetti. La diga di Maheshwar è infatti il primo grande progetto idroelettrico ad esser stato affidato nei primi anni ’90 ad imprese private, sia indiane che straniere.Proprio in questi anni infatti l’opinione pubblica mondiale sulle grandi dighe comincia a cam- biare e persino la Banca mondiale si ritira dal finanziamento di alcuni progetti. Comitati ed assemblee: la società civile reagisce La «società civile» lungo la Narma- da si organizza in comitati e assem- blee, che sono confluiti nel grande Narmada BachaoAndolan (Nba), il movimento per la salvezza della Nar- mada. Il Nba è forse oggi il più gran- de e conosciuto esempio di lotta pa- cifica per le terre e per le risorse in In- dia, di chiara ispirazione gandhiana. I suoi maggiori esponenti, come Medha Patkar e Alok Agarwal, sono molto conosciuti nella valle, vengo- no accolti con grande entusiasmo e partecipazione.Girano costante- mente per i villaggi e informano la gente sulle decisioni prese ai vertici dello stato,dalla Corte suprema e dalle imprese costruttrici (per quello che loro stessi riescono a scoprire). Ma torniamo nei pressi di Mahe- shwar, dove sorge l’omonima diga, e andiamo a vedere cos’è successo in questo ultimo decennio: i lavori per erigerla cominciano due anni dopo la sua privatizzazione da parte della MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2008 69 Disinformazione e corruzione La valle del Nimar presenta però un piccolo problema per i costrutto- ri: la regione è densamente abitata e coltivata. La Narmada è inoltre uno dei maggiori fiumi sacri del subcon- tinente indiano e le sue rive bagna- no importanti e antichissimi luoghi di pellegrinaggio, come Omkare- shwar, Maheshwar e Hoshangabad. Lo sradicamento di intere comu- nità dai loro luoghi ancestrali d’inse- diamento è stata ed è tuttora di pro- porzioni enormi, che toccano alcune decine di migliaia di persone per di- ga, con conseguenze destabilizzanti per l’intera regione interessata.Ma, cosa più importante, la perdita dei punti di riferimento culturali e geo- grafici e la frammentazione delle co- munità stesse hanno causato note- voli crisi identitarie e perdite di patri- monio culturale e religioso. I programmi di sfollamento e rein- sediamento previsti dall’articolo 21 della Costituzione indiana ( Rehabili- tation&Resettlement Programme ) per le popolazioni coinvolte sono estre- mamente difficili da valutare e da at- tuare emolto spesso sono sporcati da intrecci di tipomafioso e dalla corruzione. Secondo gli studi effettuati dalla World Commission onDams (2), i be- nefici previsti in termini energetici e di miglioramenti all’agricoltura non sono stati registrati; consistenti pro- blemi sono stati invece causati al ter- reno, a causa della salinizzazione e all’erosione delle rive. Il progetto di bloccare le acque di un fiume per ir- rigare vastissime aree anchemolto lontane si è dimostrato pieno di ri- schi e insidie. L’area sommersa da una grande diga ha un’estensione i- nimmaginabile; spesso sott’acqua fi- niscono interi tratti di foresta e di terreno coltivabile. Si giunge così ad un paradosso, come appunto nel ca- so del Nimar:per la costruzione di di- ghe per irrigazione e produzione di energia si sacrificano terreni già mol- to fertili per irrigarne altri meno a- datti alla coltivazione, che richiedo- nomaggior apporto d’acqua e ren- donomeno. Le popolazioni sfollate si vedono costrette a cercare nuovi terreni da abitare e coltivare, spesso sottratti alle aree forestali che ven- gono progressivamente disboscate.
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